1. CATTANEO: RESTO IN TELECOM. CONSOB CHIEDE CHIARIMENTI A VIVENDI
Sara Bennewitz per la Repubblica
sabrina ferilli flavio cattaneo
Telecom Italia sull' altalena tra voci e smentite su un eventuale cambio ai vertici e su possibili dissapori tra l' attuale management e il suo primo azionista, la francese Vivendi. In mattinata la Consob ha chiesto a Telecom di pronunciarsi in merito alle voci secondo cui sarebbe imminente un ricambio ai vertici, dato che Vivendi avrebbe preso le distanze dall' ad Flavio Cattaneo dopo il duro scontro del manager con il governo italiano sulla questione di Enel Open Fiber.
Telecom è sotto indagine dell' Antitrust per aver iniziato a costruire la sua rete in fibra nelle aree bianche, le stesse dove il governo finanzierà la rete della joint venture tra Enel e Cdp. Cattaneo - che già aveva in mente di pronunciarsi in proposito - ha colto la palla al balzo. «Sto bene a Tim e non ho nessuna tensione con soci, board o presidente - ha detto l' ad del gruppo -. La società ha raggiunto importanti traguardi ed altri sfidanti ne prefisserà ».
Ma Cattaneo ha fatto anche di più ricordando che il suo mandato è nei confronti di tutti i soci, non solo di Vivendi: «Il sottoscritto ha sempre operato nell' interesse unico della società e di tutti i soci garantendo l' indipendenza nel rispetto di tutte le norme "corporate" e leggi italiane. Ho un contratto che scade nel maggio 2020 ed è mia intenzione rispettarlo fino all' ultimo giorno».
GIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEO
Le dichiarazioni di Cattaneo hanno avuto l' effetto di un balsamo sui nervi scoperti degli investitori, e il titolo, che da alcuni giorni calava, è tornato a salire fino a quota 0,81 euro.
Meno benefico l' effetto su alcune fonti ufficiali vicine a Vivendi, che a mercati aperti hanno precisato che in realtà «la situazione sui vertici Telecom resta fluida», lasciando così intendere che ci sono e permangono dei contrasti tra il colosso francese padrone del 23,94% di Telecom e il suo amministratore delegato.
In questa botta e risposta tra il primo azionista e il primo manager di Telecom, gli investitori confusi e irritati sono tornati a vendere i titoli che avevano appena acquistato, e alla fine di una seduta connotata da fortissimi scambi, Telecom ha chiuso in calo dello 0,32% scivolando a quota 0,78 euro, ovvero sui minimi da inizio anno. Eppure le attese degli analisti per i conti del primo semestre, che il cda di Telecom convocato per il 27 luglio sarà chiamato ad approvare, sono tutte positive e l' azienda si appresta ad annunciare ricavi stabili per la prima volta da anni, e margini in aumento per il quinto trimestre consecutivo.
2. LA SFIDA CON IL GOVERNO ED UN SOCIO PESANTE. LE SPINE DELLA SOCIETA’
Sara Bennewitz per la Repubblica
La Telecom Italia dell' era Vivendi si conferma ancora una volta Cenerentola tra le grandi compagnie telefoniche del Vecchio continente. Da quando il colosso francese dei media, sotto la presidenza di Vincent Bolloré, ha deciso di esercitare un ruolo attivo rispetto a una partecipazione ereditata da Telefonica in cambio delle sue attività brasiliane nella fibra (Gvt), Telecom ha continuano a perdere quota a prescindere dai risultati positivi raggiunti negli ultimi 15 mesi.
Con l' arrivo di Flavio Cattaneo al comando, il gruppo ha infatti accelerato nel piano di taglio costi, ha ridotto il debito ed è tornato a recuperare terreno, sia in termini di ricavi sia di redditività. Nonostante ciò il titolo resta sui minimi e varie fonti vicine al colosso francese riferiscono che il futuro timone di Telecom potrebbe passare in mano a Amos Genish, il manager è l' imprenditore che in Brasile ha fatto un piccolo miracolo creando Gvt da zero, e ponendo così le basi perché Vivendi via Telefonica, ne diventasse il primo azionista.
Il fatto è che gli investitori padroni di quel 76% dell' azienda che è flottante sul mercato, hanno appena iniziato a dare fiducia a Cattaneo, dato che l' ad di Telecom è il primo manager che dopo tanti cambi ai vertici e altrettanti cambi di strategia, ha rispettato gli obiettivi che si era prefissato di raggiungere, rivedendo al rialzo quelli di chi l' aveva preceduto.
In vent' anni di quotazione a Piazza Affari, l' azienda ha subito quattro cambi dell' assetto proprietario, e ancor più cambi sia nel perimetro di consolidamento che alla tolda di comando. Nulla di simile è successo a Orange e Deutsche Telekom, nonostante i guai che hanno passato sia l' ex monopolista francese che quella tedesca.
de puyfontaine mediaset vivendi
E se Vodafone e Telefonica sono in teoria, da sempre delle public company, è vero che mentre il gruppo inglese e quello spagnolo finanziavano la crescita e la diversificazione a debito, Telecom si è indebitava per pagare le scalate di alcuni azionisti, vendendo pezzi per remunerare i soci con le cedole a scapito degli investimenti.
Cattaneo, tra i tanti che l' hanno preceduto, è l' unico che non ha ancora fatto vendite e acquisizioni di attività, ma si è concentrato solo sulla ristrutturazione dell' azienda che gli è stata affidata con un mandato preciso quello di rendere Telecom «great again». Squadra che vince non si cambia, per questo gli investitori restano stupiti, che alla vigilia di una semestrale positiva si torni a parlare di un cambio ai vertici o di una governance allargata a più di un manager.
E se è vero che bisognerà ricostituire i rapporti con il governo, che sono deteriorati, è altrettanto vero che non è chiaro se la colpa è di Cattaneo e di chi ha gestito la battaglia contro Open Fiber, o di chi ha ordito una scalata a Mediaset che è stata sanzionata anche dall' Agcom.
Quello che conta sul mercato e per gli investitori è che alle parole seguano i fatti, e i fatti suggeriscono che in Italia Vivendi ha dimostrato di essere azionista poco affidabile. Nel novembre 2015 i francesi si erano espressi a favore della conversione delle Telecom risparmio in ordinarie, ma poi in assemblea si erano astenuti, facendo venire meno il quorum dei voti necessario per rendere possibile un' operazione che gli investitori si auspicavano da anni.
A dicembre dello stesso anno i francesi avevano confermato la loro fiducia al management di Telecom, ma tre mesi dopo avevano costretto alle dimissioni l' allora ad Marco Patuano, poi sostituito dallo stesso Cattaneo. Sempre nella primavera del 2016 Vivendi aveva firmato un contratto con Mediaset su Premium e a luglio aveva deciso unilateralmente di non rispettarlo.
E così, se Telecom paga in Borsa i timori di una concorrenza maggiore sia sul fisso da parte dell' accoppiata Enel-Cdp, sia sul mobile per l' arrivo della Iliad di Xavier Niel, sul titolo pesa anche l' incertezza dell' assetto azionario e di vertice. Del resto Vivendi si proclama azionista stabile, ma poi remunera i manager con incentivi che premiano i risultati a breve.
Lo stesso bonus da 40 milioni, che Cattaneo maturerà al 2020 al raggiungimento di determinati risultati - o subito se venisse cacciato non è collegato con l' andamento del titolo: questo favorisce solo chi ha un pacchetto di controllo - che può essere rivenduto ad altri con un premio. In questo contesto, per dissipare l' incertezza su Telecom bisognerebbe sapere cosa ha in mente Bolloré. Ma nessun analista sul mercato è in grado di fare previsioni sulle prossime mosse dello spregiudicato finanziere bretone.