1.BORSA: TORNANO VENDITE MENTRE SALE INCERTEZZA SU MOSSE FED, MILANO -3%
Radiocor - Dura solo un giorno l'effetto Draghi: dopo i rialzi di ieri, innescati dalle parole del presidente della Bce su possibili nuovi interventi a sostegno dell'economia, le Borse europee sono tornate a scendere, preda dell'incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve Usa.
Secondo molti osservatori, infatti, i segnali contrastanti arrivati dal rapporto sul mercato del lavoro americano renderanno ancora piu' intenso il dibattito interno alla Fed sull'opportunita' di alzare o meno i tassi gia' il prossimo 17 settembre. A Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso in calo del 3,18%, zavorrato in primo luogo dalle banche (UniCredit -5%). Sul mercato dei cambi, euro poco mosso a 1,1113 dollari (1,1104 ieri). Forte lo yen, che si apprezza a 132,33 per un euro (133,44) e a 119,10 per un dollaro (120,18). In calo, infine, il prezzo del petrolio: il future ottobre sul Wti cede l'1,13% a 46,22 dolla ri al barile.
2.PIL: ISTAT, IN III TRIMESTRE ATTESO +0,3%, CRESCITA ACQUISITA 2015 +0,7%
Radiocor - 'La crescita' del Pil 'e' attesa continuare sugli stessi ritmi' del secondo trimestre (+0,3%) 'anche nel terzo trimestre ma il rallentamento del commercio mondiale avra' un impatto sulle esportazioni diminuendo l'apporto favorevole della componente estera'. E' l'indicazione fornita dall'Istat nella nota mensile sull'andamento dell'economia italiana.
'Sulla base del modello di previsione di breve termine dell'Istat - si legge nella nota - la variazione congiunturale reale del Pil prevista per il terzo trimestre e' pari a +0,3%, con un intervallo di confidenza compreso tra +0,1 e +0,5%. In presenza di un rallentamento delle esportazioni, condizionate dalla decelerazione delle economie dei paesi emergenti, la domanda nazionale (al netto delle scorte) e' attesa fornire il principale contributo positivo al Pil. In questo scenario, la crescita acquisita per il 2015 e' pari allo 0,7%'.
3.MERCATI: TRA INCERTEZZE E VOLATILITA', OTTIMISTI SU PIAZZA AFFARI AL 43% (ASSIOM FOREX)
Radiocor - La tempesta cinese potra' avere strascichi sui mercati, ma al momento non cosi' pesanti da compromettere l'ottimismo con cui gli operatori guardano a Piazza Affari per i prossimi sei mesi. L'andamento sara' sicuramente piu' volatile, viste le incertezze su Cina, tassi Fed, ripresa economica, dinamica del petrolio, ma la direzione positiva dei listini non dovrebbe cambiare.
E' quanto emerge dalla ricerca che Assiom Forex effettua, in collaborazione con 'Il Sole 24 Ore Radiocor', tra i propri soci. Nel sondaggio di agosto la quota di chi stima la Borsa 'in rialzo' e' calata al 43% dal 57% di luglio, mentre e' salita sia quella di chi la vede 'stabile' (al 34% dal 28%) sia quella di chi non esclude 'un calo' e 'un forte calo' (complessivamente al 15% dal 9%). A favore gioca l'accresciuta avversione al rischio che sta spingendo la liquidita' verso le piazze occidentali (soprattutto europ ee, piu' sottovalutate) a scapito di quelle emergenti.
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Proprio questa liquidita' sta ridisegnando anche le aspettative sull'euro: la quota di chi lo vede in rialzo sul dollaro e' salita in agosto ai massimi dall'aprile 2014: al 22% dal 10%, mentre si e' confermata al 39% la percentuale di chi scommette sulla stabilita' e ha perso terreno chi lo stima in calo (al 36% dal 47%). A sostenere l'euro il fatto che la Bce e' sempre piu' convinta che lo strumento del 'Qe' stia avendo gli effetti previsti sull'inflazione e una Fed che non ha piu' tanta fretta a stringere le redini perche' l'economia Usa non e' cosi' brillante come atteso e per valutare meglio l'impatto 'Cina'.
Scenario tranquillo per lo spread con la grande maggioranza, 76% contro il 55% di luglio, che lo stima nei prossimi sei mesi a 100/125 punti. Il petrolio, secondo la ricerca, rimarra' volatile: il 47% lo vede stabile, il 29% in calo e il 24% un rialzo. Tra gli operatori c'e' caute la per gli effetti delle svalutazioni della valuta cinese: il 53% intravede effetti negativi per i mercati e il 47% effetti minimali o di assai lieve entita'.
4.TELECOM: VIVENDI, QUOTA IN BILANCIO A 2,28 MLD, SMONTAGGIO DERIVATO COSTA 25MLN
Radiocor - La quota del 14,9% detenuta in Telecom Italia vale 2,285 miliardi di euro nel bilancio semestrale di Vivendi, 30 milioni in meno rispetto ai 2,315 miliardi che figurano come valore di acquisto. Lo 'smontaggio' di un derivato su parte della quota, inoltre, e' costato al gruppo presieduto da Vincent Bollore' un pagamento di 25 milioni a fine agosto. La documentazione di Vivendi - consultata da Radiocor - sottolinea peraltro come l'entrata in Telecom Italia sia avvenuta 'in modo molto vantaggioso per gli azionisti di Vivendi'.
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Il rapporto semestrale ricostruisce la costituzione della partecipazione nell'operatore italiano e anche il complesso iter degli strumenti di copertura sui titoli. Era il 24 giugno scorso quando, sulla scia degli accordi siglati con Telefonica nell'estate 2014, Vivendi ha annunciato di essere diventata 'azionista di riferimento' di Telecom per effetto di alcune operazioni. Il gruppo transalpino ha infatti acquisito quel giorno da Telefonica un pacchetto dell'8,24% di Telecom in cambio del 4,5% del capitale di Telefonica Brasil.
Tra il 10 e il 18 giugno - spiega il documento - Vivendi ha poi acquistato direttamente in Borsa l'1,90% di TI e il 22 giugno ha acquisito presso un'istituzione finanziaria un blocco pari al 4,76%, con un esborso complessivo nelle due operazioni di 1,044 miliardi. Il 14,9% finale e' contabilizzato tra le 'attivita' disponibili alla vendita' al suo valore di mercato al 30 giugno, cioe' 2,285 miliardi. Nel quadro di questa operazione - spiega ancora la relazione - Vivendi 'il 22 giugno ha costituito una copertura su un pacchetto pari al 5,6% delle azioni Telecom Italia, su un periodo di 3 anni, tramite un 'tunnel' a premio zero, consistente in un'opzione di vendita acquisita da Vivendi e un'opzione di acquisto venduta da Vivendi'.
Il 30 giugno, 'al fine di trarre vantaggio dalle condizioni di mercato favorevoli, Vivendi ha smontato questa copertura in contanti e contratto uno 'swap' sul 4,7% dei titoli, su un periodo di 3 mesi, in base al quale Vivendi sarebbe pagatore di un conguaglio pari alla differenza positiva tra la quotazione del titolo Telecom Italia e il prezzo di riferimento di 'smontaggio' del 'tunnel''. Il 26 agosto scorso, Vivendi 'ha smontato questo strumento in contanti per il 98% del suo valore nozionale, con un conguaglio netto di circa 25 milioni tenuto conto dell'evoluzione del titolo Telecom Italia dal 30 giugno scorso'.
Nella semestrale Vivendi sottolinea che 'l'uscita dalle tlc in Brasile e l'entrata nel capitale di Telecom Italia e' avvenuta in entrambi i casi in modo molto vantaggioso per gli azionisti di Vivendi. La valorizzazione di Gvt (la controllata brasiliana, ndr) e' stata fatta, in occasione della firma degli accordi nel 20 14, su una base superiore a 10 volte l'ev/ebitda e quella di Telecom Italia e' intervenuta su una base stimata a 6,8 volte l'ev/ebitda nel 2015'.
marco patuano ad telecom italia
Il 30 giugno scorso il titolo Telecom ha chiuso a 1,138 euro, mentre oggi attorno alle 13,30 quota 1,109 euro. Il primo settembre - come riportano le slides della semestrale di Vivendi - il valore totale della quota detenuta dal gruppo francese era di 2,1 miliardi di euro a fronte di una quotazione di chiusura a 1,063 euro. La partecipazione dello 0,95% detenuta in Telefonica - riveniente sempre dalla cessione di Gvt - valeva invece 0,6 miliardi di euro.