Sandra Riccio per la Stampa
All' indomani del referendum ripartono le manovre sulle banche. Francesco Iorio, ad di Banca Popolare di Vicenza, ha comunicato le sue dimissioni dalla carica che gli era stata affidata un anno e mezzo. Al suo posto oggi sarà nominato Fabrizio Viola. L' ex ad del Monte dei Paschi, però, non si fermerà lì ma sarà nominato anche a capo di Veneto Banca, l' istituto destinato a fondersi con Vicenza.
Il programma del matrimonio sarà presentato entro fine anno. Al dossier stanno lavorando i consulenti esterni e il management degli istituti. Iorio, manager in uscita, era arrivato a Vicenza nel momento più difficile dell' istituto a giugno 2015, con l' obiettivo di varare un aumento di capitale da un miliardo e poi di quotare la banca veneta in Borsa. L' operazione non si è realizzata mentre è seguita invece la ricapitalizzazione per 1,5 miliardi grazie all' intervento del fondo Atlante, gestito da Alessandro Penati.
Il consiglio di amministrazione ieri ha espresso il proprio unanime e convinto ringraziamento, apprezzando l' alta qualità del lavoro svolto e la competenza, la trasparenza e l' impegno con cui Iorio ha guidato la banca. In sostituzione di Iorio sarà chiamato dunque Viola, ex ad di Mps. Ma l' arrivo del manager nel Nord Est assumerà una portata ben maggiore: già oggi, infatti, potrebbe essere nominato non solo alla guida di Vicenza, ma anche amministratore delegato di Veneto Banca.
Una deroga in tal senso sarebbe stata chiesta alla Bce dal Fondo Atlante. Nei mesi scorsi, nell' ambito della cessione dei crediti deteriorati del Monte dei Paschi, il banchiere ha avuto modo di lavorare con i vertici del fondo, che dopo gli aumenti da 1,5 e 1 miliardo ha in mano oltre il 95% del capitale sia di Popolare di Vicenza che di Veneto Banca. Un cambio in corsa ma che accelererà il progetto di fusione in corso. Accanto a Viola, a Montebelluna, Cristiano Carrus resterà in qualità di direttore generale.
A Vicenza, invece, il neo ad farà il suo esordio il 13 dicembre quando la popolare terrà un' assemblea degli azionisti per votare l' azione di responsabilità contro la passata gestione, passo già intrapreso da Veneto Banca. «I danni causati dalla gestione dei vertici in carica fra il 2013 e il 2015» ha scritto l' altro giorno l' istituto in un documento in vista della riunione dei soci, «si può ragionevolmente stimare nell' ordine di diverse centinaia di milioni di euro».
GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI
Nel mirino, dunque, l' ex presidente Gianni Zonin, il suo braccio destro Samuele Sorato, per lungo tempo direttore generale, e altri consiglieri d' amministrazione. Occhi puntati anche su Kpmg, perché «la natura delle violazioni sin qui emerse lascia già intravedere possibili profili di responsabilità».