MEZZA UNICREDIT DI TRAVERSO SU MUSTIER – L’AD VUOLE ACCELERARE IL RICAMBIO DEL PRESIDENTE, SENZA ASPETTARE LA SCADENZA DI GIUSEPPE VITA. LARGA PARTE DEL CDA E' CONTRARIA - IL FRANCESE PUNTA SU ALBERTO CRIBIORE, DAL '75 NEGLI USA – IL VERO CONFIDENTE DEL FRANCESE E’ ANTONY WYAND. COME LUI VIENE DA SOCIETE’ GENERALE E COME LUI HA ESPERIENZE MILITARI

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1. BONAURA PENSACI TU...

DAGONOTA

jean pierre mustier con elkette l alce peluche di mustier jean pierre mustier con elkette l alce peluche di mustier

 

Jean Pierre Mustier è rimasto molto seccato, deluso, dal malumore che sta montando nel consiglio d’amministrazione di Unicredit. Diversi consiglieri (soprattutto quelli espressione delle Fondazioni, e non solo) avrebbero fatto sapere all’amministratore delegato che non condividono l’accelerazione imposta al ricambio del presidente Giuseppe Vita. E lo accusano di volersi scegliere un presidente “a sua immagine”.

 

giuseppe vita giuseppe vita

Avrebbero anche saputo che Mustier starebbe cercando di convincere il radiologo siciliano a fare un passo indietro, così da chiudere la pratica in tempi brevi, senza aspettare l’assemblea del prossimo anno. E per bloccare il blitz si sarebbero anche rivolti a Vincenzo Bonaura che, oltre ad essere vice presidente di Unicredit, presiede anche il comitato nomine. Gli avrebbero chiesto di far rispettare lo statuto e di consigliare l’ad di rispettare le scadenze previste.

VINCENZO BONAURA VINCENZO BONAURA

 

E’ ormai di dominio pubblico che Mustier si sia affidato ad Alessandro Fusco di Egon Zehnder per individuare il profilo del prossimo presidente. Una mossa che nel cda della banca viene interpretato come un segno di come l’ad non intenda recedere dalla volontà di fare il cambio in tempi brevi.

 

L’unica spalla pronta a consolare (ed assecondare) le smanie del capo azienda è quella dell’inglese Antony Wyand, membro del cda di Unicredit. E’ un uomo che Mustier conosce bene, visto che è stato anche vice presidente di Société Générale. In più, entrambi hanno avuto esperienze militari. Il francese nella Legione Straniera, il britannico nel Royal Military College in Canada. 

 

 

2. TU VO’ FA’ L’AMERICANO

Occhio di Lince per Lettera 43

antony wyand antony wyand

 

Ma non si è detto che il prossimo presidente di Unicredit deve essere italiano? E non si è detto che deve essere italiano per dare rappresentanza agli azionisti nazionali della banca e per ribadire che la sua internazionalità non può cancellare l’origine e le radici italiche? Eppure quel sciovinista di Jean Pierre Mustier – a proposito, quel che non si è detto, è che il presidente deve compensare l’amministratore delegato pervicacemente francese, ma era chiaramente implicito – fa lo gnorri e ci prova. Infatti, il suo nome per la sostituzione di Giuseppe Vita è Alberto Cribiore.

 

UN ITALIAN MAN IN NEW YORK

Italiano, direte voi. Italiano un piffero. Cribiore è sì nato in Italia (Milano 1946) e si è laureato alla Bocconi, ma dal 1975 vive stabilmente a New York, dove si è totalmente americanizzato. A Wall Street è considerato un banchiere di discreta influenza, visto che ha iniziato lavorando per l’Ifint (poi Exor), la holding della famiglia Agnelli, cosa che gli ha consentito, grazie alla protezione di Gianluigi Gabetti e Mario Garraffo, di mettere il naso nei salotti buoni newyorkesi.

 

ALBERTO CRIBIORE ALBERTO CRIBIORE

Questo gli ha aperto le porte prima di Warner Communication (poi fusa con Time) e poi di Clayton, Dubilier & Rice, uno dei maggiori gruppi Usa di private equity, diventandone uno dei principali azionisti. Nel ’97 si mette in proprio con Brera Capital, mentre a fine 2007 diventa presidente protempore di Merrill Lynch (per un mese e mezzo), per poi passare a Citigroup, dove dal 2008 è vice presidente della divisione clientela internazionale.

 

IL RICHIAMO DELLA SCALA

Neppure la moglie, Raffaella, è rimasta italiana: insegna alla Columbia e negli Usa è considerata una dei massimi esperti di egittologia e papirologia. L’unico legame con l’Italia è il cibo: la coppia – che vive nell’elegante Sutton place, in una casa che accede a un giardino privato reso famoso da una panchina, immortalata da Woody Allen nel film Manhattan – frequenta il Felidia, un ristorante italiano gestito da Lidya Bastianich nel Midtown. Melomane, Cribiore a Milano torna per andare alla Scala, anche se da filantropo i suoi soldi li ha messi per aiutare il Metropolitan.

Daniel Bouton Daniel Bouton

 

Insomma, definire Cribiore il presidente italiano che Unicredit si aspetta è dura, ma Mustier si è incaponito. Anche perché a suggerirgli quel nome è stato il suo ex capo a Société Générale, Daniel Bouton, un banchiere che l’amministratore delegato di Unicredit considera un maestro e a cui è devoto. Qualcuno dice che è anche questione di comuni affiliazioni, ma va a sapere, io di grembiulini non capisco niente.

 

Sta di fatto che quando Bouton era pdg di SocGen aveva individuato Mustier come suo successore ma poi è arrivato il caso esplosivo del trader infedele Jerome Kerviel, che ha procurato alla banca transalpina un buco da 5 miliardi e a Mustier è costato il posto. Ma il rapporto tra lui e Bouton è rimasto inalterato, a prova di bomba. E quando il suo ex capo ha fatto il nome di Cribiore, l’uomo che ha fatto dell’alce peluche di nome Elkette quello che Marchionne ha fatto del maglione, ha subito detto «oui».

 

IL MURO DELLE FONDAZIONI

giuseppe guzzetti giuseppe guzzetti

Viceversa hanno detto «non» gli uomini delle fondazioni, Verona in testa, confortati dal parere del presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti. «Vogliamo un banchiere italiano, non uno americano di origine italiana, amico dei francesi, anche perché in cda ci sono già 7 consiglieri non italiani su 17, e non è il caso di andare oltre», hanno tuonato, dicendo a Mustier che Vita gode di buona salute e non c’è nessun bisogno di affrettare la sua sostituzione, visto che con una forzatura vorrebbe già mettere la nomina del nuovo presidente, o quantomeno la scelta, all’ordine del giorno del consiglio di amministrazione del prossimo 8 novembre.

lucrezia reichlin lucrezia reichlin

 

THE DI FUSCO'S LIST

Anche perché è al lavoro Alessandro Di Fusco di Egon Zehnder, che ha già stilato una lista di italiani doc e sta intensificando la ricerca dei nomi, facendo discreti sondaggi sui potenziali candidati. Chi c’è in questa lista? Uno sicuramente non c’è: quello di Lucrezia Reichlin, che dopo aver fallito il tentativo di impossessarsi la poltrona di Ignazio Visco alla Banca d’Italia, non disdegnerebbe di provarci con quella di Vita. Viceversa nella lista di Di Fusco ci sono 10 nomi, alcuni dei quali sono già stati dati in pasto ai giornali per bruciarli (presumibilmente da qualcuno di Unicredit) e altri sono rimasti coperti. Prossimamente il vostro Occhio di Lince li scoprirà.

 

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