DAGONOTA - Nei salotti finanziari milanesi non si parla solo della successione in Banca Intesa o delle turbolenze in Unicredit (anche lì c'è una successione in vista): si fa un gran rumore anche sulla lite tra Alberto Nagel, amministratore di Mediobanca, e Mario Greco, l'uomo che lo stesso Nagel scelse per guidare Generali dopo la fine dell'era Perissinotto. Come mai allo sponsor di Piazzetta Cuccia prudono le mani per far fuori il manager di Trieste?
Schiacciato dallo strapotere di Bolloré, Nagel avrebbe più volte chiesto a Greco di acquistare una delle banche italiane che sono alla disperata ricerca di un compratore. Mediobanca ha smesso di fare la cassaforte dei poteri marci, ma sperava di farlo ''per procura'', attraverso la sua quota di controllo su Generali, per tornare ad avere un ruolo nella politica industriale italiana e avere qualche cambiale da incassare col governo Renzi.
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Peccato che Mario Greco ha appena venduto una serie di partecipazioni ''non-core'', tra cui la redditizia e opaca Banca della Svizzera Italiana (Bsi), e dunque non ha affatto intenzione di ributtarsi nel settore delle banche commerciali. Le basta la sua Banca Generali, specializzata nella gestione del risparmio, che non risente troppo dei casini (e delle ire popolari) del nostro sistema finanziario.
Greco ha messo le cose in chiaro con Nagel: se mi imponi scelte che non condivido, io ho già un'offerta per andare a guidare Allianz, una società che conosce molto bene dopo aver lavorato per la sua controllata in Italia, la RAS.
Dall'articolo di Nicola Porro per ''il Giornale''
Ps Anche sulle Generali girano voci di tutti i tipi. Riguardo al suo vertice, si intende. Qui il vero motivo per cui Mario Greco, potrebbe uscire di scena, per andare a guidare un gruppo concorrente, sarebbe invece da ricercarsi nei rapporti molto meno fluidi di un tempo con il suo azionista, Mediobanca e il suo amministratore Alberto Nagel. Diplomazie al lavoro per ricucire.