Umberto Mancini per "il Messaggero"
Alitalia ha ancora la supremazia. Dai documenti interni dell'Enac, che il Messaggero ha potuto consultare, emerge infatti che Ryanair nel 2011 ha effettuato 152.658 movimenti (ovvero voli) in Italia e trasportato poco più di 22 milioni di passeggeri, 6 milioni in meno da quanto dichiarato dalla compagnia poco tempo fa. Alitalia invece si è attestata a quota 25 milioni di passeggeri, mantenendo la leadership sui cieli italiani.
RyanAirIl gap è rilevante. Perché in gioco non c'è solo una questione di prestigio, pur importante sotto il profilo del marketing e del presidio del territorio. Ma si tratta di un punto chiave sotto l'aspetto industriale e di sviluppo. Una questione con forti implicazioni sia per quanto riguarda le prospettive future, sia per le strategie di crescita. In un settore, i dati sono sotto gli occhi di tutti, dove la competizione, anche a causa della crisi economica, si fa ogni giorno più dura.
MICHAEL O LEARYI dati dell'Enac rappresentano una vera doccia fredda per Ryanair che, tra l'altro, ha anche annunciato le cifre sul "load factor", cioè sull'indice di riempimento delle aeromobili, che destano alcuni dubbi e perplessità. Per la società low cost irlandese, il coefficiente medio di riempimento degli aerei si è attestato all'82 per cento, sempre nel 2011, «in linea con l'intera rete della compagnia».
Le perplessità sono legate al fatto che Ryanair utilizza un solo modello di aeromobile, il Boeing 737-800 configurato a 189 posti. Ebbene se si fanno le somme (nel 2011 Ryanair ha operato sull'Italia una capacità totale di 28.835.352 posti (152.658 x 189), qualcosa non quadra. In sintesi, se questa è la capacità effettiva, ovvero il totale dei posti offerti nell'arco dell'intero anno, in Italia Ryanair avrebbe avuto un coefficiente di riempimento del 76%. Molto meno di quanto sbandierato.
Quindi non solo non è vero - se queste sono le cifre esatte - che hanno realizzato in Italia un coefficiente di riempimento del 82%, ma hanno addirittura fatto 8 punti meno della media realizzata in Europa dalla stessa compagnia (82%). Insomma, c'è poco chiarezza sui numeri ufficiali. E visto che si tratta di un'azienda quotata, le cui informazioni sull'andamento industriale rappresentano un fattore price sensitive, l'impatto può essere davvero destabilizzante.
Sabelli e Colanino, Ad e Presidente di AlitaliaALITALIAIn attesa di sciogliere questo nodo, Alitalia può quindi godersi la leadership, con una quota di mercato domestico che, calcolata sulla base dei dati di Assaeroporti, è di circa il 50%. Con 3 milioni in più di passeggeri trasportati rispetto ai temibili concorrenti della low cost.