Mirko Molteni per "Libero Quotidiano"
Due filibustieri della finanza, George Soros e Bill Gates, hanno investito 41 milioni di dollari nel business dei tamponi rapidi, affare d’oro in tempi di Covid. Accade proprio mentre si va verso l’obbligo, in pratica, del Green Pass, poiché si prevede un aumento della richiesta di tamponi frequenti da parte di chi è disposto a test continui pur di non farsi vaccinare.
Come era stato anticipato nei giorni scorsi dal giornale britannico The Telegraph, e poi confermato da Forbes, i due “paperoni” si sono alleati formando un consorzio fra il Soros Economic Development Fund dell’omonimo miliardario americano di origine ungherese e la Bill&Melinda Gates Foundation del guru dell’informatica e della sua ex-moglie Melinda.
È l’iniziativa Global Access Health (GAH) attraverso cui Gates e Soros hanno acquistato l’azienda britannica Mologic, nata nel 2003 e leader nella diagnostica rapida, soprattutto avendo sviluppato per il Covid-19 un tampone-lampo “a flusso laterale”, che dà risultati nel giro di 10 minuti.
Tampone che la società aveva sviluppato nei mesi scorsi utilizzando anche un generoso contributo di 1milione di sterline dal governo di Londra. Ufficialmente, Soros e Gates sostengono che l’acquisto di Mologic ha lo scopo di aiutare i paesi poveri copiando la procedura del tampone rapido nei test per malattie tropicali come il dengue, la schistosoma (o bilharzia) e l’oncocercosi (o cecità fluviale). Ma è palese che il mercato Covid sarà quello trainante. Del resto, Gates, è noto come il massimo donatore privato dell’Oms e le mani in pasta nella salute già le ha.
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