Fabio Pavesi per Verità e Affari
Nella guerra tattica, sul fronte economico, tra sanzioni occidentali e contromisure russe c’è di fatto un unico vincitore. Soprattutto sul fronte energetico. La grave dipendenza da gas e petrolio dei Paesi occidentali è il Tallone d’Achille in questa battaglia.
Gazprom, la poderosa azienda di Stato, lo sa bene e si comporta di conseguenza. Il taglio delle forniture di gas ai Paesi europei, deciso in questi giorni, fa e farà molto male ad aziende e cittadini occidentali e non scalfisce di fatto la potenza finanziaria del colosso energetico in mano a Putin.
Vladimir Putin al Forum di San Pietroburgo 4
L’effetto del taglio è stato immediato con una nuova risalita dei prezzi del gas che galoppano ormai da tempo. Certo meno volumi da esportare per Gazprom che però grazie al rialzo continuo delle quotazioni mantiene eccome il suo trend di ricavi e utili.
Basti vedere i conti del colosso di Stato che, anche prima della guerra grazie all’impennata dei prezzi, avevano prodotto bilanci record per Gazprom. Nel 2021 infatti l’azienda pubblica ha visto esplodere utili e fatturato da vendite. I ricavi sono saliti l’anno scorso a 136 miliardi di dollari con un progresso del 62% sull’anno precedente. Mai il colosso energetico russo aveva mai toccato livelli di fatturato così elevati nella sua Storia.
Un anno da incorniciare grazie al rialzo dei prezzi del gas partito già nell’estate autunno del 2021 anche sul fronte della redditività. L’anno scorso Gazprom ha chiuso i conti con un utile netto eclatante a 27 miliardi di dollari, ben il 20% del totale di ricavi record.
Nel 2020 gli utili furono di meno di 2 miliardi di dollari inficiati dalle chiusure produttive nel mondo causa pandemia. Utili più che decuplicati quindi nell’anno dell’esplosione dei prezzi del gas.
Tanto per dare un’idea dell’exploit di Gazprom, un gigante come Bp ha fatturato nel 2021 156 miliardi con un utile di soli 7 miliardi. O Chevron che con ricavi simili a Bp ha fatto utili per 15 miliardi poco più della metà del gigantesco monte profitti di Gazprom. E questi sono i numeri dell’anno pre-guerra in Ucraina. Il gas ha continuato a inanellare record su record nelle quotazioni e questo vuol dire un impatto potente sui conti di Gazprom. Non ci sono ancora dati sull’andamento dei primi mesi del 2022 per il colosso russo, ma tutti induce a pensare che ricavi e utili abbiano continuato a macinare rialzi potenti.
DOPO IL 2021 DA RECORD IL 2022 SI APPRESTA A DOPPIARE IL RISULTATO
Ci sono stime di consenso raccolte da S&P Global market intelligence che vedono Gazprom aver chiuso i primi 3 mesi del 2022 con ricavi per 57 miliardi di dollari e utili per 15 miliardi. In soli tre mesi con le quotazioni impazzite del gas, il colosso di Stato russo avrebbe fatto ricavi per quasi la metà di tutto il 2021 e con utili per il 40% dell’intero monte profitti dell’anno prima. Le stime proiettate sull’intero anno danno ricavi complessivi per 162 miliardi di dollari con utili netti per 56 miliardi il doppio dell’utile record dell’anno scorso.
Certo sono stime e occorrerà vedere nel bilanciamento tra taglio delle forniture e aumento unitario del prezzo del gas, quanto il mix impatterà sui conti. Ma quel che è certo è che la potenza economica-finanziaria del gigante di Stato dell’energia non potrà che aumentare. Altro che sanzioni a indebolire Putin. Assisteremo all’effetto contrario. Paesi europei verso il razionamento, aumenti ancora più considerevoli delle bollette. Mentre Gazprom, il forziere della Federazione russa non potrà che rinvigorirsi.
ANCH ROSNEFT FESTEGGIA
Discorso analogo per il colosso del greggio Rosneft. Anche qui il balzo continuo del prezzo dell’oro nero ha dato una mano vigorosa ai conti dell’altro gigante pubblico russo dell’energia. Rosneft solo l’anno scorso ha visto ricavi salire a 149 miliardi di dollari contro i soli 88 miliardi del 2020 con un utile netto cresciuto di ben 7 volte a quota 15 miliardi di dollari. Anche per Rosneft l’onda lunga della continua ascesa del greggio impatterà con forza sui conti anche di quest’anno.
Le stima di consenso vedono l’utile netto di Rosneft salire quest’anno a ben 23 miliardi di dollari. La battaglia energetica tra Occidente e Putin rischia di avere un solo vincitore. I colossi dell’energia russa e con essi le finanze di Mosca che le sanzioni avrebbero dovuto indebolire. Un boomerang economico per l’Europa.