Giovanna Predoni per www.lettera43.it
Salvatore e Jonella LigrestiPer la Procura di Milano - che sta indagando - si tratta di una vicenda più inquietante del San Raffaele, che già sembrava un record mondiale in fatto di opacità e intrighi. Ma più i magistrati spulciano nella carte di Fondiaria-Sai, e più si delinea il groviglio di strane operazioni nei conti del gruppo assicurativo, a cavallo tra conflitto di interessi, falso in bilancio, totale assenza di trasparenza. Nonché una selva di transazioni con parti correlate i cui costi, in ultima istanza, venivano scaricati sui bilanci della società che ha chiuso il 2011 con oltre 1 miliardo di perdite.
Giulia Paolo Jonella e Salvatore LigrestiIL BANCOMAT FONDIARIA-SAI.
Insomma, Fondiaria-Sai era utilizzata come una specie di bancomat, sempre pronta ad assecondare i maneggi degli azionisti principali, i Ligresti, si trattasse di addebitarle salatissime note spese o addirittura l'acquisto a prezzi spropositati di società decotte della famiglia (come gli alberghi di Ata Hotel).
UN METODICO CONFLITTO DI INTERESSE
Perché il conflitto di interessi non era un fatto sporadico ma un metodo di sistema che permeava l'azienda. Si andava dall'obbligo di acquistare la modulistica assicurativa da aziende collegate ai Ligresti alla costosa regalistica che attingeva a piene mani dal catalogo della Gilli, il marchio di borse commercializzato da Giulia Ligresti, presidente di Premafin, la holding che controlla la compagnia assicurativa. O alle aziende vinicole di proprietà personale della famiglia, poi puntualmente vendute alla compagnia.
GALASSIA DI AZIENDE.
Stessa musica per i sistemi informatici, dei cui ordinativi era destinataria una società anch'essa vicina alla famiglia. E dei vari meeting della compagnia, alla cui organizzazione provvedeva un'altra azienda collegata.
Fondiaria-Sai sosteneva poi il mantenimento e la sponsorizzazione dei cavalli del suo presidente, Jonella Ligresti, spesso provvedendo in toto a costose trasferte all'estero.
LA CRISI DI PREMAFIN.
Un andazzo che è durato fino a tutto lo scorso anno, quando già i conti dell'azienda e della controllante Premafin versavano in grave crisi. Quella Premafin che, una volta entrate le banche ai piani alti, si è anche vista recapitare da parte dei componenti della famiglia Ligresti onerose note spese da liquidare. Tutte rimandate al mittente.
IL VIAGGIO «CONTESTATO».
Come quella riguardante il noleggio di un elicottero da parte di Giulia Ligresti: un volo di nove ore costato 100 mila euro. Una vicenda che ha molto irritato la presidente di Premafin, al punto da indurla a una velenoso sfogo privato sul fatto che i banchieri le contestassero quel viaggio fatto in compagnia di Roberta Furcolo, moglie di Alberto Nagel, l'amministratore delegato di Mediobanca impegnato in questi mesi proprio nel salvataggio del gruppo.
Ma non è stato quello il solo viaggio su cui i controller di Premafin hanno eccepito. Nel 2011, sempre a Giulia sono state rimborsate spese per 20 ore di volo in elicottero. Poco più di 200 mila euro di spesa.