Luca Monticelli per “la Stampa”
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
Quasi metà della legge di bilancio dipende da Bruxelles. I veti dei Paesi frugali e del gruppo di Visegrad, che minacciano di ritardare l' avvio del programma "Next Generation Eu", sono un problema per l' Italia. La manovra da 40 miliardi annunciata dal ministro Roberto Gualtieri, infatti, si regge sui 22 miliardi in deficit stabiliti nella nota di aggiornamento al Def (Nadef) e su circa 15 miliardi di "grants", i soldi a fondo perduto attesi nel 2021 grazie al Recovery Fund.
La Nadef li considera senza dettagliare quando saranno disponibili, se dalla primavera o più avanti nel tempo. Proprio la contabilizzazione di queste risorse è la ragione principale che ha fatto slittare il documento di finanza pubblica al Cdm di lunedì, dopo il Consiglio europeo.
«La stesura è particolarmente complessa», ha ammesso il ministro Roberto Gualtieri, intervenendo ieri prima al Festival delle città e poi in audizione al Senato. Il ministro ha fatto capire che il negoziato è in corso, ma lui è ottimista: il Mef non vede il pericolo che il menu della legge di bilancio debba essere stravolto per colpa di qualche leader Ue che non vuole pagare il conto.
roberto gualtieri giuseppe conte 3
«Siamo fiduciosi che queste visioni diverse verranno finalizzate - ha spiegato l' inquilino di via XX settembre - è normale che ci sia una trattativa, supereremo gli ostacoli». Perciò conferma la tabella di marcia: «Il 15 ottobre presenteremo lo schema di Recovery plan con una articolazione dei progetti e una allocazione delle risorse.
Ci confronteremo con la Commissione europea per essere pronti il primo giorno utile quando i regolamenti saranno approvati». Il feedback di Bruxelles è determinante perché le norme saranno anticipate nella legge di bilancio, così da attuarle fin dall' inizio del 2021.
GIUSEPPE CONTE IN UN MOMENTO DI PAUSA DURANTE LE TRATTATIVE SUL RECOVERY FUND
«Dopo ci sarà un' integrazione delle risorse che abbiamo già stanziato», ha sottolineato il numero uno del Tesoro. Che tradotto vuol dire: spendiamo i 22 miliardi che prendiamo a debito (l' 1,3% del Pil), poi aggiungeremo la quota di "grants" quando arriveranno nella seconda metà dell' anno prossimo.
L' idea è questa: si emetteranno titoli sul mercato da sostituire in un secondo momento con i "loans", i prestiti Ue con tassi inferiori. E allo stesso modo si potrebbe fare in attesa dei soldi a fondo perduto, gonfiando un po' il deficit nel Def di aprile per poi riabbassarlo. Insomma, si valuta se usare i miliardi del Recovery come rimborso di spese già effettuate, sulla falsariga del Sure con la cassa integrazione.
SANCHEZ CONTE RUTTE ALLA DISCUSSIONE SUL RECOVERY FUND
Oltre al fisco, Industria 4.0 e il taglio del cuneo il governo vuole cogliere l' opportunità di raddoppiare gli investimenti e «portarli sopra il 4% del Pil».
L' impatto del Recovery Fund sulla crescita sarà molto alto nei primi anni, assicura il ministro dell' Economia, per poi garantire sul lungo periodo un effetto «tra lo 0,2 e lo 0,5% strutturale». Davanti alle commissioni di Palazzo Madama, Gualtieri ha riferito il quadro macro della nota di aggiornamento e si è soffermato sul debito pubblico che passerà dal 158% al 155,6% nel 2021 e proseguirà in una discesa graduale al 153,4% nel 2022 e al 151,5% nel 2023 per arrivare sotto il 130% alla fine del decennio. La spinta di bilancio e gli stimoli continueranno, tanto che l' intenzione è varare due manovre espansive prima di far rientrare il deficit sotto il 3% dal 2023.
Intanto ieri è entrata in vigore la misura del decreto Agosto che riduce del 30% il costo dei contributi dei dipendenti delle imprese nel Mezzogiorno. Secondo il ministro del Tesoro è un provvedimento «storico che servirà da volano a investimenti e occupazione». Finanziato solo fino a dicembre, per essere stabilizzato avrà bisogno del denaro europeo.
PAOLO GENTILONI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI conte rutte MARK RUTTE GIUSEPPE CONTE conte gualtieri