1. TIM, GENISH RASSICURA
Massimo Restelli per il Giornale
Dopo la vittoria di Elliott all' assemblea Telecom di venerdì scorso, che ha visto finire all' angolo Vivendi, e gli strali scagliati dal ministro dello Sviluppo Carlo Calenda contro i «predatori» francesi, Amos Genish tenta la distensione in Telecom Italia, rassicurando per lettera il top management del gruppo che il piano industriale non cambia.
Non solo il direttore generale di Tim mette in chiaro - ed è il fulcro «politico» della sua missiva - di aver ricevuto, dopo il voto in assise, «numerose telefonate» di «sostegno a tutta la squadra» sia da parte del top management del fondo Usa sia di Vivendi. «Lo stesso sostegno lo abbiamo ricevuto anche da tutti gli altri nostri principali azionisti. Mi aspetto» che il nuovo consiglio «farà lo stesso», scrive Genish. La stessa Cdp ha in mano il 5% circa.
Il nuovo board si riunisce per le prima volta questo pomeriggio a Roma alle 17 per scegliere Fulvio Conti presidente e, a meno di strappi, affidare le deleghe di ad a Genish: la lista Elliott ha ottenuto 10 posti contro i 5 di Vivendi.
Riunione che, da quanto trapelava ieri sera, il presidente uscente Arnoud de Puyfontaine sarebbe però orientato a «disertare». Una assenza politica da leggere nell' ambito della strategia di Vivendi, ora in minoranza, di iniziare con i suoi 5 consiglieri una sorta di controllo da bordo campo, delle mosse della «nuova» Telecom.
Sia su nodi come la sicurezza, e quindi Sparkle, sia sulla composizione dei comitati interni.
Un passo questo di Vivendi preliminare a qualsiasi futura decisione, comprese eventuali battaglie legali.
«Siamo sulla strada giusta, proseguiamo il cammino con rinnovato impegno a lungo termine», sottolinea Genish, ringraziando la squadra e notando come il ribaltone in assemblea abbia cambiato il cda, ma non «il cammino intrapreso» nè il piano industriale che è stato analizzato dagli azionisti e ha «ricevuto grande apprezzamento» da parte di tutti».
Quindi l' esortazione: «Sappiate che avete anche il mio pieno supporto. Abbiamo ancora molta strada da percorrere».
A decidere sulla squadra manageriale non è direttamente il cda, ma Genish erge un muro alle voci che danno in bilico la prima linea spedita a Tim da Parigi (a partire dal responsabile acquisti Michel Sibony).
Governance a parte, la ricerca di un percorso condiviso pare comunque ad oggi una mossa quasi obbligata sia per Elliott sia per Vivendi. Perché gli americani (8,8% del capitale) guidano il cda ma i francesi (23,9%) conservano la minoranza di blocco in assemblea straordinaria. Da cui passano elementi chiave del piano come lo scorporo della rete e l' eventuale conversione delle azioni di risparmio.
2. M5S CONTRO IL DOPPIO INCARICO DI GUBITOSI "SPIEGHI COME CONCILIARE AEREI E TELEFONIA"
Da la Stampa
Per il Movimento Cinquestelle la nomina di Luigi Gubitosi nel consiglio d' amministrazione di Tim è l' occasione per alzare il tiro nei confronti di tre commissari di Alitalia. Il primo naturalmente è lo stesso Gubitosi che ha «collezionato una nuova poltrona e un nuovo incarico. Come farà a conciliare questi due incarichi delicati e strategici per il paese è tutto da scoprire», si legge in un post sul blog delle Stelle.
Un attacco evidentemente strumentale, che serve a dare la stura a una serie di contestazioni all' intera struttura commissariale, il cui lavoro secondo M5S «difetta di trasparenza». Dal loro punto di vista «è giunto il momento di avere tutte le delucidazioni del caso».
Per i pentastellati, infatti, «il mercato italiano è il terzo in Europa e il sesto nel mondo e vanta un costo medio del lavoro tra i più bassi a fronte di un indice medio di produttività tra i più alti: possibile che Alitalia non riesca a risalire un minimo la china in un contesto simile». Il M5S conferma il via libera alla proroga della vendita della compagnia aerea ma lo lega all' avvio di un giro di audizioni per «vederci chiaro sull' operato» dei commissari.