Carlo Tecce per "Il Fatto Quotidiano"
GIULIANO FERRARAGiuliano Ferrara è sportivo: "Che c'è? Sono impegnato. Ci sentiamo più tardi". Richiama: "Volete sapere del mio nuovo programma? Bene, potete pure scrivere che sono cornuto, ma vi voglio dare una notizia". Calma, prego: "Una mattina sfogliavo un giornale, leggevo gli ascolti di Rai2 e di Gianluigi Paragone, stanco di manifestazioni, petizioni, appelli e un'ispirazione mi ha travolto".
Che fare in quei momenti di vorace estrosità? Ferrara accende una sigaretta, prende la tastiera e scrive al direttore generale Rai: "Cara Lorenza...". Non c'è bisogno nemmeno di arrivare al punto perché Lorenza Lei, entusiasta per l'offerta, ordina uomini, scalette, studi. E annuncia in Vigilanza: "A gennaio avremo un sostituto di Annozero su Rai2", tanto per far dimenticare il disastro di Star Academy e la scomparsa di milioni di euro in pubblicità.
MICHELE SANTOROIl direttore del Foglio ha spedito la lettera senza ricevuta di ritorno, ma avrà quel che chiede: "Non conosco l'esito. Non posso sapere i progetti di viale Mazzini". Però, quel pezzo di palinsesto che fu di Santoro è un trofeo incustodito: "Ascolta con attenzione, mi spiace che il tono di voce sul giornale valga zero, ma senti il mio gusto: prima eredito la cattedra di Enzo Biagi, adesso il trono di Michele Santoro...". Puntini sospensivi. Manca soltanto Daniele Luttazzi e poi, ironia berlusconiana, l'editto di Sofia è completo. E Qui Radio Londra? "Ah, non ci rinuncio".
LORENZA LEIAnche se l'espatrio di Ferrara è un cerotto per fermare l'emorragia di ascolti su Rai1: il monologo quotidiano è fiacco, il contratto triennale è intoccabile, meglio provare altrove. L'ex ministro di B. è pronto a infiltrarsi nel ciclone campagna elettorale, c'è persino il titolo: "Eccolo: L'esame. Perché vorrei che ci sia un confronto di opinioni, io non sono per la verità estrapolata come il molare dal dentista, io non sono la voce del popolo. Vorrei qualcosa di veloce e dinamico: pochi filmati, due mie interviste a due personaggi diversi, un gruppo di persone che giudica e consente al sondaggista Nando Pagnoncelli di fare le sue statistiche".
Reduce dal balletto di piazza Farnese contro Nicolas Sarkozy, splendido il giro di valzer con Daniela Santanchè, l'ex comunista Ferrara è sempre fedele al Cavaliere. Rientra in quel gruppetto di giornalisti di destra che, senza chiedere permessi, può decidere quando e come lavorare per il servizio pubblico. Poi, il resto è protocollo. Stupida burocrazia. Lorenza Lei, arguta, detta tempi e modi: sede di via Teulada (la più centrale), periodo gennaio-giugno (si vota, magari), massima discrezione (l'operazione vale la riconferma).
MAURO MAZZAPer motivi intellettuali o politici, Ferrara è un fenomeno del genere: sarà l'unico giornalista che, fallito un esperimento di cinque minuti, viene promosso in prima serata per due ore. Il direttore è sincero: "Non mi aspetto cifre esplosive di share, vorrei concedere ai telespettatori due ore di sana e pacata riflessione". Sana, vedremo. Pacata, chissà. Per l'azienda i numeri Auditel sono una categoria dello spirito, poco importa se un giorno Mediaset vince: non si litiga fra parenti.