1. UN LIBRO SPUTTANA IL GRANDE UMBERTO VERONESI. E CHI L’HA SCRITTO? LA MOGLIE! 2. “IN MACCHINA UMBERTO DISSE IMPROVVISAMENTE: "TI DEVO FARE UNA CONFESSIONE". GUARDANDO FISSO LA STRADA: "HO UN ALTRO FIGLIO DI QUATTRO ANNI". MI SENTII GELARE...” 3. “LE SOFFERENZE CHE UMBERTO MI HA INFLITTO, INVOLONTARIAMENTE O VOLUTAMENTE, DEVO CONSIDERARLE, A POSTERIORI, COME IL SALE CHE HA DATO SAPORE ALLA MIA VITA” 4. E GLI E’ ANDATA BENE! “QUESTA È LA SECONDA VERSIONE DEL LIBRO... LA PRIMA L'HO RITIRATA DALLE LIBRERIE, ERA GIÀ STAMPATA. C'ERANO EPISODI, DETTAGLI... NON VOLEVO ENTRARE NELLA VITA DI ALTRE FAMIGLIE O DI ALTRE PERSONE, NON VOLEVO FERIRLI”

Stefano Jesurum per "Io Donna - Corriere della Sera"

Una lunga, meticolosa cartella clinica. Redatta con il distacco misto a empatia per il paziente, tipico dei bravi medici. Che questa volta, però, appunta un decorso particolare, quello della propria esistenza. Ogni vita è un'avventura, alcune lo sono più di altre.

Nel libro "Il cuore, se potesse pensare" Sultana Razon racconta i suoi 81 anni, anni ricchi di tragedie e felicità, anni apparentemente privi di vere sconfitte, ma non di umiliazioni. Il tutto messo a nudo con semplicità. Perché, dice la signora, lei scrive "per i figli e i nipoti, prima che l'oblio e la morte ricoprano di un velo polveroso i pensieri e le esperienze di una vita". Sultana, che si chiamava così da piccola ed è tornata a esserlo da vecchia, in mezzo era a disagio, si presentava come Susanna o Susy.

Undicenne, con la famiglia (ebrei turchi) scende nell'Ade, varca i cancelli di Bergen Belsen, e ne esce. Poi Milano, la povertà, lo studio come salvezza, notte dopo notte. I segni dell'Ade, la malattia, perde un rene. ll chiodo fisso, fin dal Lager, di fare Medicina. La laurea e la prima Fiat 600. La specialità in Pediatria. ll grande amore, il "collega" Umberto Veronesi. La carriera.

Sei bambini, non sempre facili. Quattro anni di incubo per una figlia malata. La gioia delle guarigioni, quelle private e quelle dei piccoli pazienti. I lutti. Le infedeltà del marito. II tumore vinto. L'inganno. "In macchina Umberto disse improvvisamente: "Ti devo fare una confessione". Guardando fisso la Strada: "Ho un altro figlio di quattro anni". Mi sentii gelare...".

E ancora racconti, ricordi, storie. Fino alla diagnosi finale: "Devo ringraziare con amore e riconoscenza mio marito, che mi ha sempre sostenuto nei momenti difficili. Le sofferenze che mi ha inflitto, involontariamente o volutamente, devo considerarle, a posteriori, come il sale che ha dato sapore alla mia vita".

Elegante nel suo tailleur di lana azzurra, truccata, giro di perle al collo, Si accomoda alla scrivania nel piccolo studio dove a farle compagnia ci sono decine di fotografie e il pianoforte di Alberto, il Veronesi direttore d'orchestra. Prende in mano il libro: "Avrebbe dovuto essere un regalo per la famiglia, pensavo a una quarantina di copie... ma un'amica di mia figlia lo legge e ci dice "perché non lo pubblichi?".

Che impressione le fa mettersi così a nudo? Un sorriso "furbo": "Molte cose non le ho dette. Ai figli e agli amici non si può dire tutto, no? L'essenziale perô c'è, ed era importante che lo raccontassi".

Svela anche un piccolo segreto (almeno per me che non lo sapevo): "Questa che lei ha letto è la seconda versione del libro... La prima l'ho ritirata dalle librerie, era già stampata. C'erano episodi, dettagli... non volevo entrare nella vita di altre famiglie o di altre persone, non volevo ferirli".

Una donna particolare. Che giustamente ce l'ha a morte con i negazionisti ("Ho scritto di Bergen Belsen anche per questi farabutti"). Che, da medico e da madre, s'indigna con "le donne che vogliono fare il di più e non portano a vaccinare i figli, mettendo a rischio la salute dei propri e degli altrui bambini".

Una donna che si è scoperta. E suo marito? Come l'ha presa? "Ma via, erano cose risapute! SI, è vero, alI'inizio un po' si è offeso, perô queste pagine non sono che un elogio alla sua personalità, alle sue qualità".

E davvero, come recita il sottotitolo, una storia d'amore, ricerca e battaglie.

 

2. UN LIBRO DEL 2002, "ALTA PORTINERIA - L'ITALIA POTENTONA NEL MIRINO DI DAGOSPIA" SVELÒ IL CUORE ANFIBIO DI UMBERTO-JEKYLL E VERONESI-HYDE (‘DOPPIA COPPIA? NON SCOPPIA')
Dal libro "Alta Portineria - L'italia potentona nel mirino di Dagospia" di Roberto D'Agostino, Mondadori 2002

«Se temete la solitudine, non sposatevi» ammoniva Cechov nei suoi Quaderni. Il paradosso non vale più; oggi, tutto si tiene, nulla si esclude. Lui, lei e ancora lei. Tutti insieme appassionatamente. Politici, industriali, finanzieri; sociologi di fama e giornalisti illustri; medici famosi e teledivi prestigiosi; la doppia vita molto poco clandestina di tanti Uomini Eccellenti è diventata ormai l'argomento principale delle telefonate pettegole, delle chiacchierate salaci tra un salotto e l'altro.

È la causa d'interrogativi sempre drammatici per la padrona di casa che, volendo avere tra i suoi ospiti l'uomo della doppia vita, è costretta ad arditi calcoli sul calendario o timide domande per sapere con quale delle due signore lui si presenterà alla cena. Uno dei pionieri-simbolo del doppio rapporto è l'oncologo ed ex ministro della Sanità Umberto Veronesi.

Settantadue anni, dotato di straripante carisma, idolo della Milano bene, idolatrato dall'Italia sofferente, è sposato da oltre quarant'anni con Susy, una signora buona e simpatica, anche lei dottoressa. Il grande matrimonio è stato allietato dalla nascita di quattro figli (il più amato è Alberto, direttore dell'orchestra Catelli).

Poi c'è Francesco, il quinto figliolo di Veronesi che arriva invece dalla sua venticinquennale relazione con Emanuela Properzi, bionda e anche lei oncologa. Va da sé che la società-bien meneghina è così abituata a incontrarlo ora con l'una ora con l'altra che non ci fa nemmeno più caso. Essì, molte coppie, e non solo ai vertici della gerarchia sociale, sembrano oggi aver scoperto la difficile arte del compromesso.

Le ragioni secondo gli esperti sono tante: perché non si vuole soffrire; perché cambiare stanca; perché non si è in grado di reggere il carico psicologico di una rottura; perché si vive la famiglia come luogo di opportunità materiali-organizzative; perché il tradimento non è più vissuto come una ferita lacerante. E poi, osservava ironico il grande cineasta François Truffaut: «Perché ostinarsi a rendere infelice una sola donna quando se ne possono far felici cento?».

 

VERONESIUMBERTO VERONESI E MOGLIEe IL CUORE SE POTESSE PENSARE DI SULTANA RAZON VERONESIUmberto Veronesi e Susy UMBERTO VERONESI E MOGLIE SUSY RAZON UMBERTO VERONESI UMBERTO VERONESI UMBERTO VERONESI WALTER VELTRONI LAURA PELLEGRINI UMBERTO VERONESI ANNA SERAFINI E SIGNORA VERONESI UMBERTO VERONESI UMBERTO E SUSY VERONESI GIANNI LETTA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...