Dagoreport
Onorevole Anzaldi, Michele Serra su “Repubblica” dice che la commissione di Vigilanza è un ente inutile e la attacca personalmente. Che ne pensa?
Ho trovato le accuse di Serra sorprendenti, sia nel merito, sia per chi le ha avanzate. A proposito della commissione di Vigilanza: è un organo parlamentare che si deve occupare di Rai per legge, piaccia o no. Ma che c’entra il ruolo della commissione con la questione di cui stiamo parlando in questi giorni, i super stipendi in Rai? Nulla.
Il tetto è stato imposto da una legge del parlamento, non della Vigilanza, che non fa leggi. Non è chiudendo la Vigilanza che si risolve il problema. Perché una norma che rispettano tutti nella pubblica amministrazione, dal presidente della Repubblica ai manager delle aziende, non deve valere per la Rai? Serra avrebbe dovuto rispondere su questo, invece di lanciare un attacco personale che, come avete scritto voi, è carico di conflitto di interessi.
E’ sorpreso di essere stato tirato in ballo personalmente?
Sì, e che arrivi dalla prima pagina di “Repubblica”. Da settimane presento interrogazioni e prendo posizione contro il sistema degli agenti esterni in Rai, lo strapotere di personaggi come Beppe Caschetto e proprio ieri ho criticato il suo assistito Fabio Fazio sul mega stipendio. Serra, storico autore di Fazio e delle trasmissioni di Caschetto, mi attacca in prima pagina, eppure non mi pare di essere così noto da meritare tanto spazio. Col tetto ai cachet, quanto ci perdono società come la Itc2000 di Caschetto?
Serra l’ha definito un “fake” renziano…
Io invece credo di aver letto una fake “Repubblica”. Davvero il giornale che ha svelato le trame di Raiset, il conflitto di interessi di Berlusconi in Rai quando era premier, può definire me, un semplice parlamentare della Vigilanza che cerca di onorare il proprio incarico, “nuovo Gasparri”? Davvero “Repubblica” può accettare che un’accusa del genere arrivi da un opinionista in palese conflitto di interessi? Mi auguro che il Cdr e le grandi professionalità che lavorano in uno dei principali quotidiani italiani abbiano qualcosa da dire.
Oggi però è lei a essere definito “epurator”.
Epurator di chi? Io presento denunce circostanziate, sulla base di dati dell’Osservatorio di Pavia e valutazioni giornalistiche precise. Chiedo il rispetto delle regole e del contratto di servizio, come prevede il mio ruolo in commissione di Vigilanza Rai. Non ho alcun potere di epurare nessuno, anzi sono il primo ad aver protestato per la chiusura di spazi come Ballarò, Virus di Porro, le edizioni dei tg Scala Mercalli, Agorà di Greco in prima serata. Ho espresso dubbi anche sulla chiusura di “Parliamone sabato”: occorre cambiare, quando ci sono problemi, non chiudere. Se poi la commissione di Vigilanza non piace, il suo lavoro viene ritenuto inutile, si cambi la legge e la si abolisca. Ma finché esiste deve lavorare.
fabio fazio luciana littizzetto
Lei si è espresso con forza in favore del tetto in Rai. Non c’è il rischio che le star se ne vadano?
Io ho fatto un discorso molto semplice: il Paese sta facendo sacrifici da anni, il Governo Renzi chiese anche alla pubblica amministrazione di adeguarsi con un tetto ai mega stipendi, non capisco perché la Rai debba essere diversa. Chi ha un posto garantito nel pubblico, deve sottostare al limite.
Se poi si vuole stare sul mercato, vendere un prodotto in concorrenza, allora è un altro discorso. Fazio vuole mettersi in proprio e produrre esternamente? Ben venga. Fino a oggi, però, è stato uno stipendiato Rai, fa lo stesso programma da oltre dieci anni, creato in Rai ma poi rivenduto al servizio pubblico con la mediazione di una società esterna. Ecco, queste scorciatoie non devono più essere possibili.
Quindi il tetto secondo lei va mantenuto?
C’è una valutazione legale, se ne occuperanno i consiglieri di amministrazione sapendo che rischiano personalmente, peraltro molti di loro ricoprono l'incarico a titolo gratuito. Io dico solo che la Rai non può andare avanti con arroganza come se nulla fosse.
Il parlamento è arrivato a imporre il tetto perché questa dirigenza, nominata dal Governo Renzi, non si era adeguata alla linea impressa proprio dall’ex premier. E’ inaccettabile vedere i vertici di Viale Mazzini difendere e tutelare questa casta di cosiddetti “artisti-giornalisti”, una figura che non esiste e che serve solo a salvare i mega stipendi di alcuni conduttori.