RENZO ARBORE E MARIANGELA MELATO
Silvia Nucini per “Vanity Fair” pubblicato da “Il Foglio del lunedì”
Grazie ai genitori, che «erano una bellissima coppia», Renzo Arbore dice di aver sempre inseguito una certa idea di amore: «Ho avuto quattro o cinque amori, tra uno e l' altro non ho disdegnato di conoscere un po' di ragazze, italiane e straniere.
Molte erano loro a conquistarmi ed era divertente il fatto di piacere: quando hai 50 anni e una donna di 30 ti guarda, non è male. Ho avuto anche signore famose, ma la mia qualità è sempre stata la riservatezza, per cui di queste relazioni non si è mai venuto a sapere».
Per conquistare usava il sorriso: «Mi tenevo per me i miei dolori, e a chi mi piaceva riservavo sorrisi». In una donna apprezza soprattutto che sappia parlare: «Ho avuto donne bellissime totalmente prive di conversazione. Se le cenette erano faticose perché dovevo parlare sempre io, visto che lei non si interessava di nulla, chiudevo la frequentazione. Ho avuto incontri dolorosissimi in questo senso, e rinunciato ad altri appetitosi».
Non ha mai avuto relazioni con le donne con cui ha lavorato e, quando era innamorato, non ha mai tradito: «Sono un uomo monogamo: purtroppo non ho avuto l' opportunità di mettere su famiglia come avrei dovuto fare nell' età in cui si mette su famiglia e si desiderano dei bambini.
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Nel momento in cui poteva succedere sono stato baciato dal successo ed è stato un successo prepotente che ha distolto il mio tempo e le mie attenzioni dal resto. Ho rimandato le cose che avrei dovuto fare, e la persona con cui farle era Mariangela che un figlio lo voleva. Poi lei è andata in America, io sono rimasto solo a Roma per un anno, e ci siamo distratti».
Pensa sempre alla Melato: «Una famiglia con Mariangela è la vera storia mancata della mia vita. Di lei parlo poco perché è una ferita ancora aperta. Era veramente una donna straordinaria che ha insegnato a me la vita, una vita che si era conquistata con la sua classe, la sua nobiltà d' animo e la sua cultura.
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Tutto quello che sapeva era frutto della sua curiosità. Veniva da una famiglia semplice. Il papà era un ghisa, un vigile urbano di Milano, la mamma una sciura: abbiamo riso per anni che la milanesa stesse con il terun» (Silvia Nucini, Vanity Fair 16/12).
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