“ARISTO-DEM” - DALLA RAZZA PADRONA ALLA TERRAZZA GODONA: MITI E OSSESSIONI DEL NUOVO RADICAL CHIC

Alessandro Gnocchi per "il Giornale"

La razza padrona ha ceduto il passo alla terrazza padrona. Nel mondo (soprattutto romano) un tempo popolato dai radical chic, vi sono stati grandi mutamenti. La ricca borghesia non è più radical e in quanto allo chic ormai va di moda sembrare cheap.

Il massimalismo politico, tendenza rivoluzionaria, è scomparso. L'erede del radical chic, l'aristo-democratico innamorato del popolo a patto che si tenga a distanza, non contempla la rivolta ma la Resistenza basata «sulla rifondazione morale ed estetica, che incarni decenza e bellezza».

Così scrive Daniela Ranieri in AristoDem. Discorso sui nuovi radical chic (Ponte alle Grazie, pagg. 275, euro 16; in libreria giovedì). Un pamphlet? No, un saggio di antropologia acuto e divertente.

Chi sono dunque, e cosa vogliono, gli aristo-democratici? In teoria, essi sono «inclusivi, libertari e popolari». In pratica esprimono «una nobiltà naturale attraverso la scelta dei costumi, dei vestiti, delle conoscenze, dei luoghi da visitare».

Parlano un singolare linguaggio stereotipato. Il loro è «un sentire altro, un ragionare altro, un comunicare altro»,cioè proiettato verso una luminosa idea di progresso. Ogni cosa è metafora di un'altra (l'autrice consiglia di dare una occhiata alle didascalie del MAXXI, il museo d'arte contemporanea presieduto dall'AristoDem Melandri: il regno della metafora).

Il procedere per metafore è segno di immobilismo culturale e di una certa vigliaccheria, quella che impedisce di andare al cuore del problema senza ornarlo di figure retoriche. Ranieri è una vera entomologa dell'AristoDem. Ne passa in rassegna le case finto-umili, con inserti in legno grezzo preziosi per suggerire un'aura di povertà e vita vissuta. Assaggia le specialità della tavola: da una parte il cibo equo-solidale, proveniente dal terzo mondo; dall'altra leccornie a chilometro zero, cibo non infettato dal «potere delle mafie» e dall'arbitrio «arrogante delle multinazionali».

Osserva l'ostentata indifferenza verso i simboli della ricchezza, di solito tipica di chi è fornito di palanche. Ragiona sulla polemica relativa al «corpo delle donne» e si chiede se, alla fine, non produrrà un esito paradossale, cioè riaffermare la morale tradizionale «ammessa o imposta dalle destre» e dal cattolicesimo.

Le pagine più sferzanti del libro, perché vanno a toccare il cuore del narcisismo e della pretesa superiorità AristoDem, sono quelle dedicate alla cultura. Daniela Ranieri scrive che la borghesia intellettuale ha rinunciato alla cultura alta, un tempo «vessillo della propria distinzione». Il nuovo radical chic «rivaluta, recupera, risignifica, nobilità tutto ciò che era (o è) considerato basso ma genuino, basso ma sincero, basso ma sano, basso ma locale».

E qui al lettore sembra di vedere Veltroni esaltare la cinematografia di Bombolo e Cannavale (con tutto il rispetto). Grande successo anche per chi mescola il serissimo al frivolo, con risatina postmoderna incorporata: «Omero a Kate Moss, Dante a Lindsay Lohan, il Macbeth a Costantino» (il tronista,non l'imperatore). E qui al lettore sembra di vedere una puntata a caso di Che tempo che fa , chez Fabio Fazio, o i comunicati stampa sui romanzi «di cui tutti parleranno», invariabilmente a metà strada tra Alessandro Manzoni e Federico Moccia (con tutto il rispetto).

Sintesi mirabile dell'autrice: questo atteggiamento è il «triplo salto mortale dell'elitarismo che atterra ai piedi del sub-subculturale». Altro che midcult , siamo allo stracult. I filosofi? Bauman. I registi? Ozpetek. Un artista? Bene chiunque innalzi il brutto al livello del capolavoro o viceversa abbassi le più alte vette dell'ingegno al livello dello strada.

Per aggiungere un tocco di originalità, piace anche il fascismo mistico, frase tipo: «Eliade, Jünger ed Evola hanno ancora tanto da insegnare». Citatissimo Pasolini, solo quello antimoderno, contro l'aborto, il moralista, il reazionario. E qui al lettore vengono in mente le pagine culturali di Repubblica, nonché l'intero catalogo Adelphi.

C'è spazio comunque per un secondo volume. Resta da spiegare la recente preferenza per il movimentismo alla Rodotà, Zagrebelsky, Saviano, con abiura sostanziale del Partito democratico. Del resto, la manifestazione fa curriculum senza impegnare ed è quindi coerente con il pensiero debole sposato in toto, anche in politica. E si potrebbe analizzare, sulla scia di Augusto Del Noce, come la rivoluzione abbia traslocato dalle piazze alle camere da letto: forse viene da questo mutamento storico l'attuale rilievo dato alla cosiddetta cultura di genere, e ai nuovi diritti da essa codificati.

 

ARISTODEM - LIBRO DI DANIELA RANIERIFERZAN OZPETEK Stefano Rodota veltroni01 gustavo zagrebelskyRoberto Saviano Giovanni Melandri RADICAL CHIC Zygmunt BaumanPASOLINI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...