1 - VATICANISTI PEGGIO DEI SONDAGGISTI
Malcom Pagani per il "Fatto quotidiano"
Da qualche tempo, per gli specialisti, è sempre fumata nera. Traslocate dalla cattedra al cabaret torme affrante di sondaggisti sfrattate dal disastro delle previsioni elettorali, le affollate liste della disoccupazione mediatica aspettano un nuovo tipo di mutante. Il vaticanista da bivacco. Quello àncorato da settimane al totonome. Incapace di intuire che Jorge Mario Bergoglio, il secondo Cardinale più votato del Conclave del 2005, qualche misera possibilità, magari, l'aveva.
BERGOGLIO jpegIn Argentina, secondo i media, lui e Leonardo Sandri, il Cardinale che aveva annunciato al mondo la morte di Wojtyla , erano tra i papabili. Per il vaticanista di casa nostra, Bergoglio era meno di un vuoto a perdere. Sprofondati nella poltrona del talk-show a tema, interrogati come moderni oracoli su tutte le emittenti del globo gli esegeti dei "misteri" della Chiesa hanno fallito.
I favolisti alla Paolo Rodari (nomen omen) certi che dopo Ratzinger non ci fosse che un ratzingeriano, uno a caso, più degli altri omologhi, Angelo Scola. E i suoi fratelli di penna che adesso, esausti, mentre su Sky qualcuno si smarrisce affidando a Ettore Scola l'improbo compito di guidare la Chiesa, riavvolgono la pellicola e girano un altro film, per tuffarsi nelle magnifiche sorti progressive di Papa Francesco da Buenos Aires. A 500 anni da Cristoforo Colombo, Enzo Romeo, ospite elettrico al Tg2, rinserra il senso di colpa e scopre l'Argentina: "Il cono d'ombra sudamericano da noi colpevolmente trascurato".
Respiro affannoso, occhio appallato, salivazione azzerata, Romeo non si dà pace: "L'avevamo messo anche nelle schede dei dieci papabili!" e poi, in onesta ricerca dell'indulgenza: "Io non mi aspettavo questa scelta, ma la speravo".
Bruno VespaMentre la laicità dello Stato, a reti unificate, trasmette da Città del Vaticano, nelle cittadelle televisive ci si guarda attoniti. "Ma chi è questo?". Lo chiede con più garbo e notevole percentuale di eresia Bruno Vespa a Monsignor Vincenzo Paglia su Rai 1: "Che tipo è?", "Anzitutto è membro del Pontificio Consiglio per la famiglia". Casa Paglia. Vespa esagera: "Un suo dipendente?" e l'altro fibrilla: "Fino a stasera. È un uomo straordinario, gira in metropolitana".
Vespa insiste: "Porta la tonaca?" e Paglia, ormai in loop: "Sì, sì, sì, gira in metropolitana". L'audience di un Papa eletto è più vantaggiosa di una dimissione inattesa. Cesara Buonamici prova a sfruttare l'onda ed evoca Ratzinger: "Speriamo che il Papa emerito segua Canale 5". Marina Ricci, sulla stessa emittente, sviscera i grandi dilemmi dell'esistenza: "Dormirà nella suite?".
Mentre Papa Francesco non si affaccia, Vespa cerca un'accelerazione in stile Dan Brown: "Il ritardo comincia a diventare clamoroso". Gianfranco Bianco, da Baires, descrive l'arrivo della notizia con sobri accenni: "È stata un'esplosione". Filippo Gaudenzi, in piazza, si reincarna in Tito Stagno: "La sensazione qui è stata incredibile". Vaticanisti in libero pronostico. Houston, abbiamo un problema.
2 - SORPRESA, VINCE L'OUTSIDER: LA CNN VA IN CONFUSIONE
Giampiero Gramaglia per il "Fatto quotidiano"
La notizia che il nuovo papa è il cardinale argentino Giorgio Mario Bergoglio va in diretta sulle tv, le radio e i siti di tutto il mondo. Ma l'annuncio fatto in latino dal cardinale Tauran innesca pause di panico, un momento di silenzio sulla piazza: "Chi?", s'interrogano smarriti i conduttori, che avevano sottomano le schede biografiche di altri "papabili", aspettando che i vaticanisti arrivassero in loro soccorso. L'imbarazzo è palese alla Cnn: "Non abbiamo capito bene, parlavano in latino". Per la tv all news Usa, non è stata una prestazione memorabile: per la notizia della fumata bianca, aveva titolato "Habemus Papem", tradita sempre dal latino.
I primi titoli sono quasi fotocopia e di circostanza: "Il cardinale Bergoglio è il nuovo pontefice", Wall Street Journal; "il nuovo Papa si chiamerà Francesco I", Bbc; "il Papa è un argentino", Fox. Poi, i toni si diversificano: "Elezione sensazionale in Vaticano! Un argentino al soglio di Pietro. Franziskus I", scrive il tabloid tedesco Bild, che dopo l'elezione del tedesco Ratzinger titolo "Wir sind Papst!", cioé "Noi siamo Papa".
VINCENZO PAGLIAAltri media puntano su "il cardinale dei poveri diventa pontefice". E la stampa nord-americana fa subito di Bergoglio "il Papa dei record": il primo che arriva dal Sud America, il primo che non viene dall'Europa, il primo gesuita, il primo a chiamarsi Francesco; e anche il primo ‘pauperista' - almeno dell'Era Moderna - e il primo a estendere l'indulgenza della benedizione a chi lo segue via internet.
Nelle reazioni e nei commenti dagli Usa, trapela un filo di delusione, perché si aspettava il francescano di Boston O'Malley o il cardinale di New York Dolan. Il NYT spiega che "forse era troppo presto per un papa statunitense". Che l'attesa fosse particolarmente viva negli Usa, lo indica pure il fatto che il presidente Obama sia stato informato della fumata bianca mentre era a pranzo con i leader dell'opposizione repubblicana.
Da Bruxelles, i leader dell'Ue Barroso e Van Rompuy si augurano "un lungo e benedetto pontificato" che permetta alla Chiesa di "difendere e promuovere i valori fondamentali della pace, della solidarietà e della dignità umana", avvicinando "popoli e religioni".
Il britannico Cameron e lo spagnolo Rajoy affidano gli auguri a un tweet. Mentre, dal Cairo, i Fratelli Musulmani e la moschea di al Azhar auspicano una "fase nuova e importante" della Chiesa, per ristabilire "il dialogo con le altre fedi - e con l'Islam, in particolare - per assicurare l'unità dei credenti".
Mentre i vaticanisti presentano su tutti i media il nuovo Papa d'origini piemontesi - il primo, dopo 450 anni - s'intrecciano, sui siti, le interpretazioni geo-politiche, che si ricollegano a una frase detta da Francesco I, "sono venuti a prendermi quasi alla fine del Mondo". La Chiesa si dà un leader che viene dal Continente dove essa è oggi più forte; e, in tal modo, la Chiesa contribuisce ad accrescere il peso nel Mondo dell'America Latina. Sulle tv americane, è un crescendo sudamericano: "Ora pure il Papa, dopo la Coppa del Mondo di calcio e i Giochi Olimpici".
A fare il giro del mondo era stata pure la fumata bianca: breakingnews nel mondo cattolico - subito, i maggiori media latinoamericani, magari presaghi - e cristiano, ma anche altrove. Al Jazeera annunciava "Scelto il nuovo Papa"; e così facevano pure Russia Today, l'iraniana Press Tv, l'israeliano Haaretz, l'indiano Hindustan Times. E le campane suonavano a festa aRoma, ma anche a Beirut.
Le maggiori tv mondiali, Cnn, Fox, Bbc e siti di grandi media, dal New York Times a El Pais, hanno seguito in diretta l'attesa tra la fumata bianca e l'annuncio del nuovo Papa. E, in tutto questo, il Vaticano guadagna punti sull'Italia nella considerazione internazionale, almeno dal punto di vista dell'efficienza: Rachel Donadio, inviata a Roma del NYT, nota che "i cardinali scelgono il Papa prima che l'Italia scelga un nuovo governo". Sì, ma in conclave non c'era Grillo.