LA BARBA E I BAFFI DI CONCHITA WURST REGNANO SULL'EUROSONG - LA DRAG QUEEN VIENNESE HA SCOSSO L'ENCEFALOGRAMMA PIATTO E INSIGNIFICANTE DELLA GARA - EMMA HA TOCCATO IL FONDO
Marco Molendini per Il Messaggero.it
La barba e i baffi di Conchita Wurst regnano sull'Eurosong, il Festival europeo della canzone, lunga, indigeribile, insignificante, prolissa e mediocre sfilata sotto il tetto della rappresentanza nazionale, una sorta di Giochi senza frontiere della musica.
Nel grigiore che scuote l'encefalogramma piatto della gara (animata solo dai fischi puntuali nei confronti della Russia, effetto della questione ucraina), ospitata quest'anno a Copenhagen, non ha faticato a farsi largo l'ingombrante presenza della venticinquenne drag queen viennese, nome all'anagrafe Tom Neuwirth, colorato fenomeno vestito di lamè, che si è rivelata nel suo paese con un reality, che ha scelto come nome d'arte il latino Conchita, un raffinatissimo cognome che rievoca la salsiccia e che canta come fosse Al Bano (il suo brano si chiama Rise like a phoenix), non risparmiando nulla alla vocalità melodica e alla retorica.
Difficile dire quale sarà il destino professionale di tale fenomeno, una volta esaurita la curiosità del colpo di scena. La prima precauzione che dovrà prendere sarà quella di non radersi. Comunque, non le sarà difficile fare meglio di chi l'ha preceduta sul podio dell'Eurosong.
Basta fare l'elenco degli ultimi dieci vincitori per rendersi conto della situazione: Helena Papirozu, Lordi, Maria Serifovic, Dima Bilan, Alexander Rybak, Lena, Ell e Nikki, Loreen, Emmelie de Forest. Chi sono? Basta questo a spiegare il ruolo marginale del Festival (trasmesso in Italia da Rai2).
Per lo più si tratta di un rosario di scontatezze, con messe in scena circensi, un totale appiattimento sui canoni della musica che più scontata non si può, una serie di esibizioni da serie C della musica, dove i momenti in grado di sollevare un minimo di curiosità sono come l'acqua nel deserto. Risultato alla fine a vincere è il colpo di scena più eclatante, la barba e i bassi su un vestito di lamè.
In tanta mediocrità ha finito per restare invischiata anche Emma Marrone, in gara quale rappresentante italiana, che, pure, aveva preparato con impegno la sua esibizione, probabilmente anche credendoci e cercando un impatto scenico con un costume con tanto di mantello e corona d'alloro. Ma il voto l'ha relegata nelle posizioni di fondo.
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