DA BATMAN A BIRDMAN, MICHAEL KEATON È RISORTO. NON HA VINTO L’OSCAR, MA È TORNATO A ROMPERE I COGLIONI A HOLLYWOOD: “NON HO UN CARATTERE FACILE, SONO METICOLOSO E PASSIONALE”
Giovanna Grassi per il “Corriere della Sera”
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Da Batman a Birdman , la carriera di Michael Keaton è sempre stata un susseguirsi di alti e bassi. Da mesi, con la candidatura agli Oscar e la vittoria sabato notte dei Free Spirit Awards, gli Oscar del cinema indipendente ormai diventati un’anticamera del massimo premio, pare che gli alti abbiano la meglio. In Birdman Keaton interpreta il personaggio di Riggan Thomson, l’attore in cerca di rilancio protagonista del film diretto da Alejandro González Iñárritu, nove nomination per le ambite statuette.
Birdman per mesi è stato tallonato da Boyhood di Richard Linklater (eletto dal presidente Obama come suo film preferito dell’anno), da Grand Budapest Hotel di Wes Anderson e American Sniper di Clint Eastwood, decretato dal pubblico come re del box office. Già vincitore del Golden Globe, Keaton è stato come sua abitudine spiritoso («Vengo dalla sit-com televisiva, il mio idolo è sempre stato Buster Keaton») nel sottolineare che mai era stato nominato a un Oscar.
Ultimo di sette fratelli tutti legatissimi alla famiglia d’origine, padre ingegnere e mamma casalinga, divorziato e con un figlio, Sean, nato nel 1983, al quale è legatissimo («È un musicista: le note, e non le immagini, sono la sua grande passione»), Michael è passato spesso dalle eclissi al proscenio come interprete drammatico o brillante.
Keaton ha sempre e solo scelto i personaggi che voleva, rifiutando offerte di David Cronenberg e di molti altri registi e discutendo con Eastwood così a lungo che alla fine lasciò il progetto di Mystic River . «Ciò che voglio dalla mia carriera d’attore — afferma con forza — è una dissonanza di note, proprio come la colonna sonora jazz del film di Iñárritu. Odio la banalità, non do mai alcunché per scontato e posso avere un carattere non facile perché sono meticoloso e passionale».
Dietro le quinte dei Free Spirit ha commentato: «Devo dire grazie a voi giornalisti perché in molti film sono stato un reporter o sono stato coinvolto nel mondo della stampa, da The Paper (Cronisti d’assalto) di Ron Howard al tv movie Live from Baghdad sulla Cnn negli anni Novanta, al prossimo Spotlight che racconta la storia delle indagini del Boston Globe sugli scandali dei prelati delle cattoliche arcidiocesi coinvolti in casi di pedofilia. Avremo molto di che parlarne nei prossimi mesi».
La gara per l’Oscar quest’anno sarà ricordata come durissima e piena di incognite. Forse la sola Julianne Moore, malata di Alzheimer in Still Alice , poteva aver messo tutti d’accordo da tempo per il ruolo di miglior attrice. Non così invece tra gli attori, dove la lotta è stata serrata fino all’ultimo e la categoria più numerosa dei votanti agli Oscar, il Sag, il sindacato attori, ha ignorato Keaton, votando, come per i Bafta (gli Oscar inglesi), Eddie Redmayne per la sua intensa prova nel biopic La teoria del tutto sulla vita di Hawking .
Per tanti attori la prova del giovane Eddie era e resta quella vincente, a prescindere dal verdetto dei giurati dell’Academy. A tutti, forse, preme di più un fatto: che la competizione negli ultimi mesi ha portato più spettatori al cinema.