renzi brancaleone crociate

“BRANCA-BRANCA-BRANCA, RENZON-RENZON-RENZON” - BUTTAFUOCO RACCONTA RENZI, CACCIATORE DI SCAFISTI LIBICI, COME NEL FILM DI MONICELLI “BRANCALEONE ALLE CROCIATE” - INVECE CHE AL “MARE SARACINO” LO GIOVINE MATTEO ARRIVA A BRACCIANO

MATTEO RENZI BRANCALEONE DA NORCIAMATTEO RENZI BRANCALEONE DA NORCIA

Pietrangelo Buttafuoco per il “Fatto Quotidiano”

 

Tristi novelle giungono: è il nero periglio che arriva dal mare.

Annegando tutti i suoi, ammassati come buoi, lo scafista, con baldanza, nella tratta di transumanza piglia stanza, lanza e panza.

Ogni anno, i saracini, fanno business di clandestini. E ogni anno, a mano bassa, vegnon, parton e qua fan cassa.

 

Spaventevole è il macello, tutta Italia è un ostello!

Non c’è alfiere o generale: solo fossa e funerale. La questione dei pirati ci fa tutti disperati, ma non s’hanno risultati senza aver dei degni armati.

Trista e avara sembra la coorte: non si trova nessun forte!

Ma la sorte, cosa rara, non è proprio così bara. Non è già così spilorcia perché presto – ecco, arriva! – Brancarenzon da Norcia!

Ed ei, così parla:

“Bando agli scoramenti. Fora i petti, dritte le armi, alte le insegne. Oltremare ci aspetta lo sanguine et la gloria”.

 

Lo soffio dell’Averno have fugato da lo mondo lo timor di Dio ma il valente capitano, in groppa alla cavalla Leopolda, entra in Roma alla testa di otto sgorbi e un nano.

Sono facili al lagno, questi uomini, è vero, ma adusi alla ferrea disciplina de lo duce di Norcia, Pontassieve e Nazareno.

BRANCALEONE 5BRANCALEONE 5

 

Qual si veggon, sembran malmessi, ma giammai chiamati fessi.

Essi sono Luca Lotti, già Rozzone delle Notti.

Poi c’è Grazian Delrio che non mai ebbe un Fio, egli è detto Cippa e Lippa e somiglia a sora Pippa.

 

Il Carrai Marco, detto Thorz, ha sei facce come il dado (di natura è proprio brado, sta nella broda sua a guado ma sagliette tutte quante nell’andare alle Terre Sante).

C’è Francesco Bonifazi, mastro delle finanze, detto Abacuc.

Poi c’e Nardella Dario Arnolfo, detto pure Mano-di-ferro e poi ancora c’è il buon Richetti Matteo detto Stetti di Filuccio (se ne sta a cavacecio su Davide Faraone detto Colombino, spirto assai sopraffino).

 

Et infine, soave di grazia, c’è Silvia Berlusconi nelle vesti di Tiburzia da Pellocce, ossia la streghetta innamorata di Brancarenzone. Ella vorrà ghermirlo di baci ma elli, che pure fugge la verità ma non il vizio, le dirà:

“Suvvia citrulla, potrei esserti avo!”.

 

Tanta parte Silvia Tiburzia è dell’avventura. Ella giura su ogni primogenitura, s’impaura e poi s’indura oltre ogni pia misura per donar sicura vittoria senza farne vanagloria, anzi, per dare luce e storia allo duce che, pugnace, d’ogni uom ne fa un seguace.

 

Ecco l’armata. Ed è a questa adunzanza che il capitano rivolge il discorso:

“Alzate le insegne e voi, bifolchi, mettetevi all’ombra di esse”.

 

BRANCARENZONE 4BRANCARENZONE 4

Gran capitano di grande impresa è Brancarenzone; è pronto alla Crociata. Arrivato col seguito suo al lago di Bracciano, credendo esso sia lo mare saracino, ordina che si getti lo tabulato d’imbarco, fa una start-up, scatta un paio di selfie e si consulta con Roberta Berta d’Avignone, signora di Pinotti e Ferribotti per aver da lei la giusta provvigione di armamenti et anche di confermare l’intenzioni pur sanza guiderdoni, di non temere né piova, né sole, né vento; grande è la fede – stretto è lo mare – e “ite!”, dice loro Roberta Berta d’Avignone, signora di Pinotti e Ferribotti, “non voglio vedere né lacrime né indugi”.

 

Ma la faccenda è, alfin, battuta, grande è la fede, il lago non è il mare, e di partir l’armata non parte. E fu così che Brancarenzone habbi verba muta, i pirati scafisti fanno avanti e ‘ndrè e lo sdegno suo si esprime per le rime:

“Ma il drone li contenne o scappiamo lemme-lemme?”

 

Lungo è lo cammino, attesa è la meta.

Senza bombe americane niun si cava dalle grane. Ma pur anco se ci son queste poi risultano funeste. Ancor più che li nemici esse ammazzono gli amici. E il drone, comandato, dall’american alleato, non va mai a destinazione bensì solo a pagamento pena grave pignoramento.

ARMATA BRANCALEONE 1ARMATA BRANCALEONE 1

 

Ed è questo, a dir lo vero, il momento ancor più nero. Angelin Maraldo Alfano, il guardian del Viminale, pur restandoci assai male, pronunciò il pontificale:

“Senza pani e carni frisca, s’infiacchì la surdatisca e i nimìci saracini c’hanno invece pani, caci e vini”.

Donna Boldrina, signora delle Camerelle, senza tema d’esser imbelle, si tirò una mezza schiera per trovare altra maniera et prestossi da paciera:?“La Crociera è più opportuna, mette pace alla Mezzaluna. E imperocché havvi umanità, la Crociata non si fa se lo dice anche Sua Santità!”.

 

Lo Pastore Buono dell’umano gregge, per non contraddicere, però non vuole dicere, e Salvin de’ Salvini, detto fatto, or s’adira tutt’un tratto:

“Diu è cu nui, o è coi mori pure lui? Ha lasciato campo nettu al collega Maomettu?”

“E’ timor non infondato, lo momento è assai impicciatu!”, gli risponde Re Giorgio Boemondo Napolitano che non dà sovranità e niuna regalità allo tristo vicerè Mattarè dei Mattarè, il Turone di Squillace che se ne sta dimenticato e però in santa pace.

 

ANGELA MERKEL IMPERATRICE DI SASSONIAANGELA MERKEL IMPERATRICE DI SASSONIA

Dammiti e prenditi, prenditi e dammiti fanno li inimici ma Brancarenzone, gran capitano di grande impresa, alla testa di otto sgorbi e un nano, dammiti e prenditi, prenditi e dammiti fa con i mori, e a loro, va contro con il coro:

 

Branca Branca Branca,

Renzon Renzon Renzon!?Siam l’armata Brancarenzoni

Che si tiene Berlusconi,

Mmez’ al mare ‘na barca ce sta

Zaza zaza parapapà

Ce sagliette tutti quanti

 

Per andare in Terre Sante

Pirulèèèè…

Pirulèèèè…

Arrivati in Terre Sante

Zaza zaza parapapà

C’arricchimo tutti quanti

Per andare in Terre Sante,

 

Ci portiamo Berlusconi

Siam l’armata di Brancarenzoni

E facciamo Renzusconi!

Zaza zaza parapapà!

Branca Branca Branca,

Renzon Renzon Renzon!

 

ARMATA BRANCALEONEARMATA BRANCALEONE

Brancarenzone è di nuovo in viaggio. Il Gran Capitano, diretto nelle sabbie d’Africa, disonorato per aver confuso il lago di Bracciano col mare libico, avvilito per aver scambiato i burini per beduini, invoca l’Angelo della Morte che gli si palesa nelle sembianze di Mario Draghi. Terrorizzato dall’apparizione gli chiede una proroga per avere il tempo, se non proprio di sconfiggere i trafficanti di uomini nei loro barconi, di approvare l’Italicum, di aggravare l’Imu agricola e di rinnovare il Nazareno.

 

La posticipazione gli viene magnanimamente concessa et Brancarenzone riprende il suo navigare fino ad arrivare – chiedendo un passaggio a Francogladio di Schettino, arruolato nel frattempo dalla flotta francese – alle coste tripoline dove incontra le masse di esodati imprigionate dalla maga Fornero.

 

Nel solcare lo mare aperto, Brancarenzone affonda questo e pure quello. Pescherecci di Mazara, barcarole di Anguillara, i vascelli miserelli di innocenti poverelli e poiché maldestro assai lo inimico elli non scorge mai, si aggrappa a un altro drone che lo svela tutto prone a comprare un aeroplano pronto cassa e cash in mano.

“Poco dongo, poco tengo” or gli dice il sire Obamo visto che del buon valsente il cliente è sempre gramo.

 

'ANGELO DELLA MORTE DRAGHI'ANGELO DELLA MORTE DRAGHI

Alla guida del suo manipolo, Brancarenzone, che mai si detta pena tosto trova una pergamena. E’ una cartapecora della UE scritta di proprio pugno da Angela Ottone Merkel, imperatrice di Sassonia e di Baviera dove si dettano le condizioni per la presa di possesso dei fortilizi Mediterranei, avamposti per la guerra ai pirati saracini.

Brancarenzone – intanto – attraversando i deserti, incontra un principe bizantino diseredato.

 

E’ Teofilatto Orfini dei Leonzi, il presidente del Pd, ex giovane turco, con lui entra in una città apparentemente deserta, addobbata per la Festa dell’Unità dove, dando licenza di saccheggio, scova degli ospiti non proprio desiderati. Tra loro c’è Bersani da Groppone, quindi Rosi Bindi da Figulla e Silvia Sardone, signora di Aurocastro.

 

Quest’ultima, non trovando loco nella dimora di Arcore, supplica mercede ma Tiburzia Berlusconi le scaglia una tremenda magia:“Lucibello, Satanasso, Lippi Lappi, Alto Basso, Samorì Samorò, Mazzicabè Mazzicabù, statte accuorta ca tu non ci stai più!”.

La tremenda magia è di pronta malia e Silvia Sardone in sì buia liturgia se ne va dimenticata peggio ancor di quel dì quando andò il Samorì.

 

gassman  brancaleone gassman brancaleone

Brancarenzone caccia dalla Festa dell’Unità gli ospiti indesiderati (salvo scoprirla infestata di tortellini marci) ma in un gazebo, in verità assai ricco, trova però una filosofa intenta al canto del Cuccurucù. E’ la sosta assai gradita e il fraseggio si perìta di concetti molto strani. E’ Teodora Campana, signora di Campanini, che allo duce dell’Armata dedica presto una ballata (e pur anco una frustata):

“Prendimi, dammiti; dammiti prendimi”.

 

Brancarenzone prosegue il cammino verso la meta di Ierosalemme – dove conta di farsi un lavacro di penitenza – quando s’inoltra in una foresta incantata. Ed è li che la sorte si mostra sì ria ma elli salva una giovane e promessa sposa. E’ Matelda Ale Moretti, caduta preda tra le grinfie di barbari alemanni delle Venezie, pronti a impedire il matrimonio della donzella col promesso suo sposo, il nobile Giletti da Guccione, presso la roccaforte dell’Arena. La liberano e la consegnano al suo promesso presso la duna di Saxa Rubra ma questi, vedendo perso per sempre il feudo delle Tre Venezie, la costringe alla clausura, traendola in un consiglio di quartiere di Vicenza.

renzi parla ingleserenzi parla inglese

 

Non mancò mai il coraggio ma si perde l’occasione di arrivare alfin nel passo di più nobile tenzone. Bombardare è cosa sana se mai può donna Dani di Santancone, la cui furia è di Gorgòne, sparacchiare sul barcone di ogni orribile mascalzone, ma ancor più che il sermone, lì la ferma il solleone e con lei – sconfitto ma ancora non trafitto – perde forza il pur leone, il potente Brancarenzone.

 

Nulla può lo santo romito Pantaleo, capace di annullare ogni reo, e poiché contesa è persa non si sa più come versa: si appresenta della Morte, l’Angel nero della sorte. La disfida è apparecchiata nella duna già sudata. E combatte, fiero e forte, sì orgoglioso e buon leone, il potente Brancarenzone.

“Io reclamo lo credito mio”, urla tetro lo scheletro da retro.

 

“Morte mia non è vita tua!”, risponde Brancarenzone menando il suo fendento che pur tremento non porta nocumento all’invicibile natura della morte più sicura.

MATTEO RENZI BRANCALEONE DA NORCIAMATTEO RENZI BRANCALEONE DA NORCIA

 

E quando s’alza la falce per ghermirlo ecco che Silvia Tiburzia Berlusconi, per sincero amore, vi s’immola andando incontro alla lama. Lo conto è pari:?“Uno morto volea e una morta mi prendo”, ghigna lo spettro ed è così che solingo e ammutolito, senza neppure un selfie, un twittero o una slide, Brancarenzone da Norcia, signore di Pontassieve e duce di Nazareno, per il deserto ramingo se ne va.

 

Lo nero periglio ruggisce da lo mare. Niuno drone lo contenne, e Brancarenzone, senza manco guiderdone, se ne torna lemme-lemme e si scorda Ierosalemme.

Dal cielo, intanto, allegra e innamorata, una gazza s’è posata sulla spalla dell’eroe nella trista camminata. Ella è Silvia, ed è tornata. 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....