IL CALVARIO DI STEFANO DIONISI - L’ATTORE RACCONTA LA SUA ''FOLLIA'': “NON SI PUÒ MAI DIRE DI ESSERE GUARITI. LOTTO SENZA POTER VINCERE MAI” - “I TAGLI ALLA SANITA'? LA MALATTIA MENTALE È QUELLA CHE SUBISCE I DANNI MAGGIORI"

In un libro l’attore descrive la sua malattia: “Non mi vergogno” - “Riccardo Magherini (il ragazzo morto a Firenze nel 2014 durante un fermo dei carabinieri, ndr) potrei essere io, fatta eccezione per la cocaina. Le forze dell’ordine non sono sufficientemente preparate e, spesso, usano la violenza. Per questo auspico punizioni esemplari, anche nei casi di omicidi colposi”

Condividi questo articolo


STEFANO DIONISI STEFANO DIONISI

Silvia d’Onghia per il “Fatto Quotidiano”

 

“È vero, mi sono esposto molto, ma me ne sono reso conto solo dopo. Ora l’ho metabolizzato. Lo tratto come un figlio grande, che corre da solo”. Stefano Dionisi è un uomo che prima di parlare, ascolta.

 

Ti guarda dritto negli occhi, con la pacatezza di chi ha avuto il coraggio –prima –di estrarre da se stesso quella valigia così pesante che ognuno si porta dentro, di aprirla, analizzarne il contenuto, provare a metterlo in ordine e, finalmente, accettarlo. Non la valigia dell’attore, che pure l’ha fatto conoscere e amare dal grande pubblico per i ruoli importanti in cinema e fiction (Farinelli, Sostiene Pereira, Bambola, solo per citare i più famosi).

 

La valigia dell’uomo, quel baule di affetti, assenze, successi e privazioni che ti fanno perdere la testa, una notte, e ti fanno rifugiare sul tetto di un paesino dell’Estremadura, mentre stai girando un film, e all’improvviso ti fanno cambiare destinazione: Trattamento sanitario obbligatorio, clinica psichiatrica, medicine e terapia.

 

DIONISI 1 DIONISI 1

Un’esperienza lunga e dolorosa, che Dionisi ha trasformato in un libro, La barca dei folli, titolo strappato a Foucault: “Ho scritto due pagine al giorno, raccogliendo i post-it sui quali avevo tracciato i personaggi”.

 

 

Un attore di successo come lei, dopo essere sprofondato e poi risalito, decide di raccontare la sua storia. Non se n’è vergognato?

In effetti all’inizio cercavo di sfuggire all’auto biografia, perché volevo raccontare i personaggi, coloro che ho incontrato durante i ricoveri, i miei compagni di viaggio. Ma per renderli veri dovevo prima rendere vero me.

 

Ci sono soltanto alcune parti ‘romanzate’ nel libro, perché ho voluto inserire i miei pensieri ecologisti e il mio amore per l’Africa. Ma pensavo fosse giusto raccontare la malattia attraverso il mio percorso: sono un attore, ho la possibilità di parlarne e di farne parlare. Quella è una storia finita sette anni fa. Anche se non si può mai dire di essere guariti. Continuo a lottare, senza poter vincere mai.

STEFANO DIONISI LA BARCA DEI FOLLI STEFANO DIONISI LA BARCA DEI FOLLI

 

Si dice che il primo passo per guarire sia accettare la propria condizione di malato. Ogni ricovero per me era come ricominciare daccapo, ma i sintomi erano così forti che avevo bisogno di farlo. È una consapevolezza: già a 18 anni mi pagavo da solo la terapia. Però bisogna imparare a chiedere aiuto: per questo sento di voler ascoltare quello che le persone hanno da dire.

E il mondo a cui appartiene cosa dice?

Ancora non ho avuto modo di ascoltarlo e mi tengo lontano dal gossip. So solo che alcune riviste stanno tagliando le mie parole.

Per esempio?

Sono stati censurati i valori che ho insegnato a mio figlio 18enne, quelli gandhiani.

 

Non tutti sono in grado di pagarsi da soli una terapia adeguata. Le condizioni economiche influiscono sulla guarigione?

Certamente. La sanità è il settore più importante per le persone, eppure è quello che viene sistematicamente tagliato. Se per fare una Tac salvavita ci vogliono tre, quattro mesi, pensiamo a cosa accade per la malattia mentale, che ha un costo superiore.

 

Se a livello locale si ha un solo psicologo, una struttura fatiscente, pochi medici, chi non ha soldi è costretto a un calvario, per di più velato dall’ignoranza e condizionato dalla velocità del medico, che non riesce a stare vicino al paziente per il tempo necessario. La malattia mentale è quella che subisce i danni maggiori dalla riduzione delle spese sanitarie.

 

DIONISI 2 DIONISI 2

Nel suo libro lei racconta di malati psichiatrici e tossicodipendenti che dividono le corsie

 Ancora si affiancano le tossicodipendenze – alcol compreso – alla malattia mentale. È vero che il disagio psichico può essere tra le cause scatenanti di una dipendenza, ma non è sempre così. Quelle persone dovrebbero andare in comunità di recupero, non in clinica. È come tenere un leone in gabbia e il personale non riesce a star loro dietro: la conseguenza è che vengono lasciati un po’ a loro stessi.

STEFANO DIONISI STEFANO DIONISI

 

Per non parlare di chi, spesso, in quelle cliniche li manda malconci

Riccardo Magherini (il ragazzo morto a Firenze nel 2014 durante un fermo dei carabinieri, ndr) potrei essere io, fatta eccezione per la cocaina. Le forze dell’ordine non sono sufficientemente preparate e, spesso, usano la violenza. Per questo auspico punizioni esemplari, anche nei casi di omicidi colposi.

Quanta ignoranza c’è attorno alla malattia mentale?

DIONISI 3 DIONISI 3 STEFANO DIONISI STEFANO DIONISI

Farei una distinzione tra città e paesi. Nelle prime sei solo, intorno a te c’è tanta indifferenza. Nei paesi, dove magari il pazzo viene gettato nell’acqua fredda, rimangono però il senso di comunità e il sentimento di solidarietà. A volte il pazzo diventa una specie di vate. Pensate ad Amarcord: il “voglio una donna” g ri da to d al l’albero era l’urlo di un paese intero.

STEFANO DIONISI STEFANO DIONISI DIONISI 4 DIONISI 4

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FAMOLO STRIANO - MENTRE LA COLOSINO SECRETA GLI ATTI, LA MELONI SI LAMENTA COI GIORNALISTI CHE SI OCCUPANO SOLO DI SANGIULIANO, MA NON DEL CASO DOSSIERAGGIO  – PASSANO DUE ORE E CROSETTO, DA CUI È PARTITO TUTTA L’INCHIESTA DI PERUGIA, LETTE LE CARTE DI CANTONE MANDATE ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA, CHE HANNO MOLTO DELUSO LA DESTRA E LA MELONA, DICE: NON C’È NESSUN DOSSIERAGGIO, NESSUN MANDANTE, NESSUN RICATTO, NEMMENO MESSAGGI TRA STRIANO E I GIORNALISTI DI ''DOMANI''. “SOLO UNA MELA MARCIA DELL'AISE…”  

DAGOREPORT - DALLA PADELLA ALLA BRACE: CHI E' IL NUOVO MINISTRO DELLA CULTURA - E DIRE CHE UNA VOLTA, PRIMI ANNI ‘90, IL NEOFASCISTA ALESSANDRO GIULI, UN’AQUILA FASCISTA TATUATA SUL PETTO, MOLLÒ I CAMERATI DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ, LIQUIDATI COME MAMMOLETTE, PER FONDARE MERIDIANO ZERO, GRUPPUSCOLO BOMBAROLO DI ESTREMA DESTRA – LO RITROVIAMO ANONIMO GIORNALISTA DI "LIBERO" E "IL FOGLIO" CHE NEL 2018 SI RIVOLGEVA A BANNON AD ATREJU, LODAVA PUTIN DEFINENDOLO ‘UN PATRIOTA’ COME TRUMP – SBARCATE A PALAZZO CHIGI, LE SORELLE MELONI LO SPEDISCONO ALLA PRESIDENZA DEL MUSEO MAXXI DI ROMA, PUR NON DISTINGUENDO LA CORNICE DAL QUADRO – ALLA PRESENTAZIONE IN LIBRERIA DEL SUO LIBELLO, “GRAMSCI È VIVO”, CON ARIANNA MELONI AD APPLAUDIRLO, AVVIENE IL PASSAGGIO DA “ARISTOCRAZIA ARIANA” DI FREDA ALLA NOVELLA “ARISTOCRAZIA ARIANNA” - MA CI VOLEVA MARIA ROSARIA BOCCIA PER FAR DIVENTARE IL SUO SOGNO REALTÀ…

DAGOREPORT - MENTRE L’ITALIA SI SOLLAZZAVA COL SECCHIELLO E LA PALETTA, LO SCORSO 5 AGOSTO ANDAVA IN SCENA UN'APOCALISSE DI CUORI INFRANTI, STARRING SANGIULIANO COSTRETTO DALLA MELONI A VOLARE IN MISSIONE IN EGITTO. QUANDO ATTERRA A IL CAIRO AL FIANCO DI ''GENNY IL CALDO'' NON TRONEGGIA LA BOCCIA-RIDENS MA LA MOGLIE FEDERICA - L’IRA DELLA BAMBOLONA DI POMPEI, A CUI IL BOMBOLO AVEVA BUFALEGGIATO DI UN MATRIMONIO FINITO-LOGORATO-DAL-TEMPO-CRUDELE, AVREBBE RAGGIUNTO LO STADIO DELL’ERUZIONE VESUVIANA (UNA FERITA APPARE SULLA FRONTE DI GENNY: “INCIDENTE DOMESTICO” O CONSEGUENZA DI UNA BRUTALE SCENATA DELLA POSSESSIVA POPPEA DI POMPEI?) - TERRORIZZATO DALLA MOGLIE, MINACCIATO DALL’AMANTE, ASSEDIATO DA “ALTRE DONNE” (SONO TRE, DI CUI DUE DELLO SPETTACOLO), PER LA SERIE: ‘’OCCHIO NON VEDE, CUORE NON DUOLE’’, MA ANCHE PER EVITARE ALTRE ZOCCOLATE IN TESTA, 'O MINISTRO FINITO NEL PALLONE DELL'IMPERO DEI SENSI SI PREMURA DI NON FAR PUBBLICARE IMMAGINI DELLA MISSIONE D'EGITTO DOVE LUI ROTOLA COME UNA BOCCIA AL FIANCO DELLA CONSORTE (LA COMMEDIA ALL’ITALIANA È VIVA E HA OCCUPATO PALAZZO CHIGI) -VIDEO

DAGOREPORT – FOSSI STATO IN GENNARO SANGIULIANO CI AVREI PENSATO DUE VOLTE PRIMA DI LASCIARE LA DIREZIONE DI UN TELEGIORNALE PER DIVENTARE MINISTRO DELLA CULTURA - DA VELTRONI A MELANDRI, DA URBANI A BONDI, DA BRAY FINO AL “PAVONE ESTENSE” FRANCESCHINI: HANNO FATTO PIÙ O MENO TUTTI LA STESSA FINE: SONO SCOMPARSI - IN ITALIA LA STORIA CULTURALE SOVRASTA OGNI MINISTRO SINO A SFINIRLO, SOFFOCARLO: È UN EVEREST CHE FATICHI A OSSERVARE PER LA SUA ALTEZZA. NON PUOI FARCELA, NON PUOI GESTIRLO: PUOI SOLO EVITARE DI FARE DANNI...

IL DAGO-SCOOP DEL 26 AGOSTO CHE HA SCOPERCHIATO IL CASO DELLA POMPEIANA "NON CONSIGLIERA" E CHE OGGI HA SPEDITO SANGIULIANO AI GIARDINETTI FACENDO FARE UNA FOTONICA FIGURA DI MERDA AL GOVERNO MELONI - CHI È, E SOPRATTUTTO CHI SI CREDE DI ESSERE, LA BIONDISSIMA 41ENNE, NATIVA DI POMPEI, MARIA ROSARIA BOCCIA, CHE ANNUNCIA SU INSTRAGRAM LA SUA ''NOMINA A CONSIGLIERE PER I GRANDI EVENTI DEL MINISTRO DELLA CULTURA''? E PERCHÉ DOPO AVER SOTTOLINEATO: ‘’IO E IL MINISTRO SIAMO LEGATI DA UNA STIMA E DA UN SANO SENTIMENTO CHIAMATO "BENE" CHE RESTERÀ ANCHE QUANDO NON AVREMO RAPPORTI LAVORATIVI”; POI AGGIUNGE: ‘’PENSO SIA IL CASO DI SMETTERLA CON QUESTO INUTILE ACCANIMENTO. BASTA ATTACCHI GRATUITI!” - OHIBÒ, CHI HA MAI ATTACCATO L'IMPEGNO CULTURALE DELLA "BOCCIA DI POMPEI" AL FIANCO DI "GENNY DEL GOLFO" (CHE LEI IMMORTALA, FOTO E VIDEO, SU INSTAGRAM)? - CONTATTATO DA DAGOSPIA, IL PORTAVOCE DI SANGIULIANO TRASFORMA LA BOCCIA IN UN ‘FIASCO’: “E’ UNA NOTIZIA FALSA: MARIA ROSARIA BOCCIA NON È MAI STATA NOMINATA CONSIGLIERE DEL MINISTRO" - VIDEO