viva la sposa ascanio celestini

IL CINEMA DEI GIUSTI - “VIVA LA SPOSA” DI ASCANIO CELESTINI È UN FILM DEDICATO AL QUADRARO, IL QUARTIERE PIÙ DURO DI ROMA - SIAMO NEL MONDO DEI CENTRI SOCIALI ROMANI, DEI QUARTIERI POST-PASOLINIANI, DEI BARETTI, DELLE CENE DA MAMMA LA DOMENICA, DELLE MIGNOTTE E DEI PAPPA

Marco Giusti per Dagospia

 

VIVA LA SPOSAVIVA LA SPOSA

Ritorna Ascanio Celestini. Con un film dedicato al Quadraro, il quartiere più duro di Roma, quello di Remo Capitani, il mitico Mezcal, che coi suoi compagni tenne testa ai tedeschi nel ’44. E dedicato anche alla memoria di Giuseppe Uva, Stefano Cucchi, Federico Aldovrandi, ai tanti ragazzi che in questi anni hanno perso la vita dopo aver incontrato la polizia e non hanno mai avuto giustizia.

 

Con questo Viva la sposa, secondo lungometraggio di Ascanio Celestini, stavolta coprodotto da Alessandra Acciai e Giorgio Magliulo senza Carlo Macchitella ma con i fratelli Dardenne, senza la fotografia di Daniele Ciprì ma con quella di Luca Bigazzi, con una grandissimo lavoro sul suono di Marc Bastien e una bellissima scenografia naturale di Massimiliano Sturiale, le cose funzionano davvero meglio rispetto a La pecora nera.

 

VIVA LA SPOSA  VIVA LA SPOSA

Senza per questo perdere il suo modo particolare di raccontare persone e ambienti di un quartiere romano mediato dal suo teatro. Ne La pecora nera, in concorso a Venezia nel 2010, mentre questo è passato alle Giornate degli Autori, per rendere il film più “alla Celestini”, c’era una voce off dello stesso protagonista-regista che raccontava la storia rendendola ridondante.

 

In questo caso non ce n’è affatto bisogno, e le singole storie, i singoli personaggi, anche se molto “alla Celestini” tutti, prendono vita naturalmente e ruotano lievemente attorno alla figura di Nicola, il regista stesso, una specie di santo bevitore del quartiere che vive tra il bar e una casa che non è nemmeno adatta a un suicidio dignitoso.

 

Certo, c’è sempre l’impiccagione, dice lui. Ma è una cosa ancora più squallida, le dice l’amica Sofia, Alba Rohrwacher, specie di doppio celestiniano, figlia del padrone di una salsamenteria che l’ha chiamata Sofia in onore della Loren. Sogna di andare in Spagna ma non riesce a muoversi da Cinecittà. Poi c’è Anna, la prostituta, suo figlio Salvatore, che vive con Nicola…

VIVA LA SPOSA   VIVA LA SPOSA

 

Se conoscete il teatro di Celestini, sapete a cosa andate incontro. Ma qui, soprattutto rispetto a La pecora nera, c’è una distribuzione più forte dei personaggi, e una ricostruzione più ricca del quartiere. Grazie anche a attori come Sasà Striano, una delle facce più belle e vere che si siano viste nel nuovo cinema italiano, che vive con piccole truffe e magari sogna in grande, o alla stessa Alba, che porta alla sua Sofia una sofferenza palpabile, o a Barbara Valmorin, che fa la mamma del protagonista.

 

E grazie anche alle luci di Luca Bigazzi, forse troppo autoriali, ma che riprendono con grande intelligenza il quartiere con un occhio allo schermo di Tonino Delli Colli per Accattone. Certo. Siamo sempre nel mondo dei Centri Sociali romani, dei quartieri post-pasoliniani, dei baretti, delle cene da mamma la domenica, delle mignotte e dei pappa, della tristezza di non saper uscire per sempre dal proprio mondo, ma almeno Ascanio Celestini racconta un mondo che conosce alla perfezione con amore e dolore senza inventarsi un altro mestiere o altre storie lontane da lui.

VIVA LA SPOSA   VIVA LA SPOSA

 

Credo che il bollino produttivo dei Dardenne abbia dato al film un maggior vigore realistico e gli abbia tolto quel po’ di teatralità da Centro Sociale che in un film non funziona benissimo. Probabilmente gli ha anche dato un suono perfetto che la gran parte dei film italiani non hanno. Il resto lo hanno fatto gli attori e questo quartiere meraviglioso che sullo schermo sembra qualcosa di completamente nuovo. Uscirà in sala a ottobre.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)