gesu

CRISTO, VISTO DALL’ORIENTE - SECONDO UNA CURIOSA VERSIONE ASIATICA, GESÚ NON MORÌ SULLA CROCE. SI LIMITÒ A SVENIRE. QUAND’ERA GIÀ NEL SEPOLCRO SI RIPRESE, FU CURATO DAI DISCEPOLI E FUGGÌ, SULLE ORME DI ALESSANDRO MAGNO, IN INDIA…

Philip Jenkins, ''La storia perduta del cristianesimo'' 500Philip Jenkins, ‘’La storia perduta del cristianesimo’’ 500

1. PHILIP JENKINS, ‘’LA STORIA PERDUTA DEL CRISTIANESIMO’’

Fino al XV secolo cristianesimo e islam hanno convissuto nella vasta area dell’Oriente che va dall’odierna Turchia fino ai confini dell’India e della Cina. Una coesistenza che inizialmente non risultò né problematica né violenta, anzi: nei primi secoli dell’era islamica, ad esempio, gli intellettuali cristiani erano consulenti alla corte del califfo di Baghdad; esistevano sedi episcopali negli attuali Yemen e Afghanistan; quattro vescovi amministravano altrettante diocesi in Arabia; nel 1050 l’Asia Minore aveva 373 sedi vescovili. «Fino al 1250 – scrive Jenkins – si poteva pensare a un mondo cristiano che si estendeva a est da Costantinopoli a Samarcanda, e a sud da Alessandria d’Egitto quasi all’equatore».

 

Il cristianesimo non è mai stato una faccenda solo «europea». Fin dai suoi esordi si è segnalato come una religione tricontinentale, fiorente inizialmente in Asia, quindi in espansione in Africa, soprattutto nel Nord, e infine esportata in Europa. Le vicende della storia hanno poi visto un progressivo sgretolamento della presenza cristiana in Medio Oriente, fino alle selvagge persecuzioni attuali dell’Isis.

GESUGESU

 

Capire perché qui le chiese rischiano la scomparsa, sgomberare il campo da facili stereotipi, rivalutare una storia perduta, è quanto ci propone questo libro di Philip Jenkins. Un saggio che è il racconto di una civiltà pressoché sconosciuta. La sua nascita e il suo drammatico tramonto interpellano ancora il nostro tempo.

 

2. CRISTIANESIMO SULLA VIA DELL’ORIENTE

Silvia Ronchey per “la Repubblica”

 

«Crediamo in un solo Signore Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio, che fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto e il terzo giorno risuscitò, secondo le Scritture»: così della natura e vicenda di Gesù recita il symbolum fidei niceno-costantinopolitano del 381.

SILVIA RONCKEYSILVIA RONCKEY

 

Ma la storia di morte e resurrezione tramandata dai Vangeli e riflessa nella formula di fede che consideriamo fondante, almeno in occidente, per la dottrina di ciò che chiamiamo “il” cristianesimo, non era stata in origine, né sarebbe stata in seguito, interpretata allo stesso modo da tutti.

 

Per esempio, secondo una curiosa versione orientale, Gesú non morì sulla croce. Si limitò a svenire. Quand’era già nel sepolcro si riprese, fu curato dai discepoli e fuggì, sulle orme di Alessandro Magno, in India. Qui, dopo una lunga vita di predicazione, si ritirò sulle montagne del Kashmir e morì centenario nel distretto dei laghi ancora oggi famosi per le loro case galleggianti, dove sarebbe tuttora sepolto.

cristo del mantegnacristo del mantegna

 

Mirza Ghulam Ahmad, il fondatore della setta islamica indiana detta appunto Ahmadiyya cui si deve questo racconto, alla fine dell’Ottocento riconobbe il nome di Gesù (che normalmente è Yassou nella resa arabo cristiana, mentre ‘Isa è la dizione musulmana usata nel Corano) nell’appellativo Yus Asaf inscritto in una cripta di Srinagar, su una tomba di origine buddista o induista, che nel XIV secolo, con l’invasione islamica della zona, era stata riorientata verso la Mecca e fu cantata dal poeta sufi Muhammad Azam Didamari.

 

GESU CRISTO MARIA MADDALENA GESU CRISTO MARIA MADDALENA

Quest’eresia bizzarra e sincretistica, recente e ancora oggi piuttosto seguita seppure ripetutamente sconfessata dall’islam ortodosso, è solo l’ultima, e certo la più estrema, di una comunque lunga e variegata linea di narrazioni asiatiche del Cristo, che si svilupparono da una visione della vicenda neotestamentaria difforme da quella cristiana ortodossa ma molto più diffusa di quanto si creda: la visione nestoriana, che all’inizio del IV secolo negò l’interpretazione divina della sua figura e la cosiddetta “unione ipostatica” della sua doppia natura umana e divina così come sarebbe stata ratificata dalla teologia dei concili di Efeso, che condannò come eretica la versione di Nestorio, e poi di Calcedonia, che condannò sia il nestorianesimo sia l’eresia inversa, il monofisismo, emettendo un suo credo in cui riconosceva in Cristo «due nature senza confusione, senza cambiamento, senza divisione, senza separazione».

GESU CRISTO E MARIA MADDALENA ULTIMA CENA GESU CRISTO E MARIA MADDALENA ULTIMA CENA

 

Entrambe le dottrine condannate nel V secolo si affermarono però in quel grande e primario bacino di diffusione del cristianesimo che furono il Medio Oriente, l’Africa e l’Asia, e lì prosperarono e diedero luogo a una molteplicità di fioriture, in cui il cristianesimo, nella meno ardua versione dottrinaria che ne fornivano, poté ibridarsi più facilmente sia con le religioni preesistenti – lo zoroastrismo, il manicheismo, il buddismo, il taoismo – sia con altre varianti del ceppo monoteistico giudaico e in particolare con quella che si sarebbe prepotentemente affermata di lì a poco: l’islam.

 

Cristo ligneo di Michelangelo Cristo ligneo di Michelangelo

A queste efflorescenze dottrinali che si inanellarono lungo la via della seta fino all’India e alla Cina, ma soprattutto alla lunga, complessa e per lo più proficua coesistenza testuale e intellettuale, oltre che spirituale, tra cristianesimo e islam, è dedicato il notevole libro di Philip Jenkins, ‘’La storia perduta del cristianesimo’’. Il millennio d’oro della Chiesa in Medio Oriente, Africa e Asia ( V- XV secolo), ora tradotto in Italia, con prefazione di Giancarlo Bosetti (EMI, pagg. 352, euro 22), che partendo dalla sconfinata avventura della predicazione nestoriana ripercorre la storia del cristianesimo, dall’età dei concili al XV secolo, in un’ottica euroasiatica e antieurocentrica; traendo a volte conclusioni paradossali e discutibili, porgendo talora deduzioni storiche immotivate o eccentriche, ma fornendo una profusione di materiali e dettagli utili ad arricchire le nostre conoscenze sul passato di quell’unica civiltà euroasiatica da cui è espressa non solo la cultura che chiamiamo tout court occidentale, ma anche l’identità religiosa che a volte troppo drasticamente chiamiamo a contraddistinguerla.

Cristo ligneo di Michelangelo Cristo ligneo di Michelangelo

 

“Povero nestoriano smarrito” si definiva Eugenio Montale in Iride, evocando “il Volto insanguinato sul sudario” nel miraggio di luce di un altro continente. C’è un’esitazione, uno smarrimento, anche all’inizio del lungo viaggio che la storia di Cristo, uomo, dio, profeta, bodhisattva, compie per le strade dell’est, anzitutto dell’Arabia e della Persia. Un gioco di specchi vede le varianti orientali del cristianesimo riflettersi nello splendore delle prime grandi corti califfali.

 

È nella Baghdad delle Mille e una notte che la dialettica del katholikòs Timoteo, primate della chiesa nestoriana sotto gli abbàsidi, poté incrociarsi, alla fine dell’VIII secolo, con la proverbiale moderazione del califfo al-Mahdi. È in un leggendario – probabilmente posteriore e spurio – dialogo tra i due che si incastona la celebre parabola della perla: «Se di notte, in una casa buia, cade una perla preziosa, tutti cercheranno di raccoglierla, ma a uno solo toccherà. Gli altri stringeranno chi un pezzo di vetro, chi una pietruzza o un grumo di terra, ma tutti saranno felici e orgogliosi e si sentiranno i veri possessori della perla».

maria maddalena e gesumaria maddalena e gesu

 

La perla della vera fede è caduta nel mondo mortale, dove non è dato distinguere chi la possieda realmente. Tutte e tre le religioni del libro ritengono di possederla, ma la verità finale non può essere nota a questo mondo di tenebra.

 

Se la devianza cristologica del nestorianesimo rendeva il versante islamico del monoteismo più permeabile al beneficio del dubbio, la forza culturale della sua predicazione gettava i suoi germi verso le terre dei turchi e dei mongoli. Nelle rotte dei mercanti sogdiani, tra il Khorasan e la Transoxiana, lungo le vie carovaniere, la narrazione cristiana era moneta sonante: «Viaggiate ben cinti come i mercanti / per farmi guadagnare il mondo», scandisce un inno nestoriano. La fioritura era così ibrida, così stretto il dialogo transconfessionale, da indurre Jenkins a vedere nel nestorianesimo dell’età di Carlo Magno un superstite della grande “era assiale” in cui si formarono le religioni mondiali postulata da Karl Jaspers.

 

gesugesu

Se, grazie anche a queste forme di predicazione più adattabili e flessibili, eclettiche ed eterodosse, l’oriente fu il bacino primario di diffusione del cristianesimo, l’Europa ne fu, sostiene paradossalmente Jenkins, un alveo di deflusso secondario, meno importante e solo inopinatamente sopravvissuto, per fattori contingenti, alla snaturante collaborazione tra chiesa e stato.

 

«Spettro del defunto impero romano che siede incoronato sulla sua tomba» secondo la definizione di Thomas Hobbes, il papato, nella sua deriva di intolleranza teocratica, fu ulteriormente spalleggiato dalla violenza dei sacri romani imperatori. Come suggerì Teodoro di Beza, successore di Calvino al tempo della strage di san Bartolomeo, «la chiesa è un’incudine che ha consumato più del martello».

 

Dal massacro dei sassoni di Carlo Magno a quello dei catari sotto Innocenzo III, la “spada di Costantino” – è stato sottolineato da molti dopo gli accenni all’”originaria” violenza islamica nel discorso di Ratzinger a Ratisbona del 2006 – non fu certo meno violenta di quella di Maometto.

 

Oggi le parti si sono, almeno in apparenza, rovesciate. A rivendicare il titolo dei tolleranti califfi è la barbarie terroristica dell’Is, che manipola l’ideologia religiosa per mistificare e distruggere il passato. Ma, se come scrive Jenkins «la migliore ragione per studiare sul serio la storia è che praticamente tutti usano il passato nelle discussioni quotidiane», il passato non ha un solo volto.

E la storia, scriveva Maxime du Camp, «è come Giano: che guardi il passato o il presente, vede le stesse cose».

 

Ultimi Dagoreport

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

“QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…