C’EST FINI (MASSIMO) - FELTRI: “LEGHISTA ANTE-LITTERAM, SIMPATIZZANTE DEL MULLAH OMAR: SE NON FOSSE STATO TANTO ABILE A SPRECARE IL PROPRIO TALENTO, SAREMMO DI FRONTE A UN FENOMENO. INVECE SIAMO DI FRONTE AL SOLITO FINI”

MASSIMO FINI UNA VITAMASSIMO FINI UNA VITA

Vittorio Feltri per “il Giornale”

Massimo Fini, checché ne dicano i suoi detrattori, è un giornalista di notevole spessore. Ha lavorato in parecchie redazioni e ha pubblicato numerosi libri interessanti e ben scritti, alcuni dei quali dal contenuto autobiografico. L'ultimo è una raccolta di memorie in cui egli racconta se stesso - la persona che gli sta più a cuore - senza però trascurare gli ambienti frequentati. Cosicché, pagina dopo pagina ricorda gli accadimenti di mezzo secolo, da cui emerge la tribolata storia politica (e non solo politica) del nostro Paese.
 

Il saggio si legge volentieri anche se le vicende narrate non sono inedite, almeno per chi, come me, conosce l'autore e i suoi variabili umori (meglio, malumori) praticamente da sempre. Nella sua massiccia produzione letteraria, Fini suole saccheggiare le migliaia di articoli a sua firma che hanno visto la luce nel corso di una lunga carriera in diversi organi di informazione. Ciò non toglie che il presente volume inviti ad essere bevuto fino in fondo; vi si trovano brani appassionanti anche per coloro che abbiano dimestichezza con gli argomenti cari al giornalista, che ha grandi mezzi, decisamente superiori al successo ottenuto.
 

massimo finimassimo fini

Si spiega facilmente il motivo per cui Fini ha dato al giornalismo più di quanto da esso abbia avuto; egli ha un nemico che gli impedisce di ricavare dalla professione quanto meriterebbe: un carattere inconciliabile col mestiere scelto in omaggio, presumo, al padre, ottimo direttore del Corriere Lombardo, quotidiano del pomeriggio (anni Cinquanta e Sessanta). Il titolo della sua opera recente è un programma e rivela la personalità dell'uomo: Una vita. Un libro per tutti. O per nessuno (Marsilio).
 

Massimo è consapevole della propria bravura e dei propri limiti. Basta scorrere il capitolo centrale: «Le avventure picaresche di un giornalista alieno», dove è riportato un episodio dimostrativo dell'incapacità del nostro brillante collega di adattarsi alla realtà, di piegarsi alle esigenze dei giornali e di rinunciare alla purezza dei suoi ideali (un po' ingenui). Fini rievoca la propria esperienza al Corriere della Sera, che lo aveva incaricato di redigere una serie di lettere a personaggi importanti. La prima, a Ligresti, fu stampata con evidenza il 20 dicembre 1987, e non suscitò reazioni negative. Anzi, la direzione del Corriere la apprezzò.
 

vittorio feltrivittorio feltri

La seconda, a Lucchini (il famoso re del tondino, bresciano) ebbe pure buona accoglienza. Insomma, la collaborazione sembrava procedere felicemente e nulla lasciava presagire che i rapporti tra l'editorialista e i capi dell'autorevole testata potessero guastarsi. Quando però si trattò di vergare una missiva a Carlo De Benedetti e una a Gianni Agnelli cominciarono i problemi.

 

L'articolo sull'Ingegnere venne congelato in attesa che l'autore lo ammorbidisse su richiesta di Ferruccio De Bortoli. Quello sull'Avvocato, idem: da ritoccare. Il direttore Ugo Stille non gradiva articoli puntuti, troppo disinvolti: preferiva le «minestrine riscaldate». Si comportano così quasi tutti i responsabili delle testate nazionali e provinciali: la loro principale preoccupazione non è fare un giornale che piaccia ai lettori, bensì che non dispiaccia all'editore; perseguono un solo obiettivo: non perdere il posto.
 

vittorio feltri 4vittorio feltri 4

Ma di questo piccolo particolare Massimo non si rende conto appieno: allorché percepisca un eccesso di prudenza in chi gli ha commissionato un lavoro, forza i toni della sua bella prosa, dando l'impressione di volere cercare l'incidente, in cui effettivamente gli capita di incappare.

 

Se fosse stato più duttile, se si fosse ficcato in testa che i quotidiani (e le aziende di ogni settore) hanno un padrone e che i redattori mettono l'asino dove vuole lui, per campare senza grane, Fini sarebbe stato un numero uno per decenni. Non c'è stato verso che si correggesse, cosicché si è dovuto accontentare di quello che passava il convento, accettando di diventare il miglior bastiancontrario della categoria.
 

MULLAH OMARMULLAH OMAR

L'anticonformismo è la sua specialità o forse la sua ossessione. Quando tutti vanno a destra, lui va a sinistra; quando il vento soffia a sinistra, lui coglie l'occasione per trasformarsi in leghista ante litteram e addirittura in simpatizzante del Mullah Omar. Dimenticavo: fu Massimo a sdoganare Nerone, descrivendolo come un bravo ragazzo sul quale sono state dette calunnie per duemila anni. Al nostro non manca nulla, neppure la genialità che però usa prevalentemente per farsi del male, e ci riesce benissimo.

 

zbi106 massimo finizbi106 massimo fini

In Una vita non sorvola su di me: mi loda e mi infilza con eguale noncuranza. Credo che abbia ragione in ogni caso, come credo di aver ragione io nel dire che se non fosse stato tanto abile a sprecare il proprio talento, saremmo di fronte a un fenomeno. Invece siamo di fronte a Fini. Al solito Fini.

 

 

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...