EX MARITI, CORNUTI E MAZZIATI – PERCHE’ QUANDO UN RAPPORTO FINISCE, LA GIUSTIZIA TUTELA LA DONNA MENTRE GLI UOMINI VENGONO TRATTATI ‘COME DELINQUENTI’? – LA SOLUZIONE MELLONE: I PATTI PREMATRIMONIALI CHE PERÒ IN ITALIA SONO ANCORA CARTA STRACCIA

Angelo Mellone per ‘Il Giornale'
In Italia si tende a trasformare qualsiasi problema in «allarme». C'è solo un allarme che non viene riconosciuto come problema: il destino della gran maggioranza degli uomini separati. Un esercito di quattro milioni di persone, ottocentomila dei quali già collocati al di sotto della soglia di povertà; un esercito destinato a crescere, se è vero che il numero delle separazioni disegna una curva costante di crescita anno dopo anno.
Nulla ci vieta di immaginare che tra qualche anno arriveremo a otto o dieci milioni di individui, che ogni tanto vengono presi in considerazione con un bonario patetismo ma ai quali finora non è stata offerta - se non in rare eccezioni - risposta alcuna al dramma che molti, troppi di loro consumano in vite trasformate nell'apoteosi nera della precarietà.
Lasciamo stare i casi estremi, come le bestie che abusano o uccidono le loro donne e che, giustamente, divengono oggetto di misure repressive crescenti e di pari attenzione mediatica. No, stiamo parlando di uomini che si separano dalle loro ex-dolci-metà semplicemente perché è finito l'amore, perché un rapporto è chiuso, perché si è consumata quella fiamma che ha dato a marito e moglie l'energia per sposarsi e metter su famiglia.
Gente normale, insomma. Ecco, questa gente normale, questi uomini, devono affrontare e provare a superare una sequenza di due prove durissime. In primo luogo, in virtù di una legislazione sulle separazioni che - a parte i piccoli maquillage normativi degli ultimi anni - è clamorosamente sbilanciata a favore della donna e applicata con ulteriori sbilanciamenti, si tratta di persone che in un battibaleno perdono casa, affetti, patrimonio, sicurezze, e si ritrovano a dover gestire la loro nuova vita in una dimensione per cui la libertà diventa un fantasma da combattere con quattro spiccioli in tasca e non una nuova opportunità.
Un uomo separato, per esempio, viene mandato via di casa come un reprobo, viene privato degli elementi essenziali di un'esistenza decorosa senza che abbia commesso reato alcuno: non picchiava la moglie, non si è giocato l'appartamento in una bisca. Niente, nulla di tutto questo.

Ma nel nostro immaginario sociale ancora sopravvive l'idea - e qui scatta una terribile inversione del concetto di pari opportunità - che, quando un rapporto finisce, è quasi sempre l'uomo il colpevole e, dunque, è lui che deve pagare, è lui che deve sobbarcarsi i costi del fallimento di una coppia. È lui, insomma, che deve tenere botta. La donna, in questo caso, è superprotetta.
Ciascuno di noi, senza scendere nel melodramma, conosce decine di storie di brava gente, che magari ha dei lavori anche ben retribuiti, ma che viene costretta ad accomodarsi in bugigattoli, dormire sul divano degli amici o, quando è possibile, tornare a casa dei genitori perché non ha la possibilità di prendersi un'abitazione decente, e poco importa se la normativa prevede la necessità che anche i padri debbano offrire ai figli una sistemazione adeguata.
L'ironia amara di queste cose vuole che gli unici uomini autorizzati a separarsi sono i ricchi, gli evasori fiscali e i poveri; il resto, la gente onesta, i lavoratori dipendenti, vanno incontro a uno schianto il cui dolore, per essere compreso, deve per forza venir vissuto. E arriviamo al secondo punto: nonostante la retorica politichese, l'uomo separato viene saltuariamente preso in considerazione solo in quanto «padre», ma mai in quanto uomo di trenta, quaranta o cinquant'anni a cui viene tolto tutto, compresa la possibilità di ricrearsi un'esistenza dignitosa. Ai separati, per dire, non viene riconosciuta la «dignità» di sfrattati, e nemmeno la possibilità di detrarre i costi dell'affitto. Niente, nulla, tranne qualche intervento spot per i più sfortunati. È possibile che questa situazione prosegua ancora per molto tempo? Non credo, al netto delle cronache di quotidiana disperazione che però fanno poca audience.

Eppure, in tempi di famiglie scoppiate, allargate e allargatissime, la soluzione ci sarebbe: i famosi «patti prematrimoniali» che in Italia sono ancora carta straccia. Si bloccherebbe l'«industria delle separazioni», che fattura miliardi di euro all'anno. Si darebbe certezza a milioni di persone. Si realizzerebbero davvero le pari opportunità. Siglando, è questa la speranza, un patto tra uomini e donne - soprattutto chi ha dei figli, frutto di un amore che non può essere gettato nel cestino delle sentenze... - ispirato a una nuova grammatica degli affetti.
Se la politica tiene davvero a risolvere urgenze che si colorano di drammi diffusi, ebbene, forse è arrivato il momento che si faccia qualcosa di serio. E per davvero.

 

 

CARA TU ANGELO MELLONEDIVORZIOdivorziati Angelo Mellone DIVORZIO

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….