FACEBOOK, VAFFANCULO! - LA PAGINA DAGOSPIA BLOCCATA PER IL TITOLO ''JAMES FRANCO, FROCIO DALLA VITA IN SU''. IN EFFETTI, SIAMO UN COVO DI OMOFOBI - MA I CENSORI DI ZUCKERBERG SONO MOLTO ATTIVI: VIA LA NEOMAMMA, VIA LUCA BIZZARRI E LA SUA FINOCCHIONA. MA JIHADISTI E MOLESTATORI HANNO CAMPO LIBERO
1.ANCHE DAGOSPIA BLOCCATO, PER LA PAROLA ''FROCIO''
DAGONOTA - Devono essere particolarmente friccicarelli i censori di Facebook in questi giorni: stamattina la redazione di Dagospia si è svegliata con la sua pagina bloccata. Il reato? Aver pubblicato l'articolo su James Franco ''Frocio dalla vita in su''.
l articolo su james franco di dagospia censurato da facebook
Non è chiaro se a segnalare l'affronto siano state omo-sentinelle offese da una parola ormai sdoganata – anzi di cui la comunità gay si è riappropriata per sottrarla agli omofobi – oppure lettori che non vogliono vedere post in cui attori americani parlano liberamente della propria sessualità.
Chi legge questo disgraziato sito sa bene che tacciarci di omofobia è un'accusa ridicola, ma immaginiamo che i poveri censori non abbiano tempo di leggerci assiduamente, e che dunque ubbidiscano senza fiatare alla ''community''. E' però sgradevole avere una pagina con oltre 90mila ''mi piace'', i nostri account personali, e il servizio Messenger bloccati (senza appello) per 24 ore.
Il paradosso? In questa estenuante ricerca del politicamente corretto, Facebook avvantaggia proprio chi vorrebbe combattere: i bulli. Infatti basta essere un numero sufficiente di haters, segnalare un post o una foto perché offensiva (anche se non lo è, come è indubbio nel caso di Bizzarri), e i soldatini del social network eseguiranno l'ordine. Non dando, come invece facevano in passato, la possibilità di appellare la decisione.
facebook chiarisce la sua politica di censura
Cazzi vostri, direte giustamente, nessuno vi obbliga a stare su Facebook. Vero, come è vero però che ormai il traffico dei siti di informazione (non il nostro, per fortuna) arriva principalmente dai social network. Dunque, prima o poi, andranno considerati come fornitori di servizi essenziali (vedi acqua, luce, telefono e internet) e sottoposti a una qualche normativa o authority per garantire a tutti un accesso libero da prepotenze o limiti ingiustificati. Nell'attesa, ci teniamo i censori.
2.LUCA BIZZARRI, LA FOTO CON IL SALAME VIENE BANNATA DA FACEBOOK
Ne sa qualcosa Luca Bizzarri, che sia sul social network creato da Mark Zuckerberg, che su Twitter, aveva solidarizzato in maniera divertente e ironica con Giuseppe Cruciani, animatamente contestato da un gruppo di vegani la scorsa settimana. Il conduttore radiofonico aveva già provocato gli animalisti qualche mese fa, quando si fece immortalare con un coniglio morto. Qualche giorno fa, invece, un gruppo di vegani aveva cercato lo scontro fisico col conduttore, reo di aver risposto alla contestazione mostrando un salame.
la neo mamma censurata da facebook
È proprio il salame l'elemento di connessione tra Cruciani e Luca Bizzarri. L'attore e conduttore tv genovese, infatti, aveva pubblicato sui diversi social, con i propri account, una foto in cui abbraccia malinconicamente un insaccato e la didascalia: «Solidarietà al compagno Cruciani dopo la barbara aggressione fascista #liberosalameinliberostato».
Su Twitter la foto c'è ancora, nonostante le tante critiche ricevute dagli animalisti più o meno noti del web. Facebook, invece, evidentemente dopo un ingente numero di segnalazione, ha deciso di rimuoverla perché violerebbe gli standard della comunità.
Ancora una volta fanno discutere le politiche di Facebook riguardo i contenuti. Sul social network di Zuckerberg, infatti, assistiamo sempre più spesso alle manifestazioni più basse dell'essere umano, ma raramente certi contenuti vengono rimossi dopo una segnalazione. Luca Bizzarri, invece, si è visto rimuovere una foto divertente e affida, ancora una volta a tutti i social network, una riflessione decisamente amara.
3.LUCA BIZZARRI SU FACEBOOK
Cose che ho imparato.
Su Facebook puoi:
Mandare a cagare
Dare del coglione
Fotografarti il culo
Provarci con le ragazzine
Provarci con i ragazzini
Fotografarti le tette senza i capezzoli
Negare l'olocausto
Dare del ciccione
Dire che però Mussolini
Minacciare di morte
Bullizzare i compagni che poi si lanciano dalla finestra
Dire che però sti zingari...
luca bizzarri solidarieta con cruciani e il suo salame
Recuperare Stalin
Tritare le palle a sconosciuti
Offendere la Preside
Sputtanare l'ex
Condividere simpatie naziste
Invadere il Brasile
Ma se pubblichi una foto con un salame in braccio te la tolgono perché "non rispetta gli standard della comunità".
4.FACEBOOK CENSURA I BEBÈ MA SI INCHINA ALLA «JIHAD»
Paolo Bracalini per “Il Giornale”
Vietato pubblicare foto di una madre che ha appena partorito, giudicata troppo provocante per gli standard di Facebook, così pure «L' origine del mondo» di Gustave Courbet (troppo osè, anche se è un capolavoro del realismo francese) o la foto della «Sirenetta» di Copenaghen (troppo scoperta), tantomeno usare la parola «zingari» (costata a Salvini una sospensione dal sito) o pubblicare l' immagine di un salame (offende i vegetariani).
Sempre su Facebook, però, è possibile insultare e minacciare di «punizioni severe» in quanto «nemica dell' Islam» una giornalista, sicuri che la richiesta di rimozione verrà respinta («rejected») dal colosso americano, anche se a chiederlo è una Procura.
La cronista del Resto del Carlino Benedetta Salsi si è macchiata di una colpa grave agli occhi di alcuni siti islamisti: aver scritto su Luca Aleotti, alias Saif-Allah («spada di Dio»), un trentenne disoccupato di Reggio Emilia (padre italiano, madre di origni marocchine), finito sotto indagine dalla Procura di Bologna per aver inneggiato alla «sottomissione ad Allah» dopo le stragi di Parigi e ora in regime di sorveglianza speciale.
Sulle pagine Facebook «Musulmani d' Italia» e «Islam Italia», dopo gli articoli, sono apparsi una foto della giornalista presa da internet, informazioni personali su suo conto, quindi «pesanti calunnie e invenzioni riguardanti la mia sfera personale e intima - racconta la cronista -, allusioni sessiste e volgarità», e quindi la sentenza: «Per lo statuto giuridico islamico questi atti sono punibili severamente».
Una evidente minaccia, cui è seguita una denuncia, l' apertura di un fascicolo in Procura per minacce aggravate e diffamazione, e la richiesta del pm di rimuovere quei contenuti, a cui però Facebook ha risposto un secco «no» («Rilanceremo e faremo il possibile per arrivare a un risultato» replica il procuratore capo di Reggio Emilia).
facebook accetta i contenuti sessuali educativi
Nel frattempo le pagine Facebook «Islam Italia» e «Musulmani d' Italia» vanno avanti, con un avviso al caporedattore del Carlino («Continua la sua gogna mediatica contro i musulmani in Italia, pensando che per i giornalisti islamofobi tutto è permesso», e insieme il poster di «Altrimenti ci arrabbiamo»), riletture islamiste della Pasqua cristiana («La Pasqua è una festa SATANICA, Gesù non è morto sulla croce»), frequenti apprezzamenti al Giornale («quotidiano nemico dell' Islam»), considerazioni sulla carneficina di Bruxelles («frutto di decenni di colonizzazione, invasioni, violenze e abusi di ogni tipo da parte dell' occidente democratico»).
Per Facebook però è tutto in regola, niente che violi gli «Standard della comunità» stabiliti dal gigante di Menlo Park (California), molto rigidi invece quando si tratta di innocue foto femminili o affermazioni politicamente uncorrect (pure una parodia romanesca del guru Osho che adopera il termine «froci» è stata cancellata), subito rimossi dal social network.
Dove invece si possono trovare pagine che pubblicizzano sbarchi e traversate in Italia dalla Libia a bordo di gommoni per 4mila dollari circa (si paga rigorosamente cash), e anche qui la società di Zuckerberg non ha nulla da ridire.
In effetti il business sembra l' unica religione del sito più diffuso sul pianeta. Facebook è presente anche nei paesi musulmani (dai ricchi paesi del Golfo al nord Africa alla Turchia fino all' Indonesia) ed è classificato addirittura come terza fonte di notizie nel mondo arabo dietro le tv Al-Jazeera e Al-Arabiya.
Meglio non inimicarsi gli arabi, anche se il fondatore Zuckerberg è ebreo (tra i dieci ebrei più influenti al mondo secondo una graduatoria del Jerusalem Post), come spiega in un post del 2015 dopo gli attentati a Parigi «come ebreo i miei genitori mi hanno insegnato a difendere tutte le comunità. Se sei un musulmano, come fondatore di Facebook voglio che tu sappia che sei sempre il benvenuto qui e che combatteremo per proteggere i tuoi diritti e creare un ambiente pacifico e sicuro per te». Anche a costo di lasciare minacciare i giornalisti che osano scrivere articoli sui rischio jihad in Italia.
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