Giulio De Santis per “corriere.it”
Coltivava piante di marijuana alte più di un metro nella cucina della sua casa in Prati l’attore Stefano Dionisi, arrestato domenica pomeriggio con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. Oggi il protagonista del film «Farinelli –Voce regina», che nel 1984 gli valse il David di Donatello, è stato condannato nel processo per direttissima a quattro mesi di reclusione (con il rito abbreviato).
L’interprete di Luciano Liggio nella serie tv «L’ultimo dei corleonesi» si è difeso in aula sostenendo di fare uso di marijuana solo per motivi personali. Ma il pm Mario Pesci non gli ha creduto e ha chiesto appunto la condanna dell’attore, registrato all’anagrafe come Stefano Ciamponi.
La resa
A far scattare le manette verso le quattro di ieri pomeriggio è stata la sua camminata goffa sotto casa. Intabarrato in un giubbotto, l’aria circospetta, lo sguardo basso, un modo di fare insomma che difficilmente sarebbe passato inosservato. Il suo comportamento infatti ha attirato l’attenzione di quattro carabinieri, che hanno fermato l’attore per domandargli se avesse qualche problema.
Le risposte confuse e la consegna spontanea da parte di Ciamponi di 18 grammi di marjuana hanno convinto i militari a perquisire l’abitazione dell’attore, che nel 2011 è stato il protagonista «negativo» della serie tv «La narcotici» (vestiva i panni di Ivano Consanti, l’ottavo re di Roma, un narcotrafficante) e che nell’autobiografia «La barca dei folli», 144 pagine uscite lo scorso settembre, ha raccontato la sua esperienza con la malattia mentale, tra ricoveri coatti e terapie di gruppo.
Entrati in casa, i carabinieri hanno scoperto la presenza di due mini serre nella cucina. A quel punto l’attore, sposato con Elena Cara, una produttrice tv, non ha opposto nessuna resistenza lasciandosi arrestare.
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