cruciani con il salame anti vegani
Filippo Facci per “Libero Quotidiano”
Animalisti, vegani, no tav, anarchici generici, occupy questo e quello, contro le trivelle, contro gli inceneritori, contro in generale: se possibile stilizzati con caschi, tute, armi rudimentali e posture frontiste. «Non so cosa voglio, ma so come ottenerlo» recitava la più famosa canzone dei Sex Pistols.
Detto questo, la scemenza più grossa è credere che il neo conflitto mediatico tra vegani e carnivori (ripartito nei giorni scorsi dopo che un drappello di vegani deficienti ha assalito fisicamente Giuseppe Cruciani, indubbio "provocatore" radiofonico) sia davvero un conflitto tra vegani e carnivori, sia, cioè, uno scontro ideologico attorno al quale apparecchiare il solito dibattito: invitando, magari, gente come Umberto Veronesi e raccontando che persino Mike Tyson è diventato vegetariano (uno, cioè, che con un morso staccò un orecchio a un avversario).
vegani contro cruciani fuori da radio24
Ma non c' è da parlare di idee e di filosofie e di mode: non ora, almeno, non in questi termini, non con questa gente. La neo violenza vegana, quella dei citati deficienti che hanno tentato di menare Cruciani, o quella di altri deficienti che hanno assediato il ristorante di Carlo Cracco, è solo un miserevole aggiornamento dell' antagonismo giovanile.
Qualche anno fa, i vegani - parlo di quelli violenti, carne da macello, ops - forse avrebbero raccolto firme contro lo sterminio delle balene, o contro la pena di morte in Uganda, o contro la chiusura di un parco di un metro quadrato, o contro il "regime" (uno qualsiasi) o contro qualsiasi opera pubblica:
purché le battaglie che combattono siano da loro giudicate prioritarie e ineludibili, con seriosità da missionari e partigiani, gente che ha rabbiosamente urgenza di fare e disfare e distruggere e ricostruire e soprattutto curare chi non è malato, aiutare chi non lo chiede, e spiegare alla gente, felice, che non è felice: perché non può essere felice chi mangia un coniglio.
Quindi - parentesi - fate bene se avete voglia di discutere o di interessarvi di veganismo o di caccia o di questioni alimentari o salutari: purché sia chiaro che tutto questo non c' entra un accidente coi deficienti che - purtroppo anche in qualche talkshow - sostengono di promuovere una causa. A parte che semmai la danneggiano, non c' è nessuna causa se non una qualsiasi, una a caso, una delle poche rimaste su piazza dopo che il Novecento le ha consumate tutte.
Sul raffronto tra uomini e animali (che poi sono entrambi animali) ci sono libri bellissimi e pagine di filosofia altissima. Ma non c' entra niente con questi: qui c' è solo un materialismo giovanile da innamorati di primo pelo, da rivoluzionari scornati e assetati di assoluto, da emarginati che agognano un rivolgimento da cui rinasca la società dei liberi e degli eguali, piccoli messia con la felpa convinti che libertà e uguaglianza regneranno quando tutto sarà raso al suolo, e ogni Bastiglia frantumata. Certo, c' è anche altro: ma è solo peggio.
Le violenze dei vegani deficienti hanno l' appoggio silenzioso di una moltitudine di anonimi vigliacchetti internettiani (è pieno di gente che ama gli animali perché ha difficoltà con gli uomini) e ci sono organizzazioni che sinceramente inquietano.
Andate sulle pagine web del "Fronte animalista" o peggio dei "Centopercentoanimalisti": sembrano covi dei vecchi ultrà dell' Atalanta o del Verona; foto di fumogeni, cappucci e caschi, iconografie con facce truci, immagini di cortei e occupazioni e blitz e presidi, auguri di morte - ai cacciatori, principalmente - come se piovesse. Il notiziario è compiaciuto:
«Cacciatore puttaniere rapina una prostituta», «Cacciatore picchia con la cintura sua moglie», «Pescatore teneva prigionieri due dugonghi» (non fate domande) e via così. E sbaglia chi intraveda solo dei surrogati sinistroidi: l' estremismo animalista ridonda di ex destri, o meglio, destri neo coniugati.
Il leader di "Centopercentoanimalisti", uno che ieri era a Matrix, è un ex Forza Nuova. Un suo caro amico, venerdì scorso, era fuori da Radio24 ad assediare Cruciani. Nell' animalismo è pieno di ex "Area identitaria", "Destra veneta", "Lega d' azione meridionale" eccetera. Ed è pieno, ora, di nuove sigle come "Cani sciolti", "Movimento etico tutela animali", "Animal action", "Memento naturae", "Lealtà azione".
A sinistra l' animalismo è più pomposamente ufficiale od organico al Pd, anche se non mancano organizzazioni che denunciano le infiltrazioni destrorse e si sono battezzati "specisti antifascisti". Ma il retroterra culturale, almeno qui, appartiene più storicamente alla destra: la zoofilia e l' antivivisezionismo delle classi superiori nascono addirittura nell' Ottocento e così pure padri nobili dell' animalismo come Nietzsche, Lorenz, Jünger e Mann.
Come questo si concili con lo slogan "Cacciatore buono? Solo quello morto" (pagina Facebook di uno dei gruppi destrorsi) resta in parte da capire. A sinistra, invece, restano da inquadrare i neo vegani ben attenti a non calpestare una formica ma che ancora incespicano nel giustificare i cento milioni di morti del comunismo.