LAVORE-RAI (FORSE) – GUBITOSI FA CONTROLLARE SCRUPOLOSAMENTE GIORNI DI FERIE E RIMBORSI SPESE DEI DIPENDENTI RAI – “IL FATTO” DENUNCIA CHE HA MESSO SU UNA “SPECTRE” – PROVARE A LICENZIARE 20 FANCAZZISTI SU 12MILA DIPENDENTI NON SI CHIAMA “SPECTRE”, MA “RESPECT”. RISPETTO DI CHI LAVORA

1. DAGONOTA

 

Lorenza Lei, ex dg della Rai e alto papavero della stessa, si è messa in malattia dal giorno che ha saputo che Luigi Gubitosi l’avrebbe licenziata. Così non le hanno potuto notificare nulla e adesso aspetta che sia Gubitosi ad andarsene per primo. Dobbiamo tifare per la lungo degente?

 

BEPPE GRILLO A VIALE MAZZINIBEPPE GRILLO A VIALE MAZZINI

Altro caso. Riferisce “Il Fatto” che “la Spectre di Gubitosi spesso chiama alberghi e ristoranti per controllare che certi rimborsi spese un po’ esosi dei suoi dipendenti siano corretti. Dobbiamo tifare per i furbetti della nota spese, che anno dopo anno mettono su dei piccoli tesori a danno dell’azienda (pubblica, quindi noi) che già li paga profumatamente?

 

Sempre la succitata “Spectre” controlla scrupolosamente i dirigenti che hanno troppe ferie arretrate e verifica le loro dubbie presenze nei giorni di festa. Dobbiamo solidarizzare con chi fa una telefonata di lavoro e si segna presente anche il Primo maggio?

 

Se Gubitosi ha provato a licenziare una ventina di fancazzisti su 12mila dipendenti Rai non si chiama “Spectre”, ma “Respect”. Rispetto per chi lavora

 

 

2. LA SPECTRE DELLA RAI: SORVEGLIATI I DIPENDENTI

Carlo Tecce per “Il Fatto Quotidiano

 

ANNA MARIA TARANTOLA DAVANTI AL CAVALLO DI VIALE MAZZINI ANNA MARIA TARANTOLA DAVANTI AL CAVALLO DI VIALE MAZZINI

Vuole la busta uno o la busta due?” E il dipendente Rai, bollato come assenteista impenitente oppure falsificatore di rimborsi, non chiede informazioni sul contenuto. Perché lo conosce. Con la busta uno, rassicura l’azienda, gli viene risparmiato il procedimento disciplinare, la cacciata per scarso rendimento e una macchia indelebile in carriera. Con la busta due, illustra Viale Mazzini stavolta più adirata, si scatena il contenzioso legale, epilogo inevitabile di un licenziamento per raccomandata.

 

Con le buone maniere o con le cattive, Luigi Gubitosi ha cacciato oltre una ventina di assunti, inclusi gli indagati per corruzione. Ha sfoltito l’organico, ha risparmiato denaro. E ha perpetrato un vizietto che infila in valigia ogni volta che cambia lavoro. Quando fu nominato direttore generale in Viale Mazzini, Gubitosi era il capo in Italia di Bank of America-Merrill Lynch. Per il commiato, non ha offerto pasticcini e spumante, ma ha firmato un’ultima lettera di licenziamento.

 

Luigi GubitosiLuigi Gubitosi

Il mandato in Rai è scaduto a giugno, il dg è prorogato per un mese, forse un paio, dopo l’estate esagerando. Non ha smesso, però, di mandare via. Gubitosi ha l’abitudine di consultare i tabulati che registrano le presenze. Per i dirigenti, l’interpretazione è più complessa: non devono timbrare in entrata e in uscita. Ma il sospetto emerge se il dirigente ha accumulato centinaia di giorni di vacanze. Quando riscontra un’incongruenza, l’azienda aumenta l’attenzione sul singolo e presunto fannullone.

 

È quasi banale sottolineare che il metodo, che viene narrato, storpiato e amplificato nei loquaci corridoi di Viale Mazzini o Saxa Rubra, è un deterrente già a sentirne parlare. Allora, la procedura. Il gruppo che utilizza il dg, di solito l’ufficio del personale, indaga sui comportamenti del presunto fannullone, raccoglie opinioni, consulta i colleghi, vigila sui movimenti. In azienda s’è diffuso il timore che Gubitosi s’avvalga anche degli investigatori privati per ottenere le prove.

 

Di sicuro, il dg s’è informato sui limiti di legge (la privacy) e, in passato, ha ordinato ai collaboratori di studiare l’ipotesi e di valutare l’utilità degli degli investigatori privati per preziosi (e molto discutibili) pedinamenti durante l’orario di servizio. Intimoriti, numerosi dipendenti di Viale Mazzini, spesso, scelgono la busta uno: la risoluzione volontaria (spontanea sembra troppo) del rapporto.

 

luigi gubitosi con moglieluigi gubitosi con moglie

Un episodio risale a pochi giorni fa. Eppure il protagonista di questa recente vicenda è un dirigente, molto alto in grado, promosso proprio dal dg in carica. A volte, il licenziamento si ritorce contro, perché il giudice dispone il reintegro e la severa e pugnace gestione di Gubitosi risulta deleteria e ne salda il conto. Un importante dirigente di Viale Mazzini ha appena ripreso possesso di poltrona e scrivania, l’azienda gli ha liquidato 50.000 euro in cure mediche. La spectre di Gubitosi gli contestava un anno e più di ferie arretrate e la bizzarra abitudine di recarsi in azienda il sabato, la domenica, a Capodanno, a Pasquetta.

 

Nei giorni cerchiati di rosso sul calendario, che valgono migliaia di euro, non mancava mai. Il dirigente allontanato, però, ha indicato la busta due: il licenziamento, e poi il ricorso.

luigi gubitosiluigi gubitosi

 

Il Tribunale l’ha riabilitato perché la “scarsa attitudine all’impiego” coinvolge il pregresso, non il periodo attuale. Gubitosi non ha accettato il verdetto, s’è opposto in tribunale e l’ha messo in ferie - diversi mesi - in attesa del pensionamento. Quando ha scoperto che al dirigente ha restituito anche il denaro per il Viagra (poiché la Rai gli avrebbe provocato danni seri), Gubitosi s’è infuriato ancora di più.

 

 Non ha raggiunto i livelli di un caso più eclatante. Un giudice ha ripristinato l’incarico di un dipendente di RaiUno, licenziato per aver assunto la moglie con il trucchetto del cognome da nubile. Il modulo di Viale Mazzini per dichiarare “parenti o affini”, secondo il tribunale, è stato compilato correttamente: la moglie non è un parente né un affine. Dunque, in teoria, per la burocrazia Rai ingaggiare la moglie è inappuntabile, la cognata disdicevole.

 

E poi ci sono i furbetti. Quelli che consegnano note spese fasulle, spiegano che hanno dormito lì, che hanno mangiato là e che hanno viaggiato su quel treno. La spectre di Gubitosi fa un elementare controllo, se il documento è anomalo: chiama in albergo, al ristorante, in agenzia. E succede che in quel luogo, il giornalista o il dirigente, non s’è mai recato. Un anno, due casi. E relative denunce in Procura.

Lorenza Lei Lorenza Lei

 

A Gubitosi piace vantare la fama di duro, ma l’equilibrio fra giusta attenzione e approccio invasivo è precario. In Viale Mazzini appassiona la faccenda Lorenza Lei. L’ex dg, da aprile senza ruolo attivo, è in malattia dal giorno - coincidenza? - in cui Gubitosi ha decretato il licenziamento. Finché non riceve materialmente il foglio intestato, la Lei è dentro. Forse spera che Gubitosi, per primo, vada fuori.

LORENZA LEI LORENZA LEI

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO