Estratto dell’articolo di Fabrizio Maria Barbuto per “Novella 2000”
Nelle vene di Francesca De André scorre un sangue di cui ella rivendica il valore; quello di suo nonno, il grande Fabrizio, che ci confessa di sentire vicino. Tanti i momenti difficili nella vita della 34enne: dalla rimozione delle tube a causa di un tumore alla violenza fisica subita dall’ex fidanzato, condannato, in primo grado, a tre anni di reclusione. […]
Che fase di vita stai attraversando?
«Ho fatto pace con me stessa, col mio passato e le inquietudini che mi hanno dato il tormento per anni. Coltivo progetti che stanno pian piano prendendo forma, ad esempio diventare tatuatrice. Intanto porto avanti la passione per la pole dance. Quanto alla musica, continuo a scrivere».
Hai incontrato l’uomo dei tuoi sogni? Nella nostra ultima intervista lo avevi descritto come simile a tuo fratello, col quale hai un forte legame.
«Mi sto frequentando con un ragazzo, tuttavia non posso dirmi certa che sia all’altezza delle mie aspettative e corrisponda all’idea del compagno perfetto. Non mi definisco “impegnata”».
intervista a francesca de andre - novella 2000
Il tuo ex è stato condannato, in primo grado, a tre anni e tre mesi di reclusione per violenza domestica. Che segni ha lasciato in te?
«Indelebili. Mi lecco le ferite e cerco di trarre il meglio da ciò che è successo. Ho imparato a riconoscere chi è nocivo per la mia serenità, e me ne difendo allontanandolo. Comunque il mio ex è stato condannato anche a un risarcimento, che non ha mai reso nonostante la sua condizione economica sia più che agiata».
Con l’ex tronista Daniele Interrante hai condiviso una bella relazione. Ti è stato vicino?
«Devo riconoscere di sì. L’amore che ci ha legato ha lasciato spazio a un legame speciale. Sappiamo di poter contare l’uno sull’altra».
Tempo addietro ti furono trovate tre masse tumorali, ciò impose la rimozione delle tube e delle ovaie. Che decorso ha avuto la malattia?
«Mi avevano preparato all’eventualità di dover fare chemio e radioterapia, fortunatamente non è successo. Sono guarita, ma non potrò avere figli, se non con l’inseminazione artificiale. E anche in quel caso non è detto».
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A proposito della tua infanzia, cosa ti è mancato?
«In primo luogo l’amore genitoriale. I miei erano separati e fui affidata a mia madre, con la quale avevo un rapporto conflittuale. A 14 anni scappai di casa e andai a vivere con mio padre. Con lui fu peggio... Il giudice tutelare fu avvisato della mia condotta ribelle e finii in comunità. Nessuno volle farsi carico di me, inclusa Dori Ghezzi, moglie di mio nonno Fabrizio, che in un primo momento sembrò volermi adottare. Mi abbandonarono tutti».
intervista a francesca de andre - novella 2000
Con tuo padre non parli da anni e non hai mai nascosto di biasimarlo come genitore. Come artista che idea hai di lui, che l’anno scorso ha intrapreso, in onore a tuo nonno Fabrizio, un tour celebrativo?
«Sai che novità! Continua a riarrangiare i brani di un morto per monetizzare, quando per farsi strada gli sarebbe bastato attingere dal proprio talento, che non ha mai imparato a sfruttare. Ha sempre lasciato che le sue miserie prendessero il sopravvento sulle virtù. Non ho timore che gli giunga all’orecchio l’idea che ho di lui».
Sei dura, troppo. Quanto c’è, in te, di tuo nonno Fabrizio?
«Talmente tanto che me ne stupisco. Nella vita ho sofferto di depressione e attacchi di panico, e le sue canzoni mi hanno spesso aiutato a superare quei momenti. Quand’ero piccola, ascoltare i suoi pezzi era una scoperta.
Mi sorprendevo a pensare le stesse cose che lui metteva in musica, ma prima ancora di averle sentite nei sui brani. “Non è possibile!” mi dicevo ascoltandolo “sul mio diario ho scritto la stessa cosa di cui sta cantando”. In questo spirito non temerò mai la solitudine, perché avrò sempre lui al mio fianco, che ho scoperto vivere in me. In ciò che sono oggi».
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