MAI DIRE RAI - I BILANCI DELLE ‘HAPPY FIVE’, LE 5 SOCIETÀ REGINE DEGLI APPALTI DI PROGRAMMI E FICTION - IN TESTA LA ENDEMOL, SUBITO DIETRO C’È MAGNOLIA E LOFENZO MIELI - MA CHI RIDE DAVVERO, A VEDERE I BILANCI È BARBARESCHI
Marco Lillo per “il Fatto Quotidiano”
paolo bassetti ad endemol italia lap
Il consigliere della RAI in quota Pdl Antonio Pilati le ha definite le “happy five”, cioè le cinque società televisive esterne alla RAI che fanno la parte del leone nell’aggiudicazione delle produzioni milionarie di programmi e fiction. La direttrice di RAI fiction, Eleonora Andreatta, davanti alla Commissione, ha detto che tre società, Luxvide, Publispei e Fremantlemedia, sono negli ultimi anni in testa e si alternano sempre nei primi cinque posti.
Il Fatto ha provato a verificare come stanno realmente le cose dal punto di vista economico.
La società in testa per fatturato (ovviamente comprendendo anche le commesse di Mediaset, Sky, La7 e le altre reti) è Endemol Italia con i 56 milioni di euro dichiarati nell’ultimo bilancio disponibile alla camera di commercio, quello del lontano 2011. Segue Magnolia.
Gubitosi Andreatta foto Olycom
Fondata dall’ex manager di Canale 5 ora sindaco del Pd di Bergamo, Giorgio Gori, è controllata dal gruppo Zodiak-De Agostini. Nel 2013 ha perso X Factor ma l’amministratore Leonardo Pasquinelli nella sua relazione al bilancio depositato pochi mesi fa contrappone la perdita “allo straordinario successo di Masterchef” (successo ampiamente superiore a quello dello stesso X Factor)”.
Va male invece con la rete di Urbano Cairo: “La7 con il passaggio di proprietà ha deciso di tagliare gli investimenti e di mantenere solo i titoli irrinunciabili del Prime Time, tra cui il talk di Corrado Formigli Piazza Pulita, che è stata rinnovata per tutto l’anno 2014”, scrive l’amministratore”. Va meglio invece con la RAI: “si riconfermano le serie di Pechino Express e la longeva striscia access di Rai Uno L’Eredità”.
Nel 2013 è mancato il grande introito garantito a Magnolia dalla RAI con l’Isola dei famosi. Così la prima delle five non è happy: “il fatturato realizzato da Magnolia S.p.A. è stato di euro 44.643.212 con un decremento di circa il 29% su base annua”, scrive l’amministratore Pasquinelli che aggiunge: “il decremento è da imputare alla mancata produzione dell’Isola dei famosi e al ridotto turnover di produzioni per La7.
La perdita netta è pari a euro 3.768.526” anche se “sconta svalutazioni di partecipazioni per euro 3.619.970”. Magnolia ha ceduto il ramo fiction alla Cross Production del gruppo tedesco Beta Film GMBH che ha realizzato ricavi per 11 milioni e 468 mila euro grazie soprattutto alla RAI. Nel piano di produzione 2014 è stato confermato lo sceneggiato Una grande famiglia che garantirà ben 10,4 milioni di euro di introito a Magnolia più i 7,4 milioni dei 12 episodi della fiction La scelta di Anna.
Subito dietro Magnolia c’è Fremantlemedia (amministrata da Lorenzo Mieli e di proprietà del gruppo tedesco RTL controllato da Bertlesman AG) con 45,8 milioni di fatturato. Produce Un posto al sole nel centro RAI di Napoli, una megaproduzione da 250 puntate all’anno per 13 milioni e 170 mila euro, confermata nel 2014. Fremantle però guarda altrove, soprattutto a Sky e continua a specializzarsi nei talent come X factor e Italia’s Got Talent.
Anche Fremantlemedia comunque non è così ‘happy’ perché ha visto ridursi del 29 per cento il suo risultato operativo mentre l’utile precipita nel 2013 da 1 milione 469 mila del 2012 a 167 mila euro.
Incredibilmente a essere felice è proprio la Luxvide. La società controllata dalla famiglia Bernabei è stata al centro di uno scandalo quando si è scoperto che lo IOR ha donato una partecipazione indiretta in Lux Vide a una Fondazione. La quota era stata pagata 15 milioni ma per l’ex presidente dello IOR Ernst Von Freyburg, non li valeva.
Eppure, grazie soprattutto alla RAI, la società che produce tutti i film e le fiction di argomento religioso, dalla Bibbia a Don Matteo, ha fatturato 39,8 milioni di euro nel 2013 (in aumento rispetto ai 37,3 milioni del 2012) con un utile di 626 mila euro. Mediaset ha commissionato a Luxvide la miniserie Romeo e Giulietta ma è la RAI che ha garantito le grandi commesse per il solito Don Matteo 9 e poi nel piano 2014 per Che Dio ci aiuti (10 milioni e 250 mila euro) e I medici per ben 8 milioni e 750 mila euro più i 10 milioni di Aun passo dal cielo.
Anche Publispei, citata con Luxvide e Fremantle dal direttore di Rai fiction Eleonora Andreatta un anno fa come una società ‘happy’, ha vissuto momenti migliori.
Il 7 luglio 2014 la società di Veridiana Bixio ha incorporato la sua controllante Rockfeller Srl. Nel prospetto di fusione sono riportati i ricavi previsti per il 2014 pari a 25 milioni. Per l’esattezza 11 milioni e 658 mila euro da I Cesaroni su Mediaset e 13 milioni e 352 mila da Un medico in famiglia sulla RAI. Cifre ben lontane dai fasti del 2011 quando Publispei fatturava 37 milioni di euro. Nel 2015 però la società guidata da Verdiana Bixio stima di risalire a 35 milioni di euro di fatturato soprattutto grazie alla RAI che ha attivato E’ arrivata la felicità per 12,8 milioni di euro.
Chi ride davvero, a vedere i bilanci è la Casanova Multimedia di Luca Barbareschi.
Nel 2013 ha visto salire il suo fatturato a 16 milioni e 200 mila euro dai 12 milioni del 2012. Per la prima volta Mediaset ha commissionato a Casanova una fiction (Angeli con Raoul Bova in onda in autunno) ma è grazie alla RAI che Barbareschi ha fatto i suoi grandi numeri. Rai cinema ha speso 2,5 milioni di euro per il film Something good, un flop al botteghino. Mentre Rai fiction dopo il film sulla vita di Adriano Olivetti nel 2013 ha messo in produzione per il 2014 La Freccia del sud su Pietro Mennea, altri 4 milioni di euro.