1. DAGONOTA
Il piano industriale dell'AD Rai Salini, in quota 5 Stelle, come era facilmente intuibile, è diventato la sua bara. Per tre motivi:
a) Il Piano è, nella sostanza, una riproposizione nemmeno troppo aggiornata del tragico modello divisionale di Celli;
b) il nucleo è la creazione della direzione informazione e quella intrattenimento. La prima perché si vuole dare una linea unica a tutti i tg e talk show (ci hanno provato in tanti, nessuno c’è mai riuscito, forse è anche vietato dell’accordo di servizio); la seconda perché si sono accorti che i tre direttori delle reti ammiraglie, per usare un eufemismo, hanno bisogno di un aiuto centralizzato per creare qualcosa di appena decente e non finire massacrati dai bassi ascolti;
c) non è detto che Salini regga ancora a lungo (al di là del fatto che il suo piano passi o no, probabilmente sarà rinviato “per approfondimenti“). Sullo sfondo è pronto Ciannamea anche alla luce di una più che probabile vittoria di Salvini alle Europee.
2. COMUNICATO STAMPA USIGRAI
Dalla pagina facebook dell’Usigrai
Dichiarazione esecutivo Usigrai
L'Amministratore Delegato smentisca l'incontro con il ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Se fosse vero, sarebbe un atto gravissimo. Ancora di più alla vigilia del varo del Piano industriale. Il primo piano dell'era del capo azienda con i poteri più ampi della storia della Rai. Salvini non ha alcuna titolarità su questa materia, che appartiene solo all'azionista (Ministero economia) e al Ministero vigilante firmatario del Contratto di Servizio (Sviluppo economico). Sarebbe una prova preoccupante e inaccettabile di subalternità al potere politico.
Esecutivo Usigrai
3. RAI SALTA LA NEWSROOM: I TG RESTANO COME SONO
Mario Ajello per “il Messaggero”
Togliere i tiggì alla politica? Ma figuriamoci! Quello che era riuscito a spingersi più avanti in questo senso era stato il dg della Rai, Luigi Gubitosi. Il suo piano sulle news è stato l' unico approvato da tutti (Cda e Vigilanza). Non fu implementato perché Gubitosi in scadenza, poi arrivò Campo Dall' Orto che decise di accantonarlo e di presentarne un altro completamente diverso e fu impallinato.
E ora? Siamo al piano Salini, che ieri è stato dato ai consiglieri: lo stanno studiando e domani lo votano. Spicca la cifra del risparmio per il 2020 (circa 40 milioni di euro) ma spicca anche la scomparsa - corsi e ricorsi - della newsroom unica che avrebbe depotenziato i direttori dei tiggì. La Lega ha guidato l' assalto a questa eresia. Ma anche gli altri d' accordo.
Il presidente Foa a sua volta, in nome della tutela del pluralismo culturale, insiste sul mantenimento delle rispettive linee editoriali delle varie testate. Per Tg1, Tg2, Tg3 non cambierà niente. Una redazione unica, con un unico direttore, è prevista invece per Tgr, RaiNews24, Rainews.it e Televideo. A questa redazione farebbe capo anche il nuovo portale web. Le otto divisioni tematiche, che forniranno contenuti alle varie reti, sono diventate nove. E quella (Approfondimento informativo) che si è aggiunta in zona Cesarini dovrà soprintendere ai talk show anche politici. La Lega vuole metterci il cappello.
Ma, naturalmente, pure M5S.