IL MITO NUCLEARE AMERICANO – IN ASSENZA DI GRANDI CIVILTA’ E DI STORIA, GLI AMERICANI CELEBRANO QUELLO CHE HANNO: LA BOMBA ATOMICA - SPUNTERA’ UN MUSEO IN OGNI CENTRALE DELLA GUERRA FREDDA E “FAT MAN”, CHE UCCISE 80 MILA GIAPPONESI A HIROSHIMA, STA GIA’ SU UN PIEDISTALLO – VIDEO
tute nucleari al titan missile museumwhite sands missile range
Durante la guerra fredda l’umanità viveva sotto la minaccia di una catastrofe nucleare, mentre Stati Uniti e Unione Sovietica accumulavano decine e decine di testate da usare in caso di attacco. Oggi, l’ipotesi che scoppi una guerra nucleare tra due superpotenze non è più una minaccia, ma i resti del deterrente nucleare statunitense ci ricordano la tensione e la paura di quegli anni.
Molte delle testate che riempivano i magazzini durante la seconda guerra mondiale e la guerra fredda non sono più state commissionate dopo i trattati per il disarmo firmati dall’Unione Sovietica e dagli Stati Uniti. Ma i missili e le centrali continuano ad attirare molti visitatori e presto saranno aperte al pubblico due strutture che parteciparono alla creazione della prima testata nucleare nell’ambito del “Manhattan Project National Historical Park”.
Si tratta delle centrali nucleari di Oak Ridge, in Tennessee, e di Hanford, stato di Washington, ma anche il laboratorio di Los Alamos, in New Mexico. Oltre a questi grandi impianti, il governo americano ha scelto di aprire musei anche in altri siti che ospitavano sistemi radar e missilistici durante la guerra fredda.
sito di arricchimento uranio in tennessee
Alcuni di questi luoghi sono molto conosciuti dagli appassionati di storia e da chi cerca una dose extra di radiazioni, altri invece sono stati dimenticati da quando l’opinione pubblica si è schierata contro le armi nucleari per paura che stati pericolosi, come la Corea del Nord, possano acquistarne una.
Un radar anti-missile in Nord Dakota è circondato da un campo incolto, in Arizona un dispositivo per la calibrazione dei satelliti si trova a due passi dal parcheggio di un motel. Le fotografie raccolte dal giornalista Jim Lo Scalzo nell’album “Next Exit: Armageddon” mostrano i luoghi che facevano parte del programma nucleare americano: da quelli usati per fabbricare le bombe, a quelli più remoti che ospitavano una parte del deterrente nucleare americano.