MONTANELLI A CHI? - MASSIMO FINI INSISTE: “HO MASSIMO DISPREZZO UMANO PER ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA” E SI PROMUOVE EREDE DI INDRO – E SI BECCA UNA NUOVA FRUSTATA DA MUGHINI: “SPREZZO PER LA SUA LIBIDINE NELL’ERUTTARE VELENO”
ptr05 massimo fini alessandro di carpegna
1. MAIL DI MASSIMO FINI
Sono onorato di essere entrato nei comandamenti divini, come "non rubare" o "non dire falsa testimonianza" che spero che Mughini abbia rispettato con una costanza maggiore di quel suo undicesimo comandamento "non pronunciare mai il nome di Massimo Fini". Non ho alcuna ragione di risentimento nei confronti di chicchessia.
Montanelli ha scritto di me "Fini viene di lontano, non solo come maestria di scrittura, ma anche come ricchezza di esperienze..." Non mi pare che né Mughini, né Mieli, né Battista abbiano ricevuto un accredito del genere, che non è solo professionale ma anche morale. Chi dovrei invidiare quindi? E smettiamola di porre le questioni sul piano molto Berlusconiano dell'invidia e del risentimento e riportiamo il dibattito al livello delle idee.
giorgio bocca montanelli1986 large
Ho invece massimo disprezzo umano per Ernesto Galli della Loggia, per le calunnie che sparse a piene mani su Aldo Canale, che insieme a me, che l'avevo rifiutata, lo propose per la direzione di Pagina. Mordeva la mano di chi l'aveva beneficiato.
In una cena a Milano con i nuovi editori (fra cui Franco Morganti e Gianni Varasi che avevo procurato io) il Della Loggia si lasciò andare a una serie totalmente gratuita di denigrazioni su Canale, il vero artefice di Pagina, tanto che fui costretto ad alzarmi e dire: "ancora una parola contro Canale e lascio il giornale". E si misero tutti zitti, perchè allora avevano bisogno di me.
Comunque ne ho abbastanza di questa polemica fra checche isteriche in cui sono stato trascinato. Non risponderò più. E io i comandamenti li rispetto.
Massimo Fini
2. LA VERSIONE DI MUGHINI
ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA PAOLO MIELI
Caro Dago, vedo che nella sua smania autocelebrativa Massimo Fini arriva ad assegnare a se stesso il Primo Premio Giornalistico in memoria di Indro Montanelli. Riferisce difatti un lusinghiero giudizio su di lui di Montanelli, e aggiunge: figuriamoci se gente come Mughini, Mieli e Battista hanno mai ricevuto un tale elogio. Lascio a Mieli e a Battista l’onere ingrato di replicare per ciò che li riguarda. Per quanto riguarda me, rispondo in punta di fatto.
Quando nel 1987 Mondadori pubblicò il mio “Compagni addio”, un libro a causa del quale alcuni quaquaracquà di sinistra mi tolsero il saluto, Montanelli ne scrisse su “Panorama” in termini di tale elogio da risultare per me toccanti. (Fini scrisse anche lui di quel libro: in termini di una tale idiozia che il direttore del “Giorno” mi chiese di rispondergli. Quella volta lo perdonai.)
giampiero mughini wilma goich e susanna vianello
Pochi anni prima ero stato io a firmare su “Pagina” una lettera aperta a Montanelli, ed era la prima volta che gente proveniente dalla sinistra manifestasse la sua ammirazione per uno che a lungo è stato per me come un padre. Qualche tempo dopo Montanelli mi chiese di avviare una collaborazione al quotidiano da lui diretto, dove creò una rubrica su misura per me: “L’invitato”. Non so se mi ritenesse un maestro di stile, di certo ogni due anni mi aumentava il cachet.
SILVIO BERLUSCONI E INDRO MONTANELLI
No, quelli tra me e Fini non sono polemiche da “checche isteriche”. Il mio sprezzo per la sua libidine nell’eruttare veleno contro quelli stessi con cui ha lavorato è uno sprezzo freddo, glaciale. Nulla ma proprio nulla di isterico. Semmai mi spiace che dei tanti anni che abbiamo alle spalle ci sia rimasto solo questo, ai quattro gatti che eravamo negli anni Ottanta quando demmo vita a un “terzismo” in cui avevamo ragione dalla a alla zeta.
Giampiero Mughini
Ps. Mi spiace molto degli insulti a Ernesto Galli della Loggia e resto stupefatto della volgarità con cui Fini scaraventa sul piatto della polemica i contenuti di una cena privata tra amici. Una cosa sono gli articoli sui giornali, una cosa le cene private.