Andrea Scanzi per il "Fatto Quotidiano”
Come son giusti e democratici, gli artisti giusti e democratici: se li critichi, reagiscono davvero come i Gandhi e i Mandela a cui si ispirano. Ne è prova anche Jovanotti. Sabato scorso Il Fatto pubblica un articolo a mia firma su di lui. Accanto a critiche difficilmente confutabili (“più renziano di Renzi”, commercialmente furbo, poco coraggioso), si elencavano le qualità: “ha scritto belle canzoni”, “regge la dimensione live come pochi”, “disco riuscito”, “musicisti notevoli”. Nulla di demolitorio. Se però quasi tutta l’informazione ti tratta da intellettuale, prima o poi ci credi. E allora ti arrabbi per niente.
Del resto, a Cortona, si narra che Jovanotti abbia accettato di dare una mano al Mix Festival solo a patto che tra gli invitati non ci fossi io (che abito lì). Ma è senz’altro una notizia falsa. Renzi, di cui Jovanotti è cantore, è solito punire i gufi drogando lo share della concorrenza: va da Del Debbio per indebolire Formigli, va da Porro per bastonare Santoro e Travaglio. Buoni a parole, vendicativi nei fatti.
Lo stesso Jovanotti, a Cortona, non ha perdonato il direttore di “Valdichiana Oggi” (Michele Lupetti) per averlo definito un “democristiano 2.0 mascherato da rivoluzionario”. Lunedì la mia pagina Facebook è stata impreziosita dai pensieri di Anna Cherubini, sorella di Jovanotti, candidatasi alle ultime comunali in una lista civica alleata col Pd – con risultati strazianti - dopo avere lavorato a Mediaset come sceneggiatrice di Cento Vetrine: la letteratura, nei Cherubini, scorre proprio nel sangue. La dotta cherubina Anna si è scatenata.
In equilibrio precario tra sontuosi giochi di parole (“E adesso mi scanso io”) e virgole profuse a caso (“Però lo scrivere male, così come il parlare male, è cosa che da queste parti, così come al bar del paese, attira l’attenzione dei distratti, dei frustrati, o anche dei parenti del soggetto denigrato”), la dotta cherubina Anna ha condannato gli infedeli: chi “denigra” il Verbo del fratello è un “frustrato” che scrive “per sfogare e alimentare la rabbia”. Perdinci, che grinta. Che fervore. Un cipiglio paragonabile a quello dell’adagio berlusconiano “Sapete solo odiare, noi invece siamo il popolo del bene e dell’amore”. A patto, ovviamente, che il popolo la pensi come loro.
La vendetta renzi-jovanottiana riguarda poi il capo come i collaboratori. Saturnino è il bassista storico di Jovanotti: uno dei “musicisti notevoli” di cui parlavo nell’articolo. Mercoledì 18 doveva essere ospite di Reputescion, il programma che conduco su La3. Aveva già dato il suo assenso, la ricerca per calcolare la reputazione online (che ha un costo) era già partita. Ieri ha fatto sapere che non viene più, perché “ho letto l’articolo su Jovanotti”: son davvero giusti e democratici, questi giovanotti renziani.
RENZI E JOVANOTTI , APICELLA E BERLUSCONI RENZI E JOVANOTTI
Noi, comunque, tanto al Fatto come a Reputescion non siamo vendicativi. L’invito a Saturnino è sempre valido: può venire quando vuole. Come Renzi. E come Jovanotti, magari accompagnato dalla sorella.