Igor Righetti per “OGGI”
Alberto Sordi si definiva un infedele per costituzione. A differenza di tanti suoi colleghi e dell’italiano medio, non ha mai avuto né mogli né figli. Il marito, l’amante e il padre li ha interpretati nei suoi film. È stato coerente fino alla fine, a differenza dell’italiano medio scapolone che quando arriva a una certa età decide di capitolare con una donna. Le donne le ha sempre ritenute esseri superiori, ma con loro era onesto fin dall’inizio: diceva subito che il rapporto non avrebbe avuto un futuro.
Ha conosciuto e ha avuto rapporti con tantissime donne, ma non ne ha mai voluto parlare in pubblico, non ha mai fatto nomi, perché la sua estrema riservatezza glielo impediva e perché è sempre stato geloso della sua vita privata. Qualche confidenza, però, se la lasciava scappare con alcuni suoi grandi amici dell’epoca come Vittorio De Sica o Federico Fellini e con alcuni parenti che aveva frequentato fin dall’infanzia e che lo avevano aiutato all’inizio della sua carriera.
Io ne sono venuto a conoscenza da mio nonno Primo e da mio padre Alessandro, suo cugino. In qualche occasione ero presente anch’io, come nel caso di Patrizia De Blanck, della quale ho raccontato la love story sul numero scorso.
alberto sordi andreina pagnani
Nel 1989, durante il suo programma Il Fatto, Enzo Biagi gli domandò che cosa avessero rappresentato le donne per lui. Albertone riassunse il suo pensiero: «Alle donne devo tutto. Devo la vita, perché io sono stato molto corteggiato. Giovanissimo entrai in una grande compagnia di rivista. Facevo il ballerino di fila con 42 ballerine che venivano da tutto il mondo. Ho bruciato le tappe della sessualità. Sono sempre stato circondato da donne. Forse non mi sono sposato perché non ho mai avuto la necessità di avere una compagna».
alberto sordi andreina pagnani
La prima volta che ha provato il desiderio di una donna risale a quando aveva 8 anni. Andò con alcuni amici a vedere a Porta Portese lo spogliarello di una certa Stella. E se ne innamorò.
Alberto diceva di essere stato quasi sempre corteggiato. Una delle volte in cui prese l’iniziativa fu con l’attrice e doppiatrice Andreina Pagnani (il suo vero nome era Andreina Gentili). Era il 1942, Pagnani rappresentava una delle più celebri attrici di teatro. Lui aveva 22 anni, lei 36. Si erano conosciuti a Roma, nelle sale di sincronizzazione dove Alberto doppiava Oliver Hardy, il mitico Ollio.
«io, sempre sincero»
una parigina a roma uta franz alberto sordi
Per lei Alberto provò un sentimento importante e di grande gratitudine dato che lo introdusse da protagonista nell’ambiente del teatro di rivista. La loro storia durò nove anni e fu lei a decidere di interromperla dopo che l’attrice e soubrette Wanda Osiris, con la quale Alberto andò in scena per l’ultima volta nel teatro di rivista con Gran Baraonda, le svelò che Sordi l’aveva tradita con una delle sue ballerine.
La leggenda narra che Alberto le chiese la mano più volte, ma lei non accettò. A noi parenti disse che non era vero. E lo precisò anche a Enzo Biagi: «Andreina non ha fatto mai cenno al matrimonio, si figuri se io le proponevo di sposarla. Sono stato sempre sincero con le donne. Nei rapporti tra uomo e donna ho precorso i tempi».
romy schneider uta franz sissi
Una sola volta andò molto vicino al matrimonio con un’attrice austriaca bellissima: Uta Franz, nome d’arte di Uta Franzmair, figlia di due albergatori. Lei aveva 19 anni, Alberto 34.
Si conobbero nel 1954 sul set del film Una parigina a Roma. Avevano anche deciso la data, ma preso dal panico, Alberto mandò il suo amico Bettanini a riferire alla famiglia della futura sposa il quale, usando il plurale maiestatis, disse: «Quest’anno non possiamo sposarci perché siamo molto occupati». Uta Franz ebbe un grande successo nel 1955 interpretando il ruolo della principessa Elena di Baviera nella trilogia Sissi.
Per un periodo della sua giovinezza, Alberto studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica come basso. Ci raccontò di un flirt con una giovanissima Katia Ricciarelli confermato da lei stessa in un’intervista che rilasciò a Gianfranco Micali il 6 agosto del 2013 e pubblicata sul quotidiano Il Tirreno.
«Con Sordi», rivelò Katia Ricciarelli, «si è trattato di un piccolo flirt. Io ero ancora una ragazza, arrivavo dalla provincia e il solo fatto di essere corteggiata da uno come lui mi sembrava incredibile. Mi ricordo che anche in privato improvvisavamo dei duetti».
Alla domanda se Alberto fosse un timido, Katia Ricciarelli rispose: «Per niente. Grande playboy. Tra di noi fu una piccola cosa, con grande simpatia reciproca. Persino le sue sorelle approvarono: “Questa va bene, è una che lavora”, dissero».
avventure di una notte
Alberto era un uomo libero e non amava i legami sentimentali in quanto lo avrebbero distratto dal suo grande amore: il cinema. Non gli sono mancate le avventure di una notte come quella nel vagone letto di un treno che da Roma era diretto a Berlino. Lì, nel vagone ristorante, conobbe una donna che lo ammaliò. Ci svelò che dopo aver parlato tanto durante la cena, si incamminarono verso le rispettive cuccette e scoprirono di averle vicine.
Alberto non ha mai saputo chi fosse l’avvenente signora tedesca, ma ci disse che trascorse una nottata di grande passione. Nell’estate del 1966, mentre stava girando il suo film Fumo di Londra, conobbe Elisabeth, una ragazza di nemmeno vent’anni, e le chiese di poterle fare un provino. Le diede una particina nel film e con lei passò un’estate che definì memorabile. La ricordava come una ragazza dolcissima, le dedicò la sua celebre canzone Breve amore. Sempre nella capitale britannica, ci raccontò anche di una sua frequentazione con l’attrice, regista e sceneggiatrice americana Shirley MacLaine, sorella maggiore di Warren Beatty (che poi si fidanzò con la contessa Patrizia De Blanck).
Un presunto flirt del quale però Alberto a noi parenti non ha mai parlato e che mi sembra improbabile è quello con Soraya con la quale recitò nel film del 1965 I tre volti. La foto di Soraya con dedica era l’unica immagine femminile incorniciata che Alberto teneva sulla scrivania del suo studio. La leggenda narra di un’altra love story, quella con Silvana Mangano, sua grande amica che stimava moltissimo e della quale parlava sempre con grande affetto.
Nel 1992, Albertone fece alcune rivelazioni su Silvana Mangano a Laura Laurenzi, in un’intervista a La Repubblica: «Non è l’unica donna che io abbia amato», spiegò, «ma è vero che nessuna mi ha attratto quanto lei. Era molto bella, con una grande personalità, una bontà e una generosità rare. Ma era anche una donna molto complessa; forse poteva essere giudicata fredda da chi non la conosceva. Era solo molto timida. Di un fascino e di un’indolenza straordinari».
Alberto amava viaggiare: dagli anni Cinquanta alla metà degli anni Sessanta non appena riusciva a ritagliarsi del tempo libero partiva il 15 gennaio e tornava il 15 febbraio, super abbronzato. Per almeno 16 anni consecutivi la destinazione è stata la stessa: il Brasile, Guarujá, di fronte a Santos.
Ma mai in estate, in quanto in quella stagione girava i film e nel periodo di maggior successo di film ne ha girati anche 11 all’anno. In genere si concedeva un mese di vacanza dopo il Natale trascorso in famiglia, cioè con le sorelle e il fratello, nella sua villa romana e alcune feste con gli amici di sempre. Con mio padre amava ricordare il suo periodo brasiliano che considerava uno dei più belli e divertenti.
Lo raccontò anche a Laura Laurenzi: «A Guarujá ero ospite di una mia amica conosciuta a Roma e mi trattenevo da lei dal lunedì al venerdì, sulla spiaggia, a ballare, a fare grandi cene sotto le palme assieme a 50-60 signore, una più bella dell’altra, tutte mogli dei grandi paulisti, che poi le raggiungevano per il weekend. E io il weekend scappavo a gambe levate, andavo a Rio, poi il lunedì mi ripresentavo».
Amori veri, flirt di qualche mese, avventure: Alberto ne ha avuti tanti, alcuni non li ha raccontati solo a noi parenti più stretti, ma pure a qualche giornalista a lui più vicino. Stupisce Carlo Verdone, che da quando Alberto è morto s’è imposto sui media come il suo più grande conoscitore.
Durante una presentazione del documentario realizzato con il fratello Luca, Alberto il Grande, Verdone rispose così alla domanda della platea sul perché nel docufilm non si fosse parlato del rapporto di Sordi con le donne: «Noi non dovevamo approfondire nulla perché non c’è assolutamente niente da dire su Sordi e le donne. Non ci sono donne. C’è da dire su Sordi e le sorelle, su Sordi e il riguardo per la madre».
Poi, però, corresse il tiro: «Secondo me ha avuto probabilmente degli amori che non sappiamo, era una persona molto pudica». Da quanto dichiarato da Verdone, che è presidente della Fondazione «Alberto Sordi per i giovani», destinataria da parte di mia zia Aurelia, sorella di Alberto, di 10 milioni di euro provenienti da polizze vita a favore di terzi da lei sottoscritte, si evince che Alberto, evidentemente, non si confidò neppure con lui.
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