LA NUOVA NEW YORK “COOL” SI CHIAMA BUSHWICK - UN TEMPO GHETTO DISPERATO DI BROOKLYN CHE DETTE VITA ALLA DISCO-MUSIC, OGGI “VOGUE” CHE LO ANNOVERA TRA I 15 QUARTIERI PIÙ COOL DEL MONDO
Da http://www.huffingtonpost.com
È dura per chi si avventura nell’audace progetto di raccontare una storia complessa e intrigata come quella del quartiere Bushwick di New York.
Si tratta di una piccola zona di Brooklyn, che il secolo scorso ha vissuto in una corsa senza fermate sulle montagne russe. Oggi è di nuovo in rapida ascesa. Una fiaba che diventa realtà. ‘’Vogue’’ lo ha recentemente annoverato tra i 15 quartieri più alla moda del mondo.
Secondo il New York Times, "Bushwick ha rubato i riflettori al resto della città. Gli artisti hanno creato un'enclave vibrante tra street art e gallerie, al cui seguito sono spuntati bar, locali e ristoranti di lusso”. Un tempo era un buco ghettizzato, tra violenza e povertà. Oggi è la scena degli hot club. Tana delle meraviglie per quei giovani tra i 20 e i 30 anni che cercano le ultime tendenze tra arte, musica e stile di vita. Suona come un sogno, tra le polveri e i detriti delle fabbriche abbandonate che lo popolano.
L’artista e fotografa Meryl Meisler lo racconta in "A Tale Of Two Cities: Disco Era Bushwick". Un libro e una mostra fotografica che riuniscono due mondi apparentemente diversi: tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, da un lato l’età d’oro della musica disco a New York e dall’altro una Bushwick naufragante, abbandonata a se stessa. “Erano fisicamente e temporalmente molto vicine, ma alle estremità opposte nello stile di vita”.
Le fotografie dell’artista documentano quegli anni con compassione e umorismo. La città si avvicinava al fallimento, il tasso di criminalità aumentava. Tra crepe, epidemie e incendi dolosi, la Grande Mela stava marcendo. In mezzo a tutto questo, sorgeva la cultura della discoteca che con le sue luci scintillava nella vita notturna. Attraversando le porte di velluto dei club più esclusivi, Meryl ha ballato e fotografato un serpente che cambiava pelle.
Fu in quel periodo che sentì per la prima volta parlare di Bushwick: “Era la notte del black out del 1977 e stavo andando a una festa privata a Studio 54. A seguito del black-out, arrivò la notizia di un quartiere chiamato Bushwick, che era stato teatro di disordini, saccheggi e incendi, per quei giorni interminabili durante e dopo il black-out.