buco di culo il gatto di scemo e piu scemo
Marco Giusti per Dagospia
Vediamo un po’ che anno è stato il 2014 cinematograficamente parlando. Lo so, da parte nostra, abbiamo vinto un Oscar con La grande bellezza di Paolo Sorrentino, un bel premio a Cannes con Le meraviglie di Alice Rohrwacher, il premio ai due migliori attori protagonisti a Venezia con Hungry Hearts di Savero Costanzo, ma le casse del nostro cinema, senza i 50 milioni del film di Checco Zalone, con la crisi del cinepanettone e della nostra commedia diciamo che non sono così piene.
Solo due film nel 2014, almeno fino a oggi, ‘’Un boss in salotto’’ di Luca Miniero e ‘’Sotto una buona stella’’ di Carlo Verdone, entrambi con Paola Cortellesi protagonista, hanno superato i 10 milioni di incasso. E di flop ce ne sono stati parecchi, anche troppi. Per non parlare di una valanga di film inutili che non si capisce neppure perché siano stati girati. Vediamo cosa ricorderemo del cinema del 2014.
scarlett johansson in under the skin
Rumori di fondo. Di sicuro quelli in bagno della star Halana Segrand, alias Juliane Moore in Maps to the Star di David Cronenberg che le hanno fruttato un premio a Cannes e una nomination ai Golden Globe. E forse l’Oscar. A Bombolo mai nulla. Poi quello del marito-Pensatore di Rodin al cesso che discute in Adieu au langage di Jean-Luc Godard. Scorregge in 3D, ma d’autore.
Sponsor imbarazzanti. Le bandiere della Unipol che trionfano nel finale di La nostra terra di Giulio Manfredonia come fossero le bandiere rosse di Novecento di Bertolucci. La Pasta del Capitano che usa il protagonista de Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores quando si lava i denti.
boldi clistere nel film dei vanzina
Fregna di sinistra. “Bella, brava, studiosa e… fregna”, così è definita Ilaria Spada dai compagni della sede del PD di non so quale quartiere di Roma in Arance e martello di Diego Bianchi. Insomma, la Spada diventa la nuova immagine della fregna di sinistra.
rocket guardiani della galassia
Campioni di frocitudine. Beh se la battono Mommy di Xavier Dolan, Più buio di mezzanotte di Sebastiano Riso, Scusate se esisto di Riccardo Milani con Paola Cortellesi, Raoul Bova e Marco Bocci, gran parte de Lo Hobbit. La battaglia delle cinque armate di Peter Jackson con i nani chiusi nella grotta e il capo degli elfi ultraqueer, ma il vincitore penso sia The Smell of Us di Larry Clark con la battuta dell’anno detta dalla giovane protagonista: “Si sa che nel 2014 i maschi sono tutti froci”. Amen.
Dark Ladies. La lotta, durissima, è tra la bella aliena Scarlett Johansson di Under the Skin di Jonathan Glazer che si succhia i maschi in mezzo a una specie di salamoia nera, la Rosamund Pike e il suo doppio “Amazing Amy” di Gone Girl di David Fincher e la Eva Green dark lady che fa impazzire Josh Brolin in Sin City 2 di Robert Rodriguez. Da parte italiana ci mettiamo la Donna Imma di Maria Pia Calzone in Gomorra – La serie. Credo che vinca Eva Green, ma sono pazzo di tutte.
ogni maledetto natale guzzanti
Battute dell’anno. “Una tazza di tè”, Matusalemme-Anthony Hopkins a Noè-Russell Crowe nel polpettone biblico Noah di Darren Aranofsky. “Tu sei una troia! Pure coi nani!”, Gabriel Garko a Charlotte Gainsbourg in Incompresa di Asia Argento. “Ti odio, bestiolina!”, Angelina Jolie in Maleficent di Robert Stromberg. “Per le tette di Giunone!” in Pompei di Paul S. Anderson. “Come distingueremo i buoni dai cattivi?”-“Se ti sparano addosso sono cattivi”, dialogo tra Falcon e Capitan America in Captain America: The Winter Soldier dei fratelli Russo. “Mio marito ha sempre il coso in mano. Ma no, mica quello lì, quello è già due anni che ci ha detto ciaone!”, Caterina Guzzanti in Confusi e felici di Max Bruno. Se la più bella è quella ripresa da P.T.Barnum in Birdman di Alejandro Inarritu: “C’è uno stronzo che nasce ogni minuto”, la più fine l’ho sentita in Un matrimonio da favola dei Vanzina: “E niente meteorismi!” – “Meteo… che?”.
locandina la nostra terra sponsor unipol
Battute pesanti. “Mondo cazzo!”, “Il cazzo è rotto!”, Corrado Guzzanti in Ogni maledetto Natale di Torre-Vendruscolo-Ciarrapico. “Me darebbe una toccatina alle palle che so’ occupato?” e “Mi si è accavallata ‘na palla”, Max Tortora in Un matrimonio da favola dei Vanzina. “Questa birra sa di cacca” Jim Carrey in Scemo & + scemo 2 dei Farrelly, “Cazzo cazzo vaffanculo, figa, figa, vaffanculo!” coro in Pasolini di Abel Ferrara, “Signora, lo sa che so marito è puppo?” da Più buio di mezzanotte di Sebastiano Riso. “E’ la profezia di Nostrakazzus”, sentita in Sex Tape di Jake Kasdan. Non male neanche il “Ti va di riprendermi mentre ti faccio un pompino?” sentita in The Smell of Us di Larry Clark. E buonissima l’allusiva “Che bel pennacchio!” detta da Chiara Francini a Diego Abatantuono carabiniere in Soap opera di Alessandro Genovesi. Vince “Mondo cazzo”.
bill murray con felix in st vincent
Cani dell’anno. Guerra tra (Simon) Le Bon, il cane della piccola Aria/Asia in Incompresa di Asia Argento, Roxy, la cagnetta di Godard in Adieu au langage di Jean-Luc Godard. Vince Roxy. E’ pure in 3D.
Gatti dell’anno. Buco di culo, il gatto di Charlie-Jeff Daniels in Scemo & + scemo 2 dei Fratelli Farrelly, chiamato così solo perché ha un buco di culo sotto la coda. Felix, il gattone bianco di Bill Murray in St Vincent di Theodore Melfi, più o meno identico al gattone bianco Fannie di Al Pacino in Manglehorn di David Gordon Green (che fantasia!). Il gatto inutile della sorellina di Katniss in Hunger Games: Il canto della rivolta Parte 1. Vince Buco di culo. Ovvio. Quest’anni, per fortuna si segnala un solo gatto ucciso e congelato nel frigo, quello di Un boss in salotto.
julianne moore maps to the stars
Ermellini. Solo uno. Tale Pugacioff in Matrimonio da favola dei Vanzina. Muore ucciso da Max Tortora. Vince lui. Insomma…
Orsetti. Tra l’orsetto polare Nanuk e l’orsetto che viene dal Perù Paddington, scelgo Paddington, protagonista dell’omonimo film di Paul King doppiato da Ben Whisham e in Italia da Francesco Mandelli. Elegantissimo. Vince facile.
ilaria spada in arance e martello
Procioni. Stravince Rockets, eroe di I guardiani della galassia di James Gunn. Spara pure. E non la smette mai di chiacchierare.
Miglior taglio di capelli. Direi Cressida, la filmaker interpetata da Natalie Doermer in Hunger Games: Il canto della rivolta parte 1. Ha mezza capa pelata e mezza no. Con tatuaggi vari.
Miglior canzone d’epoca riciclata. Dura lotta tra “I vakaputanga” scorrettissima canzoncina di Walter Valdi, coi “ negher del menga”, recuperata da Aldo, Giovanni e Giacomo in Il ricco, il povero e il maggiordomo, “Vivo per te” di Bocelli eseguita al karaoke dal protagonista di Mommy di Xavier Dolan, “T’appartengo” di Ambra esaltata dalla piccola protagonista di Le meraviglie di Alice Rohrwacher, “Oggi ho visto nel corteo tante facce sorridenti” del Canzoniere Pisano recuperata da Godard in Adieu au langage e la fondamentale “Amore stella” frocissima cult della Rettore risentita in Più buio di mezzanotte di Sebastiano Riso, il film sulla prima drag queen catanese, Fuxia. Lotta durissima. Ci metterei Bill Murray che canta “Shelter from the Storm” di Bob Dylan in St. Vincent e la variazione di “Forever Young”, sempre di Dylan in The Smell of Us. Credo che vinca la Rettore.
Miglior clistere in un film italiano. Beh, quello che fa l’infermiere coatto Nicola Di Gioia a Massimo Boldi in Ma tu di che segno 6? di Neri Parenti pensando di prepararlo per un’operazione alle emorroidi. Finissimo.
Miglior morte prima dei titoli di testa. Se la battono il dragone Smaug doppiato da Benedict Cumberbacht in Lo Hobbit. La battaglia delle cinque armate di Peter Jackson e Valerio Aprea cavernicolo sfigato in Ogni maledetto Natale di Torre-Ciarrapico-Vendruscolo. Vince Smaug perché Aprea si ripresenta in un nuovo ruolo a metà film e non vale, dai.
Effetti speciali più disturbanti. La Natura Matrigna di Il giovane favoloso di Mario Martone ci riporta un po’ di quei fenicotteri de La grande bellezza.
Miglior gioco di società. Se la battono il misterioso Sporchiafiletto di Ogni maledetto Natale di Torre-Vendruscolo-Ciarrapico, il Riconosci chi ha disegnato questo cazzo? di La scuola più bella del mondo di Luca Miniero e l’Indovina la scorreggia di Scemo & + scemo 2 dei Farrelly. Vince Indovina la scorreggia.
Miglior interpretazione di un politico italiano. Beh, Giorgio Tirabassi che fa Gianni Alemanno in Arance e martello di Diego Bianchi è proprio identico al vero sindaco di Roma. Ha pure come braccio destro un certo Quattordicine.
confusi e felici caterina guzzanti pietro sermonti
Miglior libreria in un film americano. Quella un po’ Ikea di Interstellar di Christopher Nolan. Poco spolverata. Raro trovare una libreria in un film americano, comunque.