Sara Nicoli e David Perluigi per "Il Fatto Quotidiano"
LUCA JOSIUn esposto che convince la Procura di Roma ad aprire un fascicolo e ad avviare un'indagine con una probabile iscrizione nel registro degli indagati di volti molto noti al grande pubblico televisivo. E 25 milioni di euro di fondi pubblici, stanziati per la rivalutazione e lo sviluppo dell'area depressa di Termini Imerese attraverso la trasformazione in studios per una fiction di Raitre, che finalmente potrebbero essere sbloccati per dare ossigeno all'area con la Regione che s'impunta.
GIANNI MINOLIÈ arrivata comunque a una svolta l'intricata e nebulosa vicenda della fiction Agrodolce, fermamente voluta nel 2006 da Giovanni Minoli, all'epoca direttore di Rai Educational, da Agostino Saccà, direttore di Raifiction, e dalla Regione Sicilia, bloccata per un'incredibile querelle giudiziaria e mai più ripartita. Grazie a quella fiction, si ricorderà, Termini Imerese sarebbe dovuta diventare una nuova Cinecittà, con 220 puntate da girare e pagate circa 100 mila euro ciascuna. Una marea di soldi, 70 milioni di euro in totale, per un produzione che si è fermata lasciando 200 persone in cassa integrazione. Ora qualcosa si muove.
Agostino Saccà - Copyright PizziLo svela per primo Salvatore Burrafato, sindaco di Termini: "Ho la gente che blocca binari ogni giorno perché chiede un lavoro e qui nessuno ci dà risposte su cosa intendano fare di 25 milioni di euro di fondi pubblici stanziati per Agrodolce - racconta - ma non più tardi di ieri (mercoledì ndr) ho inviato l'ennesima missiva al presidente della Regione Raffaele Lombardo, e al ministro dello dello Sviluppo economico, Corrado Passera, nella quale chiedo che il denaro destinato alla produzione della soap di Rai3 vengano utilizzati".
agrodolceE il ministero "mi ha risposto che per Termini si sarebbero potuti sbloccare i soldi per rilanciare i Medstudios della Einstein". Però, "la Regione dice che i fondi non si possono sbloccare fino a che la Rai e la società di produzione Einstein Multimedia, non avranno risolto i loro contenzioni in sede civile".
La Einstein di Luca Josi e Andrea Olcese, produttore dell'opera tv, ha depositato una richiesta di provvedimento d'urgenza ex art. 700 per "il pagamento delle fatture, extracosti per circa 12 milioni di euro e la ripresa della produzione della seconda e terza serie tv; il 30 marzo dovremmo avere una sentenza". Ma c'è di più.
Ruggero MitiA dicembre Josi aveva presentato ai carabinieri di Roma un lungo esposto-denuncia in cui chiedeva se Gianni Minoli, ex direttore della terza rete e padre putativo dell'operazione Agrodolce, "e il suo staff abbiano utilizzato per secondi fini il ruolo ricoperto nell'ambito dell'organizzazione Rai". Nella denuncia, Josi riportava casi - a suo dire - di presunto nepotismo e con registrazioni, citava anche vicende in odor di mafia in cui un dipendente della Rai informava la Einstein che sul set di Agrodolce si era presentato "un personaggio locale di dubbia provenienza legato a un service che procacciava comparse cinematografiche e televisive".
Renèe CammarataOra la Procura di Roma ha aperto un fascicolo d'indagine. Se ne occupa il pm Giuseppe Deodato, che ipotizza il reato di concussione e altro e ha iscritto nel registro degli indagati alcuni nomi. Poche settimane fa dai magistrati è stato sentito per diverse ore il patron della Einstein Luca Josi. Tra i nomi fatti da Josi nell'esposto oltre a quello di Minoli, oggi consulente ben pagato dalla Rai, vi erano anche quello di Ruggero Miti, ex dirigente Rai e responsabile della produzione della fiction, suo uomo fidatissimo, e Renèe Cammarata, nobildonna siciliana che in passato ha lavorato con Minoli e poi è approdata alla Einstein.
RAFFAELE LOMBARDO