Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”
Gubitosi Andreatta foto Olycom
Per le sue reti ammiraglie, Viale Mazzini prepara un rinnovamento totale. In un colpo solo cambieranno il direttore di RaiUno Leone, di RaiDue Teodoli e di Rai-Tre, Vianello. Senza prove d’appello. I tempi di questa rivoluzione, però, si allungano di alcune settimane. Le nomine si faranno solo a febbraio, anche per concedere l’onore delle armi ai silurati. In particolare a Giancarlo Leone che festeggia quest’anno i 33 anni in azienda.
L’amministratore delegato Antonio Campo Dall’Orto - che sceglierà i tre successori - vuole che Leone segua fino all’ultimo l’organizzazione del Festival di Sanremo e presenzi alle cinque serate che inizieranno il 9 febbraio.
Sostituirlo prima di allora significherebbe umiliare un dirigente che, in questi giorni complicati, ha tenuto una linea apprezzata da Campo Dall’Orto. Mentre infuria la bufera sulla bestemmia via sms che ha sporcato il Capodanno della Rai e sul conto alla rovescia sballato, Leone ha fatto una scelta precisa: stare in silenzio. Atteggiamento che l’amministratore delegato valuta positivamente.
Nomine a febbraio anche per ragioni di opportunità. Campo Dall’Orto non vuole scegliere i nuovi responsabili delle tre reti sull’onda dei fantozziani svarioni dell’”Anno che Verrà”, il programma sfortunatissimo del 31 (in onda su RaiUno). A febbraio, quando le urla si saranno sopite, una volta precisate le missioni editoriali dei tre canali, si potranno designare i nuovi responsabili con la dovuta serenità.
Andrea Salerno - oggi direttore editoriale della “Fandango” - si gioca le sue carte per la guida della Terza Rete. Il giornalista e autore televisivo conosce la collocazione di ogni pianta ornamentale di RaiTre, dove è stato assistente al direttore dal 1998 al 2007. Firma oggi il gioiello Gazebo.
Ha soprattutto quella sensibilità verso il prodotto che è un requisito caro a Campo Dall’Orto. Per RaiUno resta in pista Eleonora Andreatta che però dovrà vedersela con candidati in arrivo dall’esterno. D’altra parte l’amministratore delegato della tv di Stato - per le sue prime nomine manageriali - ha pescato sempre fuori da Viale Mazzini.
Fuori, però, chi ha dei bravi professionisti se li tiene stretti. Urbano Cairo, ad esempio, blinda i suoi “gioielli” con clausole di non concorrenza che vietano di trasferirsi ad altra emittente per un periodo di tempo anche lungo. Per questo Lilli Gruber - candidata naturale alla guida di un telegiornale della Rai, a marzo - esce dal totonomine.
A fine 2015, Sarah Varetto ha allarmato qualche grosso papavero di Sky che sospettava una svolta renziana, troppo renziana del suo telegiornale. Oggi l’equivoco politico sembra chiarito e la Varetto lavora a nuovi format e rubriche che porteranno Sky Tg24, ancora di più, fuori dalla palude del canale rullo sempre uguale a se stesso.
Varetto, insomma, è confermata alla pay-tv di casa Murdoch e non andrà al Tg1. Dove Mario Orfeo, l’attuale direttore, resta forte. Lo share medio del suo telegiornale mai accusato di faziosità, 5Stelle a parte ha un segno positivo da tre anni. Più 0,95% solo nel 2015. E questo peserà.
maria elena boschi mario orfeo