Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano”
Il sogno sarebbe vedere lui, un giorno, condurre Sanremo, o almeno curarne la direzione artistica. Il Festival ne guadagnerebbe in qualità musicale, competenza, libertà artistica. Non accadrà, ahinoi, perché Sanremo risente di lobby che forse non gradirebbero la sua presenza. Ma intanto ci piace sentire cosa pensa Red Ronnie, critico musicale e firma di OM Optimagazine, magazine di musica e spettacolo fondato da Optima Italia, dell' imminente kermesse canora. «Il Festival festeggia molto male il 70° compleanno», comincia lui.
«In questi giorni ho ricevuto una chiamata della vedova di Sergio Bardotti, il celebre paroliere, che mi chiede di aiutarla affinché non venga più assegnato il premio intestato al marito in questo Festival da schifo».
Il problema è a monte, nella direzione artistica?
«Amadeus è un bravissimo presentatore ma non è adatto a fare il direttore artistico perché non capisce un cazzo di musica. Le sue scelte sembrano fatte solo in base agli algoritmi che determinano chi fa più visualizzazioni su YouTube o Spotify, oppure in base a delle opportunità: ad esempio lui prende i "Pinguini", completamente sconosciuti, per strizzare l'occhio al mondo indie, prende la Lamborghini perché scuote il culo e fa parlare di sé, il duo Martinelli e Lula solo perché la loro canzone si occupa di Ilva, e sceglie all' ultimo momento Tosca e Rita Pavone per rimediare alla scarsità di donne tra i big. Viceversa, se le scelte non sono sue, ma imbeccate dai management degli artisti e da chi ci vuole lucrare, è ancora peggio. In questo caso Amadeus sarebbe un burattino, manovrato da altri».
È sbagliata anche l'idea di farsi affiancare da dieci donne?
«Le quote rosa sul palco sono una stronzata: devi scegliere una donna perché è brava e non perché "bellissima", come lui ha ripetuto fino allo sfinimento, e da trattare come una valletta. Ho trovato molto grave la sua frase sulla fidanzata di Valentino Rossi che "sta un passo indietro". Si vede che nell' inconscio di Amadeus è quello il ruolo al quale è costretta una donna».
Junior Cally invece dovrebbe essere escluso dal Festival?
«Sì, perché il testo e il video di quella sua canzone, Strega, sono un' istigazione alla violenza contro le donne. Portare questo cantante a Sanremo significa sdoganarlo, renderlo un modello agli occhi dei bambini. Con la maschera che indossa, Junior Cally diventerà un supereroe e, come tale, da imitare in tutto quello che dice. Poi non sorprendiamoci se dei tredicenni stuprano una ragazzina, filmano la bravata e la condividono sui social. Chiedo perciò a tutti di condividere la protesta contro la sua presenza e, se proprio lui ci sarà, di boicottare Sanremo spegnendo la tv».
È stata contestata anche la partecipazione di Rita Pavone in quanto «sovranista».
«Una certa sinistra sa essere più fascista dei fascisti che crede di combattere. E per di più dimostra ignoranza: critica la Pavone senza sapere che è la cantante italiana più conosciuta al mondo e la prima ad aver fatto una canzone femminista».
Ieri ci sono state le elezioni in Emilia Romagna. L' emiliano Red Ronnie per chi ha votato?
«Ho scelto Borgonzoni perché auspicavo un cambiamento. In Emilia Romagna non c' è solo Bibbiano, ma in generale un sistema dell' affido molto discutibile, e poi continua a predominare l' ideologia della droga libera. Io avrei fatto la stessa cosa di Salvini, citofonando al presunto spacciatore».
Ha subìto strali dalla sinistra per queste posizioni leghiste?
«Lo scorso lunedì ho avuto ospite da me, al Barone Rosso, Matteo Salvini per parlare di musica. E sono stato attaccato da haters nascosti dietro falsi profili. La sinistra li usa molto. D' altronde, Bonaccini stesso ha fatto un boicottaggio molto pesante nei mei confronti».
E delle Sardine che pensa? Finiranno fritte ora che sono passate le elezioni?
«Sono ragazzi che si riuniscono per ascoltare un concerto. L' unica cosa che sanno fare è cantare Bella ciao. Non tirano fuori un concetto, non hanno un' idea, e quando vanno in tv, fanno figure meschine. Mettici pure che il loro leader, Mattia Santori, lavorava per Prodi...».