lucrezia lante della rovere marina ripa di meana

L’ULTIMA INTERVISTA A LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE PRIMA DELLA MORTE DELLA MADRE: ‘QUANDO MI HA INVITATO A CENARE DA SOLE PER IL COMPLEANNO HO COMINCIATO A PIANGERE. SONO CRESCIUTA CON UNA MADRE ESPLOSIVA E UN PADRE DEPRESSO, CHE SI È LASCIATO ANDARE - MOLESTIE? UN SACCO DI VOLTE, MA IO MENO. DONNE? SONO ETERO. BEATE LE NUOVE GENERAZIONI BISESSUALI’ - UN ANNO E MEZZO FA HA PERSO IL COMPAGNO EMILIANO LIUZZI: ‘MI PROTEGGE’

 

Tiziana Sabbadini per "F"

 

lucrezia lante della rovere marina ripa di meana

È stato panico totale quando lo scorso ottobre mia mamma Marina mi ha invitata per il suo compleanno: “Andiamo a cena solo io e te”, mi ha detto. Ho messo giù il telefono, mi sono seduta e ho cominciato a piangere. Mi chiedevo che cosa le fosse successo di brutto, se la sua malattia avesse ripreso a galoppare, se stesse male».

 

Mentre parla, Lucrezia Lante della Rovere si tormenta i capelli rossi. «Perché mia madre è sempre stata aperta, plateale e quando festeggia lo fa con almeno 200 persone. Invece, per i suoi 76 anni, ha voluto vicino solo la sua unica figlia, io. Sarebbe una cosa normale, ma per me, arrivata a 51 anni, era la prima volta».

 

Si commuove.

lucrezia lante della rovere marina ripa di meana e famiglia

Lucrezia toglie gli occhiali dalla grande montatura rossa per esporsi con uno sguardo diretto anche nelle considerazioni più private: «Mia madre e io abbiamo due caratteri diversi, a volte ci vogliono tanti anni per capirsi».

 

Intanto sua madre Marina Ripa di Meana come sta?

«Sono 16 anni che combatte contro il cancro, con grandissimo coraggio e vitalità. Tutto dipende dalla sua testa, ha un’energia tenace, sconfinata, ma sa anche essere leggera. Mi sta insegnando molto della vita».

 

Lei ha quel tipo di coraggio?

«Sono cresciuta in una famiglia con una madre esplosiva e un papà, Alessandro, che era l’esatto contrario. Lui era un aristocratico decaduto, sensibile, fragile e questa debolezza lo ha condizionato tutta la vita, tra l’alcol e il male di vivere che oggi si potrebbe chiamare depressione. Per lui era difficile tutto: lavorare, guadagnare, mandare avanti la famiglia, la vita. È morto a 57 anni della stessa malattia di mamma, ma papà si era lasciato andare subito».

lucrezia lante della rovere marina ripa di meana

 

Tra due poli opposti lei da che parte stava?

«Alla fine ha vinto la polarità positiva, quella di mia madre, sana, forte, vitale. Ma poteva vincere l’altra, perché la parte oscura ha una sua grande forza. Da piccola stavo con un piede di là e uno di qua: in mezzo c’era un grande baratro. All’inizio erano litigate, conflitti, poi per fortuna quelli te li dimentichi, cresci. Diventi vecchia pure tu e scopri che ci sono grandi insegnamenti da seguire nella vita dei genitori, nel bene e nel male. Per fortuna in me ha prevalso lo spirito di mamma».

 

In qualche occasione ha mai vinto il messaggio di suo padre?

«Quando perdiamo i genitori o una persona cara la testa può giocare brutti scherzi. Ma poi la vita va avanti».

lucrezia lante della rovere giovanni malago

 

Un anno e mezzo fa è morto improvvisamente il suo compagno Emiliano Liuzzi.

«Di questo non voglio parlare, è una cosa privata. È troppo presto».

 

Restiamo ancora un momento nel tema doloroso della malattia. Il Parlamento ha approvato da poco la legge sul fine vita.

«Ho brindato alla nuova legge sul biotestamento. Una delle poche buone notizie di questi tempi».

 

Sta per diventare nonna, una delle sue gemelle, Vittoria, aspetta un maschietto.

«Mi chiedo come sarà mia figlia come mamma e come sarò io come nonna. Succederà a marzo e lì vedremo le nostre reazioni».

lucrezia lante della rovere emiliano liuzzi

 

A 21 anni lei ha avuto le sue gemelle. Che mamma è stata?

«A quell’età ero troppo giovane, così istintiva e impreparata: sono cresciuta assieme alle mie figlie. Forse ho fatto gli errori di una giovane ragazza più che di una giovane madre».

 

Adesso che è più saggia che mamma potrebbe essere?

«Tante donne hanno bambini a 50 anni, ma pensare di crescere un neonato adesso mi fa venire l’orticaria. Preferisco diventare nonna».

 

È uscita di casa giovanissima, ha fatto la modella, poi a vent’anni ha girato il primo film, Speriamo che sia femmina di Monicelli. Ha cominciato tutto presto.

«Avevo la necessità di uscire di casa, guadagnarmi la vita, l’indipendenza».

 

Nella sua carriera di attrice ha dovuto affrontare anche delle molestie?

lucrezia lante della rover con la mamma marina ripa di meana

«Mi è successo un sacco di volte, ma io sono capace di tirare un tavolo in testa a chi si comporta in modo inaccettabile. Però ci sono anche donne fragili, incapaci di reagire alle molestie o, peggio, alle violenze. Per questo vorrei qualcosa di concreto. Per esempio, sono troppo pochi i sei mesi che, per legge, una donna ha a disposizione per querelare chi ha commesso reati sessuali contro di lei. L’allungamento dei tempi è una battaglia che si può vincere. L’importante è che le donne siano unite, perché molti uomini tenderanno a non cambiare comportamento».

 

Ha avuto relazioni con diversi uomini, da Luca Barbareschi al pittore Marco Tirelli, al regista Gianpaolo Tescari. Nel prossimo film, Benedetta follia di Carlo Verdone, invece, sarà una moglie che dopo vent’anni di matrimonio si innamora di una donna. Nella vita reale le è mai successo?

lucrezia lante della rovere

«Sono profondamente eterosessuale».

 

Le sarà capitato di essere corteggiata da una donna.

«Ci sono tanti tipi di attrazione, vedo che le nuove generazioni girano su un mondo più liquido, aperto, bisessuale. Beate loro che non sono fatte per stare o di qua o di là. Io sono di una vecchia generazione e sto tutta di qua».

 

In questo momento ha qualche affetto?

«Parenti a parte? Ho un Bracco che si chiama Arturo: lo vorrei sempre con me invece sta con una dog sitter perché mica lo posso costringere a teatro, come adesso che sono in tournée con Il padre assieme ad Alessandro Haber».

lucrezia lante della rovere carlo ripa di meana raffaele la capria marina ripa di meana

 

Riesce a stare bene da sola?

«Ho una natura abbastanza solitaria, quando scegli questo lavoro, devi per forza essere una persona che sta bene da sola. Certo, ho intorno la compagnia teatrale, adesso viviamo tutti in un B&B che è più accogliente del solito hotel. Ma non è la mia casa: non c’è il mio letto, la mia vita privata».

 

Dopo il teatro e il cinema che cosa farà?

«Ho Emiliano che mi protegge, qualcosa farò».

 

 

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