SALVATAGGI DISPERATI – BONIFAZI E IL PD VOGLIONO RIPORTARE “L’UNITÀ” IN EDICOLA ENTRO FINE GIUGNO, MA IL NUOVO EDITORE GUIDO STEFANELLI (PESSINA COSTRUZIONI) NON HA ANCORA UN PROGETTO E NON HA ORDINATO LA CARTA
di Claudio Plazzotta per “Italia Oggi”
Il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, ha convocato una riunione informale degli azionisti della Unità srl per mercoledì prossimo, e poi un consiglio di amministrazione per la giornata di giovedì 4 giugno. Obiettivo, quello di accelerare i tempi e riuscire a portare in edicola il quotidiano entro la fine di giugno.
MARIA ELENA BOSCHI - FRANCESCO BONIFAZI
Un termine che, secondo gli esperti, è però praticamente impossibile da rispettare: non è ancora stato scelto il direttore, la nomina di Vladimiro Frulletti a vicedirettore con delega sul personale è contrastata dal cdr (sindacato interno dei giornalisti) dell'Unità, e pure su chi, di fatto, sarà l'editore del giornale la faccenda è parecchio ingarbugliata.
A regime l'Unità srl sarà controllata all'80% dalla Piesse, società al 60% di Guido Stefanelli (a.d. del gruppo Pessina costruzioni) e al 40% di Massimo Pessina (presidente del gruppo omonimo). La quota di Guido Veneziani nell'Unità srl sarà invece diluita al 19%, attraverso la creazione di una nuova società, la G&G (Guido e Guido, nomi di battesimo sia di Stefanelli, sia di Veneziani). Il nuovo editore è quindi Stefanelli, uomo vicino a Bonifazi, mentre Massimo Pessina avrebbe già manifestato l'intenzione di cedere la sua quota di Piesse e uscire dalla partita.
Stefanelli, però, sa poco o niente di giornali. Chi, materialmente, si occuperà della realizzazione del quotidiano? Veneziani è rimasto nel consiglio di amministrazione dell'Unità con l'incarico di consigliere delegato, ma settimana scorsa è stato costretto a dimettersi dalla carica di presidente e a diluire la sua quota di controllo a seguito della vicenda Roto Alba e dell'avviso di garanzia ricevuto.
Stefanelli non ha pronti un piano editoriale, un progetto di giornale, le scorte di carta, un sistema editoriale, una campagna pubblicitaria. E sembra difficile che si possano usare quelli predisposti da Veneziani, dopo che l'editore è stato estromesso dai giochi. A meno che qualcuno sia disposto a pagarli bene. Ma chi? Ovvio che Veneziani abbia perso molto entusiasmo, visto come sono andate a finire le cose, e che ora si ponga, nel suo ruolo di consigliere con delega all'editoria, in un atteggiamento attendista: c'è un amministratore delegato (Stefanelli) e aspetta i suoi ordini, alla stregua di un service.
Nel frattempo, sono già iniziate le pratiche per girare la fideiussione bancaria di 10 mln di euro, siglata a suo tempo da Veneziani, verso i nuovi azionisti di maggioranza, che ne diventeranno responsabili. Pessina, peraltro, per l'Unità aveva già firmato un'altra fideiussione da quattro milioni di euro.
Inoltre, il gruppo Veneziani, che all'inizio di aprile aveva comprato carta da quotidiano per 700 mila euro, sta già provvedendo a barattarla con carta da periodici (per stampare Vero, Vero Tv, Stop, Top e le altre testate della casa editrice). Non è quindi chiaro neppure dove Stefanelli andrà a recuperare la carta per stampare l'Unità in giugno, tenuto conto che sul mercato dei quotidiani si usa ordinarla con molti mesi di anticipo.
Veneziani, comunque, non intende rilasciare dichiarazioni sulla vicenda Unità, in attesa degli sviluppi. È disposto, invece, a chiarire con ItaliaOggi qualche dettaglio sulla questione Roto Alba, polo tipografico rilevato nel 2012 e per il quale è indagato dalla procura di Asti per bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice. «Roto Alba stampava i miei giornali, avevo un debito nei loro confronti, e nel 2012 l'ho comprata pagandola cara, 1,5 milioni di euro.
Ne sono stato l'amministratore delegato dal 2 agosto 2012 fino a oggi. E se avessi voluto fare cose strane, avrei agito diversamente. Invece ne sono ancora diretto responsabile, senza aver mai preso un euro di emolumenti. Non è stato possibile salvare Roto Alba perché la Periodici San Paolo ha unilateralmente interrotto il contratto con noi che, naturalmente, sarebbe scaduto nel 2025. Roto Alba stampava il settimanale Famiglia Cristiana, e senza quella e altre commesse, è entrata in difficoltà».
Come racconta Veneziani, Roto Alba aveva anche il problema del costo del personale: sette milioni di euro su 11 milioni netti di fatturato. Un peso insostenibile, «ma la vertenza sindacale è andata troppo per le lunghe, è l'accordo lo abbiamo sottoscritto solo il 20 settembre 2014, troppo tardi». Fallisce Roto Alba, in crisi la stampa rotocalco in Italia, sotto i colpi della concorrenza tedesca e francese. Ma il gruppo Mazzucchelli, controllato da Veneziani e con stabilimenti a Seriate e Moncalieri, va avanti: «Siamo tra i gruppi più grandi in Italia per la stampa roto offset, insieme con Pozzani e Arti grafiche di Bergamo. La grande distribuzione e tanti clienti italiani puntano alla roto offset, e questo comparto, a differenza della rotocalco, va molto bene».