1. SAVIANO CANDIDA LA ‘MISTERIOSA’ ELENA FERRANTE (CIOE', ANITA RAJA) AL ‘PRESTIGIOSO’ PREMIO STREGA, VITTIMA DEGLI EDITORI, “IN UN PAESE DOVE TALENTO E ONESTÀ NON BASTANO”
2. PINO CORRIAS: “IL TALENTO E L’ONESTÀ BASTANO E AVANZANO PER SCRIVERE BUONI ROMANZI. L’UNICO INGANNO È QUELLO DI FARSI RISCRIVERE IL LIBRO, OPPURE COPIARLO...”
3. “GOMORRA” DI SAVIANO È UN PERFETTO ESEMPIO DI ‘PRODOTTO’ CHE FUNZIONA ANCHE SENZA PREMI. PROPRIO COME ELENA FERRANTE, A CUI LO STREGA NON SERVE AFFATTO’’
4. ‘’FORSE ROBERTO NON SA CHE IL ‘PRESTIGIOSO’ PREMIO VIVE DI SPARTIZIONI DAL GIORNO IN CUI È NATO. MA SI CAPISCE CHE GLI INTERESSA MOLTISSIMO. FACENDO FINTA DEL CONTRARIO’’

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1. LA LETTERA DI SAVIANO A ELENA FERRANTE: “TI CANDIDO IO ALLO STREGA”

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/saviano-stregato-elena-ferrante-autore-gomorra-vuole-candidare-94987.htm

 

 

2. IL GUSTO DI SAVIANO PER LO STREGA

Pino Corrias per il “Fatto quotidiano”

ROBERTO SAVIANO E JAMES FRANCO ROBERTO SAVIANO E JAMES FRANCO

 

Con una gustosa prosa non del tutto italiana, ma innovativa nella forma, ibrida nella punteggiatura, Roberto Saviano, scrive una bella lettera aperta alla misteriosa Elena Ferrante dandogli, dandole, subito del tu “non perché esser venuti fuori da terra napoletana” lo faccia sentire “in confidenza immediata” ma “perché queste parole vogliono essere dirette come se fossero pronunciate nel mezzo di un pranzo”.

 

MICOL VELLER E PINO CORRIAS MICOL VELLER E PINO CORRIAS

Non ai bordi di un pranzo, nel mezzo. E in terra napoletana. In questa pubblica missiva, Saviano lancia proprio lei, l’autrice così “indifferente alle logiche dei premi letterari”, come regina del prossimo premio Strega, anzi del “prestigioso” premio Strega. Purtroppo sconciato, “negli ultimi anni”, dal brutto vizio delle camarille tra le case editrici che se lo spartiscono con la logica di “un anno a me, un anno a te”, e che sta addirittura “mortificando i migliori talenti letterari italiani”.

 

saviano si fa una limonata saviano si fa una limonata

Non risultandogli che il prestigioso premio di cui parla è nato, è vissuto, è invecchiato tra le suddette camarille orchestrate dalle case editrici fin dai tempi in cui Maria Villavecchia Bellonci ideatrice del premio (anno 1947) saltellava leggiadra tra i liquorini del Ninfeo di Villa Giulia, Saviano immagina il portento che ne sortirebbe se il premio fosse assegnato a un autore anonimo per di più titolare di un “progetto senza volto”.

bellonci e pavese images bellonci e pavese images

 

Anonimo l’autore siamo d’accordo. Senza volto il progetto un po’ meno, visto che i formidabili romanzi di Elena Ferrante di volti ne contengono parecchi , molti dei quali memorabili, oltre a uno stile che è anche lui titolare di uno sguardo e dunque di un volto. E il portento sarebbe secondo Saviano quello di interrompere lo scandalo. Poiché “due sono le grandi sventure per chi vuol vivere in Italia: il talento e l’onestà. In mancanza di questi la vita è dolce in questo Paese”.

 

ANITA RAJA ANITA RAJA

Avvertiamolo che sbaglia non solo la sintassi della frase, ma anche il contesto. Almeno nel piccolo e periferico mondo della letteratura (da non confondersi con quello delle case editrici) il talento e l’onestà bastano e avanzano per scrivere buoni romanzi. L’unico inganno – laddove si riscrive il mondo in un libro – è semmai quello di farsi riscrivere il libro.

ninetto davoli franco citti pier paolo pasolini ninetto davoli franco citti pier paolo pasolini

 

Oppure copiarlo. Ma se il progetto e il risultato finale sono buoni, se lo stile è originale e lo sguardo è profondo la sorte dei libri non dipende in alcun modo dai premi, sia pure prestigiosi, e qualche volta neppure dalle case editrici. Ma dai lettori, come Saviano sa bene. “Il Gattopardo” venne rifiutato da una dozzina di editori, ma incoronato da milioni di lettori.

 

Guido Morselli è morto senza aver mai visto un suo libro né stampato, né premiato. Mentre il povero Pasolini – che si è inutilmente dannato l’anima per vincere lo Strega con i suoi opachi romanzi – ha conquistato i posteri con la sua scintillante saggistica. Che diavolo potrà mai interessare a Elena Ferrante partecipare alle luci di un premio letterario, visto che campa benissimo nell’ombra della sua letteratura?

 

francesco piccolo vince il premio strega francesco piccolo vince il premio strega

La verità è che lo Strega – interessando nulla Ferrante - interessa moltissimo Saviano. In modo non tanto talentuoso, non tanto onesto: facendo finta del contrario. Sapendo benissimo che lanciare la polemica sullo Strega è evento di stagione appassionante come il decorso musicale di Sanremo. Stucchevole, ma funziona. E parlar male del gioco che i piccoli poteri editoriali allestiscono per non morire di noia almeno una serata l’anno, fa parte del gioco.

 

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