LO SCAZZO CORRE SU TWITTER - LUISELLA COSTAMAGNA SCRIVE A “DAGOSPIA” E RACCONTA COME E’ NATA LA BARUFFA SOCIAL CON GOFFREDO DE MARCHIS DI “REPUBBLICA”: “MI HA DEFINITO NEL SUO PEZZO 'GIORNALISTA DI FEDE GRILLINA' CON ARROGANZA LIQUIDATORIA ED ETICHETTATURA CHE MANCO IN MACELLERIA. QUELLO CHE HO FATTO È STATO SEMPLICEMENTE USARE IL SUO STESSO METODO” - ECCO LO SCAMBIO DI TWEET
Lettera di Luisella Costamagna a Dagospia
Caro Dago,
poiché c’è troppa gente che non sa, o fa finta di non sapere, o fa finta di non sentire o... eccetera, sono costretta a raccontarti la genesi del mio tweet rivolto a Goffredo De Marchis.
Mercoledì sera, dopo lo spettacolo di Grillo al Brancaccio, mi si presenta un signore. Ci diamo la mano, lui dice il suo nome, io il mio. Si chiama appunto Goffredo De Marchis e cerca di avere da Grillo delle battute che lui non sembra intenzionato a dargli. Ordinaria amministrazione. Io e lui, al di là della presentazione, non scambiamo mezza parola (anche perché io saluto e me ne vado quasi subito).
Il giorno dopo, tuttavia, mi vedo sbattuta nel suo pezzo, sulla prima pagina di “Repubblica”, inserita in una supponentissima descrizione da corte dei miracoli (“umanità da backstage", "un po’ finta e un po’ mondana”) ed etichettata come “giornalista di fede grillina”. Ora, è chiaro che non devo rendere conto a nessuno delle mie idee, di quello che condivido e non condivido del M5S (o di altri partiti); scrivo su due giornali, intervengo in tv da anni e chiunque può farsi un’idea di quello che penso. Il signor De Marchis evidentemente non mi legge e non mi guarda: legittimo, per carità. Ma allora non parli di me con quella apodittica superficialità.
Quello che ho fatto appena letto il suo pezzo è stato semplicemente usare il suo stesso metodo: arroganza liquidatoria ed etichettatura che manco in macelleria. Siccome però inveire è molto più semplice che capire, sono stata insultata in tutti i modi da amici e colleghi del De Marchis (tutti ovviamente campioni di libertà...) i quali mi accusavano di aver infangato e ridicolizzato la Sacra Professione Giornalistica. Sciocchezze. Il punto è solo questo: se stabilisci un metodo (irrispettoso), devi accettare che altri lo usino con te. Chiudo con una Penna vera (Sandro), come ho già fatto su Twitter: “Oh non ti dare arie/di superiorità./Solo uno sguardo io vidi/degno di questa. Era/un bambino annoiato in una festa.”
cappellini tweetgoffredo de marchis con eusebio di francesco
Ciao,
Luisella Costamagna