Non tutti i vincitori di "American Idol" sono soddisfatti del risultato. Phillip Phillips, il 24enne
dell’undicesima edizione del talent, andata in onda su “Fox” nel 2012, ha fatto causa alla produzione “19 Entertainment” in quanto ha violato il “Talent Agency Act” della California. Come? Non pagandolo per le sue performance e apparizioni e prendendo decisioni artistiche senza la sua approvazione. Ad esempio Phillips lamenta di non aver scelto il titolo del suo disco "Behind the Light" (non è stato nemmeno consultato, a dire la verità) e di essere stato costretto ad esibirsi gratuitamente per uno sponsor di “American Idol”. Inoltre il 40% dei ricavi dai suoi sponsor finiscono nelle tasche della produzione.
Definisce il contratto “oppressivo”. E’ grato per l’opportunità offerta dal programma, ma non si aspettava tante violazioni. Per fortuna la California, dal 1978, sa proteggere gli artisti dalle agenzie che sfruttano i talenti. Il cantante ha dichiarato alla “ABC”: «Non sono stato libero di decidere della mia carriera e ora voglio poter scegliere».
Prima ancora che gli spettatori potessero votarlo vincitore, Phillips ha firmato una serie di contratti che riguardano management, merchandising, recording e publishing. Gli accordi sono tutti a favore della “19 Entertainment”. La sua petizione è ora nelle mani della “California Labor Commissioner”.
PHILLIP PHILLIPS VINCITORE AMERICAN IDOL
Scrive l’”Hollywood Reporter” che spesso i concorrenti dei reality televisivi, a un certo punto della carriera, rinegoziano i loro contratti. E’ una richiesta che Phillips ha avanzato spesso, senza ottenere risultati. Rappresentato dagli avvocati della “King Holmes Paterno & Berliner”, sta facendo un tentativo audace. Se avrà successo nel dimostrare che simili accordi sono una violazione, le implicazioni saranno enormi, e altri concorrenti potrebbero seguire il suo percorso legale.