E SONO CINQUE! MARIOPIO CALABRESI CHIAMA A “LA STAMPA” MASSIMO RUSSO, DIRETTORE DI “WIRED ITALIA”, COME VICEDIRETTORE, IL QUINTO DOPO BRAMBILLA, GRAMELLINI, MANACORDA E UBALDESCHI - MA LA REDAZIONE E' IN SOFFERENZA E VA AVANTI GRAZIE AI PENSIONATI
E fanno cinque. Dal prossimo 15 giugno La Stampa, il quotidiano di Torino ora con appendice ligure, avrà cinque vicedirettori: un record assoluto in Italia che secondo alcuni potrebbe anche essere un primato mondiale. Dopo Michele Brambilla, l’uomo dell’eskimo in redazione ora passato al loden, Massimo Gramellini, il volto televisivo fazista che ci dà anche il buongiorno, Francesco Manacorda, responsabile della redazione di Milano, e Luca Ubaldeschi uomo macchina uscito dalla cronaca nera di Novi Ligure, plana al piano “nobile” via Lugaro Massimo Russo.
Veneziano, 49 anni, da due direttore di Wired Italia, il quinto vicedirettore del foglio della famiglia Agnelli-Elkann, è dal 2003 al Gruppo Espresso, responsabile video di tutte le testate e recentemente direttore per tutti i contenuti digitali. In una nota alla redazione Mario Calabresi, il mancato direttore del Corriere della sera, scrive: “È assolutamente necessario avere nuove figure in redazione, persone che conoscano a fondo i mondi digitali e siano capaci di orientarci e di seguire con costanza quotidiana i nuovi progetti di cui siamo parte, a partire da quello con Google.
Per questo ho chiesto agli editori e all’azienda di poter contare su una nuova figura di vertice che avesse queste caratteristiche e che fosse davvero capace di fare la differenza, sono contento che abbiano sostenuto questo sforzo e di questo li ringrazio”. Afferma ancora Calabresi che l’arrivo di Russo “darà l’energia necessaria ai progetti che stanno prendendo forma in queste settimane, dal nuovo gruppo video che finalmente ha trovato una sua forma compiuta, fino alla necessaria incorporazione di Bmi in Nexta, che porterà ad avere tutti il contratto giornalistico Fnsi”.
Fin qui la nota del direttore che non sembra aver provocato contraccolpi nel Comitato di redazione che digerisce senza neppure un ruttino il quinto vicedirettore, dopo la promessa di fermarsi a quattro (Brambilla è stato l’ultimo). E questo in un giornale che è in completa sofferenza di organici in ogni settore, dove senza l’apporto quotidiano dei pensionati - dai cronisti ai fondisti - si rischierebbe di uscire con alcune pagine bianche. E invece, fatto il quinto vicedirettore, già ci si chiede: “E quando arriverà il sesto?”.
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