Massimiliano Parente per www.ilgiornale.it
Mi dispiace scriverne, perché mi fa tenerezza e mi diverte, insomma lui crede di essere un fedele discepolo di Freud e di Lacan, invece è l'ultimo erede del conte Mascetti, è la supercazzola prematurata con scappellamento a sinistra, in particolare a sinistra su Repubblica, ma anche più a sinistra sul Manifesto. Sto parlando di Massimo Recalcati, lo psicologo, e dell'Altro, quello che scrive gli articoli con Recalcati, sempre Recalcati.
L'argomento non conta, il pezzo di Recalcati è sempre lo stesso, recalcato all'infinito. Scrive dei terroristi islamici che sgozzano gli ostaggi? «Mostrare l'orrore senza veli serve a provocare l'angoscia dell'Altro». E per forza, sarebbe strano li sgozzassero per angosciarsi loro. Recensisce un romanzo di Jeffrey Eugenides sui trangender, sull'essere uomo e essere donna al tempo stesso? «La natura dei genitali scandisce questa demarcazione. Il secondo tempo è quello dell'incontro con l'Altro».
Parla del problema dell'immigrazione? E che ci vuole, come non averci pensato prima: «Si tratta di ristabilire i confini, di preservare la propria identità dal rischio della sua alterazione provocata dall'invadenza invasiva dell'Altro». E il femminicidio, lo stupro delle donne? Elementare, Watson: «Soprattutto se interpretiamo il razzismo, come ci invitava a fare Lacan, come odio irriducibile della libertà dell'Altro».
E l'Occidente in crisi d'identità? «Non mostra la corda del sogno narcisistico di diventare padroni di noi stessi, di realizzare il nostro nome a prescindere da quello dell'Altro?». Parla di Silvio Berlusconi? Mi dite che in Silvio non c'è un Altro? Invece sì: «La libertà è ridotta a un fantasma che riveste l'esigenza pulsionale di poter fare quello che si vuole senza tener conto dell'Altro». L'anoressia? Tutte queste modelle magrissime, tutte queste adolescenti scheletriche? Il problema è che «il soggetto contemporaneo appare come sganciato dall'Altro».
Analizza una dipendenza? Bevete, vi fate una canna, giocate troppo con la Playstation? La causa è «il rifiuto dell'Altro». Parla del tradimento in amore? «L'uomo è libero di farsi un nome da sé, la sua maturità coincide nell'affermazione della sua indipendenza dall'Altro». Se poi lo intervistano (eh sì, lo intervistano pure) Recalcati dà il meglio di sé, si incasina pure lui ma nessuno se ne accorge, come se l'altro fosse Antani, per esempio a un certo punto dichiara che «continuo a credere che l'Altro non esista, che non esista soprattutto l'Altro dell'Altro».
Un Altro solo, insomma, dentro l'altro Altro non c'è nessun altro, una bella scoperta, non capisco perché non gli abbiano ancora dato il Nobel. A parte che Lacan e Freud sono dei pezzi da museo della psicanalisi: la moderna psichiatria, psicologia evolutiva e le neuroscienze li hanno mandati in soffitta da decenni, ma non è questo il punto, ci sono gli astrologi, gli omeopati, i medici alternativi, le cartomanti, passino anche i freudiani e i lacaniani, passi anche Recalcati.
A me, e anche all'Altro che è in me (dentro il quale non c'è nessun Altro, ho controllato, ha ragione Recalcati), colpisce anzitutto quanto sia una pacchia lavorare così. E sarebbe anche una pacchia usare il conte Mascetti Recalcati per risolvere i nostri problemi quotidiani, mentre i politici in realtà in Italia già lo fanno. Non per altro, anzi per l'Altro, siamo il Paese in cui tutto avviene a nostra insaputa.
Sei un cardinale a cui ristrutturano un appartamento con trecentomila euro a tua insaputa? È colpa dell'Altro (nel caso specifico Gesù Bambino), io non c'entro. Un clan della Magliana organizza un funerale in pompa magna al centro di Roma e nessuno ne sapeva niente? È sicuramente l'Altro, Renzi e Alfano non ne sapevano niente.
Il papà della Boschi? È un Altro. Vi fermano per eccesso di velocità? Guardi signor carabiniere che stava guidando l'Altro. Tua moglie ti trova a letto con l'amante? Mica ero io, era l'Altro. Con scappellamento a sinistra.