TENIAMO LA BARRA DRITTA! IL “FATTO” SI CUCINA FRANCESCA BARRA: “UNA VOLTA C'ERANO LA VELINA BIONDA E QUELLA MORA; ADESSO LA BIONDA È RIMASTA, PERÒ È DIVENTATA GIORNALISTA. NON SI LIMITA A ARRAMPICARSI, VOLA PIÙ DI PINDARO”
Nanni Delbecchi per il “Fatto Quotidiano”
Francesca Barra se non ci fosse bisognerebbe inventarla; invece c'è, ma a quanto pare la si vuole inventare lo stesso. A partire dalla fulminante intervista a Matteo Renzi, la Barra è stata protagonista dell'unica ascesa di questa stagione televisiva: cose che riconciliano con la meritocrazia. Eccola protagonista con Gian Luigi Paragone di In Onda, al debutto lunedì su La7.
Una volta c'erano la velina bionda e quella mora; adesso la bionda è rimasta, però è diventata giornalista, e al suo fianco ha il giornalista moro, anzi “ateniese”, come Paragone si è autoproclamato.
Diciamo la verità: questi talk estivi sono un puro atto di maramalderia televisiva, si uccide un telespettatore morto con la solita aria fritta, il solito scatto isterico di Feltri (“Mi avete rotto le balle e mi avete anche fatto venire in periferia”: sulla periferia, difficile dargli torto) il solito collegamento di Matteo Salvini, e il deputato del Pd Khalid Chauki impegnato a schivare il fuoco xenofobo.
Parrebbe un deja-vu; ma grazie alla barretta energetica tutto assume un tocco dadaista, e soprattutto internazionale. Non si capisce più se siamo a In Onda oppure a Giochi senza frontiere oppure a Bell'Europa: si salta da Sousse a Ventimiglia (“A proposito di spiagge”), da Dublino a Bruxelles, ad Atene.
Ovunque ci si trovi, la Barra resta dritta. Non si limita a arrampicarsi, vola più di Pindaro. Mentre Chauki ricorda a Salvini che la Lega ha sottoscritto il trattato di Dublino, lei cala l’asso: “Salvini, cosa voterebbe al referendum greco?”. E non c’è “grande interrogativo” che le sfugga.
“L'Europa dell'integrazione può reggere il fallimento della Grecia?”. Oppure: “E' importante capire chi sia il nemico: un musulmano che uccide durante il Ramadan, che musulmano è?”. Giusto, che musulmano sarà mai? Sarà diverso dal musulmano che uccide dopo essersi rimpinzato di kebab? Queste non sono domande delle 100 pistole; come minimo, dei 100 kalashnikov.
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