TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SU LUIGI TENCO - GLI AMORI, LE DROGHE, LE ARMI, LO STRANO SUICIDIO A SANREMO: LA BREVE VITA DI UN CANTAUTORE LITIGIOSO E SCIUPAFEMMINE - QUANDO FABRIZIO DE ANDRÉ SPACCIAVA DI ESSERE L'AUTORE DI “QUANDO”. TENCO GLI CHIESE PERCHÉ E FABER RISPOSE: “PER RIMORCHIARE LE RAGAZZE” - VIDEO
Luca D’Ammando per La Verità
Un colpo di pistola, un proiettile dalla tempia destra alla sinistra. Così, nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967, se ne andò Luigi Tenco. A trovarlo senza vita nella stanza 219 dell' hotel Savoy di Sanremo fu la cantante italo -francese Dalida, con la quale Tenco aveva una relazione. Poche ore prima, al Festival della canzone italiana, Ciao amore, ciao, il brano presentato dai due cantanti, era stato eliminato.
A molti sembrò inverosimile che un artista dello spessore di Tenco potesse aver deciso di togliersi la vita per una bocciatura al Festival. Il frettoloso e impreciso referto della polizia parlò di suicido. L' imperizia e i palesi errori commessi nell' indagine hanno alimentato nel corso degli anni ogni possibile teoria complottista. Certo è che quella morte, come scrisse anni dopo Lietta Tornabuoni sulla Stampa, «confermò Tenco per quello che era sempre apparso all' euforico, quattrinaio e pre politico mondo della musica leggera degli anni Sessanta: un guastafeste».
MUCCA Luigi Tenco nasce alle 14 del 21 marzo 1938 a Cassine, in provincia di Alessandria. Viene alla luce in casa, in corso Garibaldi 10, da Teresa Zoccola, vedova di Giuseppe Tenco, trovato morto nella stalla il 21 settembre 1937, ucciso, forse ubriaco, dal calcio di una mucca alla tempia durante la mungitura.
PADRE A un certo punto Luigi scopre di essere un figlio illegittimo. Glielo dice un adulto del paese. Il vero padre era, ai tempi dell' incontro con Teresa, uno studente di 10 anni più giovane. Saputo della nascita del bambino, aveva più volte chiesto di riconoscerlo, ottenendo l' ostinato rifiuto dei genitori di lei. Teresa ammette tutto, anche davanti al suocero, che disereda il bambino.
PIANO Nel 1948 il trasferimento a Genova, in una villetta a Nervi. Le prime lezioni di pianoforte con una giovane maestra, Sandra Novelli, poi l' influenza della musica jazz lo portano a suonare il clarino e poi il sax. A soli 15 anni, nel 1953, fonda il suo primo gruppo, la Jelly Roll Morton Boys Jazz Band, in cui suona anche Bruno Lauzi (a proposito di Lauzi, Tenco scrive sul diario: «Non sa suonare, ma è pieno di soldi e porta il banjo»).
PSI Intanto Luigi si è iscritto alla facoltà di ingegneria e fallisce per due volte Geometria analitica con Eugenio Giuseppe Togliatti, fratello di Palmiro Togliatti. Si iscrive a Scienze politiche e dà solo due esami. Nello stesso periodo prende la tessera del Psi.
RICORDI Nel 1959 ottiene un contratto con la Ricordi e si trasferisce a Milano. Con lo pseudonimo di Gigi Mai esor disce nel complesso I Cavalieri insieme a Gian Franco Reverberi ed Enzo Jannacci.
DE ANDRÉ L' 8 marzo 1961 esce il 45 giri della canzone Quando.
Siccome l' ha firmata con lo pseudonimo di Dick Ventuno, c' è Fabrizio De André che va in giro a dire di averla scritta lui. Quando Tenco gli chiede perché, De André risponde: «Per rimorchiare le ragazze».
SANDRELLI Nello stesso anno Luigi Tenco e Gino Paoli, fino a quel momento amici, smettono di parlarsi. La causa è la quindicenne Stefania Sandrelli, nuovo amore di Paoli, già sposato con Anna Fabbri che è amica di Tenco: i due hanno frequentato la stessa scuola. Così per dimostrargli che non era la donna adatta, Tenco corteggia la Sandrelli e riesce a conquistarla. Poi rac conta tutto a Paoli, che gli toglie il saluto.
POPOLARITÀ La popolarità arriva con brani come Mi sono innamorato di te (1961), Lontano, lontano (1966) o Un giorno dopo l' altro (1966), che diventerà sigla del Commissario Maigret con Gino Cervi.
CINEMA L' esordio al cinema ne La cuccagna di Salce. Ma ha la fama del rompiscatole inaffidabile e così perde un ruolo in La ragazza di Bube di Luigi Comencini e un altro nei Pugni in tasca del giovane Marco Bellocchio.
ARMI Accanito giocatore di poker, amante dell' azzardo, Tenco ha il complesso delle braccia corte e del collo taurino. Ha paura dei tuoni e del buio (dorme spesso con la luce accesa).
Ha la mania delle armi: possiede un fucile e tre pistole (una carabina Beretta 22 modello Olimpia, un revolver Arminius calibro 22, una Dwp P08 Luger calibro 7.65 Parabellum, una Walter Ppk). Enzo Jannacci lo ricorda, in giro per Milano, portarsi sempre dietro qualche libro di Cesare Pavese e una rivoltella.
DROGHE Nel 1966, solo di diritti Siae, Tenco guadagna sei milioni di lire a semestre. In quel periodo, incuriosito dal libro Le porte della percezione di Aldous Huxley, inizia ad assumere Lsd e mescalina, pur non diventandone dipendente.
Per tenere a bada la paura del palcoscenico, invece, si affida alla metedrina e alle compresse di psicofarmaci (Pronox per lo più).
CIAO Qualche dettaglio di cronaca della sera del 26 gennaio 1967 a Sanremo. In attesa del suo turno, Tenco confida al conduttore Mike Bongiorno che vorrebbe trovarsi sott' acqua, in profondità. Quando arriva il suo momento, alle 22.30, è in preda al panico.
Bongiorno gli fa coraggio, quasi spingendolo sul palco, lui farfuglia: «Questa è l' ultima canzone che canto». Finita l' interpretazione di Ciao amore, ciao è stravolto, pallido. Al medico del casinò, Rinaldo Ferrero, dietro le quinte: «Ciao, dottore». Ha gli occhi sbarrati, forse ha preso qualcosa. Si dirige nel reparto trucco, proprio sotto al palco, si sdraia su un tavolo e si addormenta.
RIVOLUZIONE Alle 23.20 di quel 26 gennaio arrivano i risultati: la canzone di Tenco e Dalida è esclusa dalla finale: ha preso 38 voti su 900 dalle giurie e la commissione che avrebbe potuto ripescarlo preferisce La rivoluzione di Gianni Pettenati e Gene Pitney. Tenco sbraita, poi sale in macchina con Dalida ma, invece di andare con lei alla cena organizzata dalla Rca al ristorante Nostromo, torna in albergo.
UBRIACO Parlando con Gino Castaldo di Repubblica, Gino Paoli ha raccontato le sue impressioni sulla morte di Tenco: «Luigi quella sera non era regolare, e l' abbiamo pensato tutti noi amici che lo conoscevamo bene. Anche l' esibizione al festival è stata assurda. Di solito Luigi era intonato, quello che vedemmo cantare non era lui, era come se avesse preso delle cose. [...] Ecco com' è andata, una stronzata, magari un colpo di teatro pensato male e finito peggio. Anche la lettera che ha lasciato... Non corrisponde. Quella roba lì se l' ha scritta lui vuol dire che era ubriaco oltre ogni limite».
PROTESTA Questa la lettera ritrovata accanto al corpo senza vita di Tenco: «Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente 5 anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt' altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi».
VILLA Sabato 28 gennaio 1967 Claudio Villa e Iva Zanicchi vincono il diciassettesimo Festival di Sanremo. La loro canzone s' intitola Non pensare a me.
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